Banco a Trastevere. Il fast good marcia spedito
Eccoci, ancora, a parlare di Roma. La schizofrenia ristorativa della Capitale non subisce mai battute d'arresto. Anzi, anche quando le acque sembrano essersi placate, c'è chi lavora in silenzio per essere pronto a uscire allo scoperto in primavera, quando la scena gastronomica locale regalerà novità interessanti su più fronti, pronta ad accontentare i gusti eterogenei del pubblico. A cominciare da un progetto tutto sommato recente come quello di Banco, che in pochi mesi, con il fast good di via Ostiense ha saputo conquistare una nutrita compagine di estimatori, coinvolgendo anche i più scettici con una proposta di ristorazione veloce, giovane, informale, ma attenta alla genuinità del prodotto e alla qualità della preparazione. Il vero asso nella manica dei ragazzi guidati dal talento di Pietro Platania, però, è un format solido fondato su una strategia di comunicazione studiata nel minimo dettaglio e su un piano di sviluppo che sembra procedere a tappe forzate. E le idee sono ben chiare. Così, mentre si lavora per ultimare il laboratorio contiguo al punto vendita (ribattezzato Banco Lab), in un'altra zona della città – a Trastevere – sono appena iniziati i lavori per la realizzazione di un nuovo Banco, un secondo punto vendita all'angolo tra via San Francesco a Ripa e piazza San Calisto, nel cuore giovane del rione popolare. Il locale sarà pronto per la metà di aprile, il format immediatamente riconoscibile, per rivendicare l'intenzione – finora confermata dai fatti – di posizionarsi sul confine tra la ristorazione veloce e le ambizioni di una cucina più strutturata. Certo, per conquistare il target più eterogeneo di Trastevere, dai residenti del quartiere ai turisti di passaggio, ai giovani che nelle notti romane affollano piazza San Calisto, la squadra introdurrà qualche correttivo: piccoli accorgimenti in menu, ancora più studiato per il take away, prezzi alleggeriti, nel fine settimana l'orario si allunga fino alle 2 di notte, mentre è al vaglio una proposta per la colazione.
E lo spazio aumenta, con più sedute a sgabello davanti al consueto bancone che identifica il brand. Con la nuova apertura, la produzione sarà centralizzata, seguita personalmente da Pietro alla guida del Banco Lab, a supporto dei due locali, di eventuali catering e delivery. Ma si pensa già ai progetti futuri, per controllare punti strategici sul target in tutta la città. L'obiettivo è quello di contare su 5 punti vendita entro due anni - il prossimo potrebbe essere a Prati - poi Banco cercherà di uscire fuori dal perimetro centrale, senza escludere un interesse concreto su Milano.
La pizzeria di Necci al Pigneto
Dall'altra parte della città, al Pigneto, anche una realtà storica come Necci lavora a una sorpresa per la primavera romana, proprio di fianco al celebre bar di memoria pasoliniana. Manca ancora qualche settimana all'inaugurazione, ma i lavori per realizzare una pizzeria con gelateria firmata Necci procedono spediti. Ora restano da concordare i dettagli.
Zuma a Palazzo Fendi. E arriva anche Pacifico?
Che invece assumono contorni molto più definiti in casa Fendi: affacciato sul viavai del Corso, l'ultimo piano del rinnovato Palazzo della maison romana si appresta ad aprire le porte sul mondo della cucina giapponese di qualità (a caro prezzo). L'attesa per l'inaugurazione di Zuma è alle stelle da qualche mese, complici le innumerevoli indiscrezioni trapelate finora. Ma ora è tutto pronto per l'apertura di inizio marzo: tre cucine e altrettante varianti del cosiddetto stile Izakaya, dal sushi bar alla griglia robata (a carbone) a vista, ai piatti tradizionali in arrivo dalla cucina principale. Lo spazio è stato progettato dallo Studio Glitt di Tokyo, incorporando i quattro elementi naturali (con grande utilizzo di legno, tessuti, bambù e piastrelle tradizionali), e si articola su due piani, sfruttando la terrazza del Palazzo affacciata sui tetti della città. E nascosto alla vista, all'interno della cantina, ci sarà un tavolo privato per otto commensali; più mondano, invece, il bar del quinto piano, per aperitivo e dopocena.
A confermare il risveglio “etnico” della città arrivano anche le prime indiscrezioni sull'apertura del ristorante peruviano che ha fatto impazzire Milano nell'ultimo anno, conquistando fama e apprezzamento internazionale. Dopo il boom meneghino, Pacifico – pisco bar e cevicheria di livello (ora in menu entrano anche piatti caldi e pietanze a base di carne) a cura dello chef Jaime Pesaque – arriverebbe a Roma nell'ambito del progetto d'espansione dei soci fondatori (i fratelli Signani e il francese Guillaume Desforges), che contempla anche New York e Parigi. Certo, "l'apertura è in programma" ci conferma Jacopo Signani, "ma non ancora in stadio avanzato".
La pizza di Mani in Pasta a Ostiense
Cambiando scenario, anche il versante street food regala soddisfazioni. Mentre gli amanti del Trapizzino (che intanto è volato a Tokyo) ora possono trovarlo anche al cinema Adriano in piazza Cavour – dove il format vincente di Stefano Callegari ha aperto un nuovo corner – al quartiere Ostiense si affaccia nel mondo della pizza a taglio romana una nuova realtà, che promette bene.
Il piccolo locale di Jacopo Mercuro (anche lui scuola Bonci) ha aperto un paio di mesi fa su via Ostiense, non molto distante da un altro giovane pizzaiolo che si sta facendo conoscere con la sua pizza tonda che sembra mettere d'accordo un po' tutti (Pier Daniele Seu, a dirigere il forno di Gazometro 38). Piastrelle vintage e materiali naturali, Mani in Pasta offre qualche seduta a sgabello e una bella scelta di pizza a taglio che fa capolino dietro al bancone. Selezione degli ingredienti e abbinamenti denunciano l'ispirazione del maestro di via della Meloria, dalla cacio e pepe con scorza di limone e mentuccia alla patate, petto d'anatra affumicato e marmellata di mandarino, alla pizza bianca con crema di cavolfiore viola, zucca mantovana, pecorino e semi di papavero. Ma c'è anche la classicissima pizza bianca romana. L'impasto ad altissima idratazione lievita 96 ore, a temperatura controllata e costante. Da bere qualche birra artigianale.
La nuova gelateria di Ermanno Di Pomponio. A Civitavecchia
Sul fronte dolce si preannuncia un bella novità alle porte di Roma. Sarà la cittadina di Civitavecchia (ancora una volta, dopo l'esordio con Il Pavone, nel 1992) a salutare il ritorno di Ermanno Di Pomponio, il maestro gelatiere che ha portato al successo Neve di Latte. Il nuovo progetto si concretizzerà a marzo, con l'apertura di Armonia e Poesia; con oltre trent'anni d'esperienza alle spalle, Di Pomponio ha scelto di ricominciare ancora una volta da zero, all'insegna di un motto che lo accompagna da sempre: qualità da favola, per raccontare il passato guardando al futuro.
Come cambia l'ospitalità di lusso
E chiudiamo con una breve analisi della ristorazione d'hotel che verrà. I prossimi mesi dell'hotellerie di lusso capitolina saranno all'insegna di nuovi arrivi e ristrutturazioni eccellenti, con la possibilità concreta di movimentare ulteriormente la scena gastronomica cittadina. A cominciare dal chiacchierato hotel Aldrovandi a Villa Borghese, orfano da qualche mese di Oliver Glowig. Dopo l'abbandono dello chef tedesco, la struttura cinque stelle dei Parioli è entrata nel mirino del gruppo turco Dogus (già proprietario del Capri Palace di Anacapri), che un mese fa ha concluso l'affare con gli storici proprietari della famiglia Ossani. L'Aldrovandi entra così nell'orbita del magnate turco Ferit Faik Sahenk, particolarmente sensibile all'offerta gastronomica dei suoi alberghi nel mondo. Nuovi capitali, ambizioni rinnovate, vedremo chi arriverà in cucina.
Ma le prospettive sono allettanti anche in via San Basilio, nel quadrilatero di via Veneto a piazza Barberini. Qui sorgeva il palazzo ex Bnl, oggi proprietà della società San Basilio 45, controllata della holding Slh Hotels (Gruppo Statuto), pronta a trasformare l'edificio in un hotel 5 stelle lusso gestito da Starwood Hotels con il marchio W. Nelle intenzioni del gruppo, l'hotel è destinato a diventare una delle destinazioni più esclusive dell'ospitalità capitolina, e c'è da scommettere che si provvederà a fornirlo di un'offerta ristorativa di livello.
Mentre a poche centinaia di metri in linea d'aria, anche al Grand Hotel St. Regis si preannunciano grandi novità: all'interno del lussuoso edificio di piazza Esedra è già iniziata – in gran segreto – un'imponente ristrutturazione a firma Matteo Thun. Staremo a vedere che novità porterà eventualmente sul versante gastronomico.
Arriva Enrico Panero, con Farinetti
E intanto si attende per la primavera l'arrivo in città del giovane Enrico Panero, fedelissimo della prima ora di Oscar Farinetti, attualmente alla guida del ristorante Da Vinci di Eataly Firenze. In una lunga intervista al blog Il Forchettiere, lo chef ripercorre le esperienze passate, guardando al futuro (prossimo) che lo porterà a Roma per curare “un progetto a lungo termine”. Sarà lui la guida del nuovo locale che aprirà prima dell'estate accanto a Settembrini, su impulso di Oscar Farinetti.
a cura di Livia Montagnoli