Buona la prima per il Monferrato Wine Festival – Monferrato Identity (20/21 maggio) , l’evento, organizzato dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato all’interno del Castello medievale di Costigliole d’Asti. Tanto che la promessa è quella di farlo diventare un appuntamento annuale per raccontare a pubblico, operatori del settore e stampa i molteplici volti di questo territorio, tra masterclass, showcooking e incontri con i produttori. E non è mancata neppure la solidarietà. Il Consorzio ha, infatti, annunciato che stanzierà una somma di denaro per aiutare le famiglie colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna.
Monferrato Wine Festival. Presentazione del libro Barbera 2.0
Tra gli appuntamenti, spazio anche a scienza e ricerca. Nella giornata di sabato 20 maggio, infatti, si è tenuta la presentazione ufficiale del libro “Barbera 2.0”, manuale la cui creazione è stata coordinata dal Consorzio e che racconta un intero triennio di studi e analisi dei vini Barbera nel territorio della Docg. Un lavoro nato dalla necessità di indagare in modo scientifico il territorio del Monferrato per poter dare un contributo sostenuto e voluto a tutte le aziende dell’area e descrivere come dovrà cambiare l’approccio agronomico negli anni per quanto riguarda la Barbera d’Asti. Un lavoro che è ulteriore segno di unità e di concreta collaborazione tra l’Università di Torino, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, la Banca di Asti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e la Regione Piemonte.
“Rappresentiamo un territorio ricco di risorse che devono essere valorizzate: cultura, tradizioni contadine centenarie, una cucina ricca di prodotti tipici, una realtà enologica sfaccettata ma unita creano l’identità del Monferrato” commenta il presidente del Consorzio Filippo Mobrici “Il nostro impegno, la nostra responsabilità è dare voce a tutto questo”.
Monferrato Wine Festival. Vino e salute nel talk del Consorzio
In Monferrato, nel talk riservato alla stampa “Vino e salute: il bere consapevole” si è affrontato uno degli argomenti più caldi del momento. “Non si vuole negare che il vino, somministrato in eccesso e non responsabilmente, possa portare a conseguenze negative per il corpo umano ma, allo stesso modo, non si può dimenticare cosa questo prodotto rappresenti per la storia e la tradizione italiana” ha sottolineato il presidente del Consorzio Filippo Mobrici “Liquidare l’argomento mantenendosi solamente sulla posizione “il vino fa male” sarebbe semplicistico”.
All’incontro è intervenuto anche il nutrizionista e professore Giorgio Calabrese, tra i primi ad aver definito il vino un “alimento liquido”, con un quantitativo minimo e massimo che può essere introdotto nel corpo umano. Questo limite è dettato dal fatto che l’alcool può essere assimilato e metabolizzato solo grazie all’esistenza di quattro enzimi che, fino ai 18 anni di età, non sono ancora correttamente formati. “Il loro lavoro” ha spiegato lo stesso Calabrese “permette all’alcol di non trasformarsi in acetaldeide, sostanza tossica e che può scatenare reazioni metaboliche nell’organismo. Questa trasformazione non è possibile che avvenga prima dei 18 anni di età, proprio per la mancata maturità degli enzimi contenuti nel corpo di un adolescente. Per questo motivo, fino a quell’età è bene evitare la somministrazione anche del vino, in attesa di un periodo di vero e proprio svezzamento, abituando il corpo a poco a poco all’assunzione di questo “alimento liquido”, capace di impastarsi con ciò che si mangia. Per questo il vino deve essere sempre accompagnato al consumo di cibo e mai bevuto a digiuno, seguendo le indicazioni della medicina”.
Attività realizzata con il contributo del MASAF, ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022 - CUP J88H22001700008