Pochi giorni fa il Gambero Rosso e Kodansha โ tra le piรน importanti case editrici del Giappone - hanno presentato, nella moderna cornice dellโIstituto Italiano di Cultura progettato da Gae Aulenti, la prima edizione giapponese di Vini dโItalia, cui รจ seguita la degustazione di una quarantina di aziende presenti in guida. Un momento importante, a sancire una partnership la cui origine si puรฒ rintracciare nelle corde delle due culture. Quello italiano e quello giapponese sono certo due mondi molti lontani, con piรน divergenze che punti di connessione, a eccezione di una comune tendenza al bello estetico e allโesaltazione del gusto, risultato di una ricerca maniacale allโorigine del prodotto. Lo dimostrano i numeri: il mercato del vino italiano non ha eguali negli altri Paesi dellโEst e del Sudest asiatico. Una prima ragione va ricercata nel fatto che la produzione di vino in Giappone risale alla fine del 1800, quando un periodo di carenza di riso costrinse il governo a pensare a unโalternativa per la produzione di alcol. La regione piรน sfruttata per la produzione di vino รจ il Kanto, non lontano da Tokyo, e lโuva che meglio si รจ adattata alle condizioni climatiche e parassitarie il koshu, di origine cinese. Il consumo pro capite di vino รจ oggi di circa 2,6 litri allโanno, il piรน alto nel mondo asiatico. Una quantitร che รจ stata favorita negli ultimi ventโanni da diversi fattori: maggiore conoscenza del vino acquisita durante i viaggi allโestero (i giapponesi sono nel mondo orientale quelli che hanno viaggiato da piรน tempo in quello occidentale, anche da turisti), crescente occidentalizzazione nello stile di vita, progressiva liberalizzazione delle licenze per la vendita al dettaglio degli alcolici e campagne educative a sottolineare le qualitร anche salutari del vino, soprattutto rosso, per la presenza dei polifenoli. La domanda del vino mostra un crescente orientamento verso i vini importati.
Anche se รจ la Francia a detenere il primato, con un valore in euro pari a circa 600 milioni contro i 170 di quelli italiani, uno sguardo al recente passato mostra un dato incoraggiante. Il divario tra i due valori infatti sta andando via via diminuendo se si pensa che solo nel 2008 il rapporto stava quasi 6 a 1 (570 milioni per la Francia contro 110 per lโItalia). Nel giro di cinque anni siamo passati a circa 3,5 a 1.
La distribuzione del vino importato prevede diversi passaggi, soprattutto se al di fuori della GDO. Sia che il vino importato entri nel Paese attraverso un importatore o un eventuale produttore giapponese โ sono molti quelli che operano anche nellโimportazione - il passaggio necessario avviene attraverso i grossisti di primo livello, i quali distribuiscono direttamente ai dettaglianti o ai ristoratori oppure, ed รจ il meccanismo piรน comune, ai grossisti di secondo livello, cosiddetti grossisti di sportello, che effettuano piccole ma frequenti consegne, soprattutto a realtร che non dispongono di spazi per lo stoccaggio, come dettaglianti e ristoratori. Il prezzo del vino puรฒ variare da 3 a 5 volte quello Ex-Works (EXW) del fornitore italiano, senza considerare la problematica legata ai dazi doganali e allโimposta sugli alcolici. I primi variano a seconda della tipologia โ spumanti o fermi โ e delle dimensioni del contenitore โ fino a 2 litri, da 2 a 150 litri, oltre 150 litri; i secondi a seconda della tipologia, vini o vini dolcificati.
In questo quadro, certamente piรน favorevole di molti Paesi a noi piรน vicini, unโultima riflessione su come lโurbanizzazione sia uno tra gli elementi di maggior importanza nella diffusione del vino โ soprattutto quello italiano - in Giappone. A partire dai giovani che mostrano maggiore familiaritร con la nostra cucina e hanno lโabitudine a utilizzare mezzi pubblici per spostarsi, visto che i controlli e le sanzioni per guida in stato di ebrezza sono molto severi. Un cambiamento di abitudini rilevante.
Infine le considerazioni di Isao Miyajima, grande esperto di vino e traduttore della guida in giapponese, cui abbiamo chiesto di raccontare con lโocchio autoctono lโiniziativa: โQuesta prima edizione giapponese della guida Vini dโItalia รจ davvero importante per il mercato nipponico, cosa dโaltronde ampiamente confermata dallโimpressionante presenza di pubblico allโIstituto Italiano di Cultura e dal grande sostegno da parte dellโAmbasciata Italiana. Il consumatore giapponese รจ molto curioso, vuole avere informazioni sul vino che beve e vuole sapere chi cโรจ e che storia cโรจ dietro il bicchiere di cui sta godendo. ร un popolo che ama studiare e imparare. Da questo punto di vista una guida ampia ed esauriente come quella del Gambero Rosso รจ di fondamentale importanza e sono certo avrร grande successo. ร anche molto apprezzato il fatto che il Gambero Rosso organizzi questo tipo di eventi, portando produttori di qualitร : unโoccasione per conoscere cose nuove e scambiare visioni e opinioni. Infine, per quanto riguarda il mercato del vino, si nota un cambiamento nel consumo, oggi piรน quotidiano e popolare: se una volta si beveva vino solo in occasioni speciali oggi si consuma normalmente. Per questo stanno avendo molto successo tipologie piรน casual come Prosecco, Chianti e Lambrusco. Certo si tratta di una fascia di prezzo medio, ma il fenomeno va guardato nel lungo periodo, e il primo passo รจ consolidare lโabitudine di bere vino nel quotidiano. Una volta fatto questo anche i vini di fascia superiore ne beneficerannoโ.
a cura di Eleonora Guerini
Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanaleรรรรย Tre Bicchieri del 12 giugno.
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