Ci sono cose che si abbinano bene insieme: è il caso del vino con la musica. Da una parte Tenuta Eméra azienda ormai nelle mani di Alessandra Quarta e dall’altra la cantautrice britannica Sophie Ellis Bextor che insieme hanno creato un nuovo vino rosato. Il primo per la cantina a base di primitivo che uscirà il prossimo 26 luglio. «Non si tratta solo di vendere un prodotto. Mi piaceva fare il vino con lei perché mi piaceva mescolare i mondi di musica e vino, in modo da avvicinare il mondo al vino e invitandole ad approfondire la regione o il vitigno di provenienza». Un'etichetta che va a inserirsi in un discorso più ampio di un mercato che cambia le sue esigenze e di un modo di adattarsi di una cantina.
Rosé on the Dance Floor
«Tutto è iniziato con un incontro fortuito all’interno dello studio di registrazione del mio compagno. Richard Jones, anche lui musicista del gruppo di The Feeling, era andato da lui per registrare. Tra le chiacchiere è uscito che era il marito di Sophie Ellis Bextor ed eravamo gasati di poterla incontrare». Il viaggio per la cantautrice per arrivare in cantina è breve avendo comprato una casa in Puglia. «Ci è venuta a trovare e abbiamo passato un weekend a Tenuta Eméra. Sono stati i primi ospiti della parte ospitativa dell’azienda. Ha assaggiato il nostro rosato a base di negroamaro e le è rimasto impresso perchè in Inghilterra non si trovano rosati secchi, ma solo piuttosto dolci».
Basta un weekend e il progetto viene messo in cantiere. “Rosé on the dance floor” strizza l’occhio al singolo di successo della cantante inglese del 2001 (Murder on the dance floor). «È nato con l’idea di fare un vino che rappresentasse il suo modo di comunicare, quindi festaiolo, fresco, ma interpretato dalle nostre uve e la nostra filosofia aziendale. Volevamo fare un rosé dalla freschezza croccante, fruttato, ma con la componente marina e sapida di queste zone».
Una prima produzione che è un test di un discorso più ampio. Dove il vino vedrà affiancarsi ancora di più al mondo della musica. «Molto probabilmente la gran parte di queste prime bottiglie andranno nel Regno Unito perché l’importatore lo metterà a disposizione dei fan, ma noi vorremmo fare una produzione più grande e portarla in giro per il mondo, ai concerti di Sophie per raccontare la Puglia, ma anche perchè l’Inghilterra offre una tipologia di rosé dai toni dolci e zuccherini. Lei vuole portare un vino nuovo, diverso, riferendosi a una domanda crescente in cui sono preferiti vini acidi e sapidi».
Il vino di domani
Poco marketing, o meglio, quello che serve alle vendite, ma il nuovo rosato è più un’esperimento che si muove sulle nuove esigenze del mercato in cui vengono cercate nuove strade e nuovi modi per attrarre le persone al vino e un test su nuove annate che risentono di temperature più alte. «Non è un progetto semplice da mettere in atto. Stiamo vendemmiando ormai molto in anticipo, a partire dalle uve bianche. Quest’anno inizieremo quasi un mese prima. Anni fa la fluttuazione dell’inizio della vendemmi era di 3-4 giorni, tra il 10 e il 15 agosto, ma quest’anno partiremo a Luglio».
La nuova etichetta si inserisce in un progetto di cambiamento che l’azienda sta perseguendo. «A livello stilistico, stiamo raddoppiando la produzione di Negramaro vinificato in bianco, e verso una produzione maggiore di rosato. Un mindset che stiamo adottando, ma che non riguarda solo uno scopo commerciale. Chi fa vino deve registrare questi cambiamenti, quindi misurarsi anche con piatti più freschi e veloci a cui poter abbinare un vino più adatto. In modo analogo anche con le giovani generazioni che preferiscono altre bevande e cercano sapori freschi, acidi, secchi, ti senti che devi fare qualcosa per avvicinarti a loro senza snaturare la tua identità. Se l’esigenze del mercato cambiano penso sia importante impostare la tua azienda in maniera diversa e io sto prendendo sempre più posizione nell’azienda di cui ho preso le redini».