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È questo che ha pensato qualche mese fa l’assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna. Stiamo parlando dell’evento di Milis - piccolo comune dell’oristanese - dedicato ai vini novelli giunto oramai alla venticinquesima edizione. Da quest’anno però, per volere delle istituzioni regionali sarde, una piccola grande novità: affiancare alla consolidata rassegna la promozione dell’eccellenza vitivinicola sarda, tutte le produzioni legate ai marchi Dop, senza dimenticare il mondo della ristorazione isolana - quella che lavora sodo per fare alta qualità - e si serve rigorosamente dei grandi prodotti che la terra riesce a dare.
Vip Wine Sardegna. Ecco il nome dell’iniziativa andata in scena lo scorso week end. “Abbiamo volutamente scelto dei termini in inglese perché vogliamo che questo sia il primo di un annuale appuntamento che deve uscire al di fuori dei confini regionali, ma anche nazionali. Però non pensiamo minimamente di dover tradurre il nome della nostra isola che rimane Sardegna”. Queste le parole dell’Assessore Oscar Cherchi alla cerimonia inaugurale della kermesse. “Mi è sembrato opportuno abbinare ai novelli, notoriamente apprezzati da un pubblico più giovane - prosegue Cherchi - i vini di alta qualità richiesti da un pubblico più esigente. Abbiamo anche fatto in modo che i giornalisti specializzati, i buyer, i manager della grande distribuzione e i ristoratori potessero conoscere contemporaneamente anche la qualità di prodotti agroalimentari dell'eccellenza sarda, grazie a sapienti abbinamenti proposti dai nostri cuochi”.
Sul palco, nel giorno dell’inaugurazione, anche il governatore della regione Cappellacci, il sindaco del comune ospitante e il noto chef carlofortino Luigi Pomata, chiamato a coordinare tutte le iniziative gastronomiche interne all’evento. "Come lottiamo per difendere dalla crisi e dalla delocalizzazione quelle realtà produttive che possono essere ancora competitive - ci dice il governatore Cappellacci - abbiamo il dovere di promuovere le nostre eccellenze nel settore vitivinicolo e agroalimentare in generale. Queste ultime, infatti, sono un esempio di quei fattori di produzione non delocalizzabili, che rappresentano una risorsa per il presente e per il futuro della nostra società. Attraverso questi fattori, insieme ad ambiente, cultura e tradizioni, si può costruire uno sviluppo foriero non solo di benefici per i grandi manager, ma anche di nuove occasioni per le imprese e per il lavoro, con un miglioramento della qualità della vita della nostra società."
Ricco il programma. A partire dai numerosi vini presentati che sotto i Consorzi di Tutela sono stati degustati dal pubblico. Tutte le eccellenze regionali erano presenti: si comincia con i più noti Cannonau e Vermentino di Sardegna, per arrivare alle produzioni di Gallura, Cagliari, Alghero e Sorso Sennori, Carignano del Sulcis fino a due veri e propri gioielli enologici isolani che sono la Vernaccia di Oristano e la Malvasia di Bosa. Importante l’apporto dell’Agenzia Laore Sardegna che, oltre a prendere parte all’organizzazione dell’evento ha curato un mini corso di degustazione di formaggi sardi a marchio Dop, come Pecorino Sardo, Romano e Fiore Sardo. Non sono mancati i live cooking a cura degli chef e i dibattiti tenuti da esperti del settore e stampa specializzata in cui si sono messe in evidenza tutte le prospettive future dell’agroalimentare isolano.
Giuseppe Carrus
13/11/2012