Formare i pizzaioli del futuro non vuol dire solo insegnare tecniche e segreti. Significa permettere agli allievi di poter maneggiare la materia prima, conoscerla e comprenderne le caratteristiche al fine di poterla usare nel miglior modo possibile. È importante, quindi, che gli allievi dei corsi professionali abbiano a disposizione i migliori prodotti, soprattutto in un momento in cui si tratta di affinare la tecnica. E se il discorso vale per carni e formaggi, non poteva trascurare la farina. O meglio: le farine. Sì perché con il termine generico farina si indica, spesso erroneamente, un mondo decisamente vasto, in cui si trovano prodotti sostanzialmente differenti tra loro. Esistono quelle più indicate per il pane o per i dolci, quelle che hanno un grado di elasticità adatto alla pizza tonda e quelle che invece vanno meglio per le pizze in teglia. Alcuni pizzaioli professionisti usano impasti diversi a seconda delle stagioni o addirittura in base all’umidità della singola giornata. E saper panificare o impastare in modo corretto non può essere una prerogativa esclusiva di pizzaioli. Anche uno chef deve sapere cosa mettere nel cestino del pane, o il pasticcere che dolce preparare. Ecco il perché dell’accordo che Gambero Rosso ha stretto con Le 5 Stagioni. Il marchio di farine, che fa capo al gruppo Agugiaro&Figna, sponsorizzerà le scuole delle Città del gusto di Roma e Napoli, mettendo a disposizioni di docenti e allievi la vasta gamma di farine e semilavorati. Uno dei punti di forza su cui si basa questa nuova partnership è il centro di Ricerca&Sviluppo di Padova. In questo luogo vengono giornalmente portate avanti da tecnici e professionisti del settore nuove analisi e sperimentazioni sia per migliorare e monitorare costantemente i prodotti già esistenti, sia per crearne di nuovi, come nel caso della linea Gluten and Milk free, un semilavorato per la produzione di pizza senza glutine e derivati dal latte, pensato per chi soffre di specifiche intolleranze alimentari; o della gamma dei lieviti madre Naturkraft per il quale il gruppo molitorio si è avvalso della collaborazione con la facoltà di Biologia e Genetica dell’Università degli studi di Parma.