Gentes fortissimae Italiae, le popolazioni più valorose d'Italia. Così, la storia (è Plinio il Vecchio che scrive) descrive i sanniti. E ci sembra di capire che questo marchio caratteriale il popolo sannita ce l’abbia ancora. Rinfrescato, oggi, da una ventata d’aria nuova.
Il Sannio è una terra in pieno fermento, che conserva la sua vivace e plurisecolare tradizione vitivinicola. Ma non c'è solo quello. Oggi nei piccoli borghi di questa area c’è una bella energia, che si svela al viaggiatore, soprattutto quello enogastronomico. I produttori sanniti dispongono sul tavolo i loro prodotti, spiegandoli con dedizione, e dimostrano come in questo territorio i termini artigianalità e qualità si coniughino bene nello stesso discorso. Ci hanno raccontato le loro storie, parlato delle loro ambizioni, lasciando trasparire la volontà di far conoscere il Sannio sotto un ombrello di iniziative collettive, che possano dare il giusto tono alle voci degli operatori più piccoli.
Se parliamo di Samnium ci riferiamo a una regione storica dai confini un po’ labili: sono tante le teorie che provano a delimitarla con precisione, seguendo l’andamento dei fiumi o quello delle valli. Si estende dall’entroterra campano, toccando il Molise, la Puglia, il Lazio, la Lucania, l’Abruzzo. Noi ci concentriamo sull’area beneventana: una fetta di terra che fin dall’antichità ha subìto, e assorbito, le influenze dei popoli che l’hanno abitata, traendone un’identità poliedrica.
Il vino
In questo periodo, i prati verdissimi si incontrano con campi gialli fioriti e il cielo si mostra a tratti blu, a tratti ricco di gonfi nuvoloni. Un clima instabile, che, unito all’austera presenza del massiccio della Dormiente, sembra volerci ricordare le leggende che hanno fatto di Benevento la "città delle streghe". Noi però, più che di streghe, siamo andati a caccia di storie. E così, tra sali e scendi e fitti appezzamenti coltivati a vite e ulivo, raggiungiamo l’arroccato paesino di Guardia Sanframondi, che domina la valle Telesina. Qui custodisce e coltiva la sua passione per il vino Giovanni Iannucci, vignaiolo trentenne, che ha avviato la sua azienda nel 2012, mettendoci dentro i saperi di famiglia, ma anche tante nuove intuizioni, che si discostano dal fare tradizionale, o forse no, lo perseguono in modo ancora più deciso. In vigna lavora senza concimi chimici, diserbanti e trattamenti di sintesi e in cantina non si affida a lieviti selezionati, così come limita al massimo l’uso di anidride solforosa. Un approccio al "naturale" non per moda, ma per scelta, accentuato da alcune brevi macerazioni sulle bucce, cui viene sottoposta anche la nativa Falanghina: “Per valorizzare l’identità di questo vitigno in modo diverso, mantenendone, comunque, la freschezza e la mineralità”.
I grani
Spostandoci sotto Benevento, a San Nicola Manfredi, il paesaggio si distende. Facciamo visita all’azienda agricola Mirra, per conoscere il mulino e i grani del mugnaio Gasperino Mirra. Qui da cinque anni si lavora con due macine a pietra. C’è un profumo di ruralità che proviene dall’ambiente di lavorazione e dai sacchi di farina, che ci fa riflettere, ancora una volta, sulle sinergie tra uomo e ambiente naturale. Dove il primo diventa il mezzo per salvaguardare il secondo, e viceversa. A quest’azienda si deve l’impegno nella riscoperta di alcuni grani e la particolare attenzione alle produzioni integrali. Dal farro all’orzo, il mais, dal grano Senatore Cappelli alla localissima Romanella: i prodotti raccolgono consensi da pastifici e pizzaioli, che ne apprezzano la qualità oltre che la forte connotazione territoriale. Insomma, elementi preziosi che passano di mano in mano, dal coltivatore al produttore e all'artigiano.
La birra
Sorprende come, con la stessa spontaneità, a queste imprese "tradizionali", se ne stiano affiancando altre meno storiche: è il caso della birra Romanella, che prende il nome, appunto, dal grano autoctono da cui ne deriva. È prodotta da Maestri del Sannio, a Cerreto, progetto di cui ci ha parlato Armando Romito, inventore della ricetta nonché gestore dell’esercizio. Con lui abbiamo visitato anche un altro birrificio artigianale, il Borrillo, in quel di Molinara. Qui Vincenzo Cillo, mastro birraio, realizza un’ampia batteria di birre, tutte caratterizzate da facile beva e con netti rimandi al territorio, come la pils "Molinara". A dimostrazione di come, su un suolo produttivamente già battuto, possano sorgere attività finora "estranee".
Il croccantino
Ultima tappa San Marco dei Cavoti, tempio del Croccantino, golosa barretta con impasto di mandorle, zucchero e nocciole, avvolta da uno strato di cioccolato fondente. In ordine di tempo, l’ultimo a inserirsi in questa produzione dolciaria è stato Antonio Autore, che oltre a mantenere la produzione classica, ha inserito numerose varianti nella ricetta, servendosi di prodotti locali e non solo. Segno, anche questo, che qualcosa sta cambiando: un’artigianalità locale dalle ampie vedute, che ama conservare e tramandare, ma si riserva di ricercare miglioramenti, anche attraverso le contaminazioni.
Azienda Agricola Giovanni Iannucci | Guardia Sanframondi (BN) | via Sorgenza 87 | tel. 333 4041049 | https://www.facebook.com/iannucciaziendaagricola
Azienda agricola Mirra | San Nicola Manfredi (BN) | contrada Paritola | tel. 340 6691823
Birrificio Borrillio |Molinara (BN) | via Cupa di Carcio | tel. 0824 994171 | http://www.birrificioborrillo.it/
Maestri del Sannio - Bottega Alimentare Sannita | Cerreto Sannita (BN) | via Michele Ungaro 25-27 | tel. 392 3147047 | www.maestridelsannio.it
Autore | San Marco dei Cavoti (BN) | Via Beviera, 64 | tel. 0824 984749 | http://www.casaautore.com
a cura di Giulia Zampieri
prova del Master in Comunicazione e Giornalismo Enogastronomico del Gambero Rosso
.