Non solo è ormai calamita per capitali, investimenti, ricchi e super ricchi di tutto il mondo. Da un po’ di tempo Londra oltre a strutturare la sua scena gastronomica in maniera sempre più volitiva, si è messa ad attrarre idee e concetti gastronomici dall’estero. È stato il caso di New York, ad esempio, che ha esportato in riva al Tamigi negli scorsi mesi insegne storiche come Balthazar e Shake Shack, simbolicamente di proprietà dei due più grandi ristoratori della grande mela: rispettivamente Keith McNally e Danny Meyer. Poi ci sono stati gli chef di mezzo mondo che hanno aperto tra City e Westminster (basti pensare ai sudamericani, ma anche ai tantissimi italiani che si sono affacciati negli ultimi anni: Massimo Roscioli, Bruno Barbieri, Moreno Cedroni…) e ora pare arrivato il momento dei qualche arrivo dalla Spagna.
Forse un po’ fiaccato dalla crisi economica iberica, infatti, sta per sbarcare in bel 400mq a Mayfair nientemeno che David Muñoz, giovane chef che a Madrid ha fatto faville con il suo DiverXO e, nella foodhall del centro commerciale El Corte Ingles di Callao sempre a Madrid, con il format StreetXO, versione callejra, come si dice in Spagna, ovvero “street” del ristorante gourmet. Il format londinese, seppur su dimensioni molto maggiori, sarà simile a quello di Madrid: un grande bancone a forma di U, musica alta, giovani chef indemoniati e illuminati da fuochi e fiamme. Quello di Madrid dunque si conferma un banco di prova per nuove aperture internazionali dell’interessante progetto StreetXO: “se tutto andrà bene, presto nuove aperture a New York e Singapore” ha dichiarato lo chef che, a Londra, è riuscito a convincere dei soci locali per la nuova apertura: “anche perché” ha detto “l’investimento necessario è stato attorno ai 2 milioni di sterline”. Aperture prevista per febbraio 2014.