La difesa della vite dalle malattie è uno dei trend topic della ricerca applicata in vitivinicoltura. E in Spagna sono arrivati i primi risultati del progetto europeo Lifeislight, interessante iniziativa che prevede la stimolazione dell'autodifesa del vigneto con l'esposizione ai raggi ultravioletti. L'obiettivo è ridurre l'uso dei fitosanitari, secondo i principi del Green deal dell'Ue. Familia Torres, gigante della viticoltura spagnola con circa 250 milioni di fatturato e 2.500 ettari di vigne, assieme alla sua controllata Jean Leon, hanno reso noto gli esiti preliminari di due campagne di sperimentazione in campo nell'area della Dop Penedès, in Catalogna.
Come funzionano i flash di raggi Uv
La luce ultravioletta viene proiettata in modalità flash attraverso delle macchine apposite sulle piante di vite, ottenendo una stimolazione delle difese naturali e una conseguente maggiore resistenza. In particolare, il segnale ultravioletto stimola dopo poche ore la produzione di acido salicilico nelle foglie e questo acido agisce come segnale di allarme, provocando la reazione della pianta, che si difende più efficacemente contro oidio e muffe. La luce, secondo i responsabili di UvBoosting, società francese titolare del brevetto dal 2015, è innocua per la fauna, la flora o per lo stesso vino, ma è utile per contribuire al contrasto delle crittogamiche.
Risultati preliminari incoraggianti
Pur essendo la 2023 un'annata poco significativa, in quanto nei filari coinvolti non ci sono stati attacchi di oidio, a fronte di una siccità che, invece, è stata molto forte, i ricercatori e le cantine interessate hanno notato che i vigneti più giovani (e quelli meno colpiti dalla siccità) sembrano aver reagito positivamente al trattamento con luce ultravioletta. Il progetto ha provato anche a studiare se i raggi Uv migliorino la resa in vigna, riscontrando che nel vigneto giovane esposto alla radiazione le rese sono state superiori ad altri appezzamenti non trattati. Lifeislight è un progetto finanziato dal programma Life della Commissione europea e coinvolge anche le Università di Tolosa e di Bordeaux.
L'articolo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 21 dicembre 2023
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