Vino siciliano a prova di Dna

6 Dic 2011, 17:03 | a cura di

Certificare in cinque anni, grazie alla genomica, la metà del vino siciliano. E' un obiettivo possibile. E la prima pietra è stata messa stamattina a Palermo, dove l'Istituto di genomica vegetale (Igv) del Cnr e il laboratorio di ricerca Bionat Italia hanno presentato un protocollo di qualità, basato sulle più mo

derne tecnologie della tracciabilità genetica, che in due anni dovrebbe consentire alle aziende di avere un marchio che certifica l'origine del prodotto e non solo il processo produttivo come accade ora.

 

Il progetto (finanziato col Psr Sicilia 2007/2013 per 950mila euro) punta a garantire la qualità dei vini, tracciarne l'origine e la tipicità. “Saremo in grado di distinguere i produttori che nel dichiarare un vino d'origine siciliana utilizzano uve coltivate in altri paesi”, dice a Tre Bicchieri il direttore dell'Igv-Cnr, Francesco Carimi. Il progetto ha il sostegno di diverse aziende dell'Isola tra cui Benanti, Planeta e Cantine trapanesi riunite.

 

“Non è stato facile mettere assieme cantine, vivai ed enti di ricerca – spiega il direttore di Bionat Italia, Sandro Drago – e nel giro di due anni partiremo con la certificazione. Il marchio è già stato registrato e i produttori interessati potranno aderire. Sarà il nostro valore aggiunto soprattutto all'estero”.

 

di Gianluca Atzeni

06/12/2011

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram