Anche la Santa Sede avrà il suo vino prodotto sul suolo del Vaticano. Dal vigneto incastonato nel cuore della residenza di Castel Gandolfo, nascerà un rosso a base di uve cabernet sauvignon con l’etichetta della Santa Sede. Un progetto di grande valenza simbolica alla cui guida è stato chiamato l’enologo e presidente dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani, Riccardo Cotarella.
Il vino della Santa Sede
“Il vigneto si compone di due ettari e si trova all’interno della residenza estiva papale vicino ai Giardini Pontifici di Castel Gandolfo” dice al Gambero Rosso Riccardo Cotarella. “Sono stati impiantati diversi vitigni, ma in prevalenza il vino sarà a base di cabernet sauvignon”.
Una scelta ponderata, che prende in considerazione più elementi. “Quello di Castel Gandolfo è una zona splendida” continua Cotarella “Ho scelto questo vitigno perché il vino prodotto riuscisse a esprimere al meglio il territorio. Pur essendo una zona vocata per i vini bianchi, ho voluto rifarmi alla mia esperienza con l’azienda Colle Picchioni di Paola di Mauro con cui ho esplorato le potenzialità di questo vitigno”. “Il vino” rivela Cotarella “vedrà un affinamento in botte di rovere e verrà imbottigliato nel 2026”, ma non lo si troverà in vendita perché le bottiglie saranno destinate esclusivamente al Vaticano.
Il mondo del vino e il Papa
D’altronde il tema vino - inteso simbolicamente come connessione spirituale al divino - è molto caro alla Santa Sede, tant’è che pochi giorni fa il pontefice ha accolto il mondo vitivinicolo tra le mura del Vaticano. “Cari amici” sono state le sue parole “il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale sono doni di Dio, ma non dimentichiamo che il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per il cuore dell’uomo, e di ogni uomo, non solo di quelli che hanno più possibilità”.