Identikit del critico narcisista che giudica e parla di vino usando l'ombelico

7 Giu 2024, 16:09 | a cura di
Il mondo enologico ha bisogno di cambiare linguaggio e, soprattutto, servono esperti meno egocentrici

Regola numero uno: il bicchiere va inclinato in direzione della luna, per andare a formare un arco di 180 gradi. Il liquido odoroso va ascoltato, analizzato, scansionato. Dopo 55 minuti di convenevoli e di riferimenti alti a scrittori francesi e greci citati nel libro del moderatore, ci รจ concesso degustare. Ma non ancora: fermi! Il bicchiere non รจ ancora pronto. E allora scopriamo vita, morte e miracoli del degustatore in questione: รจ stato il primo a conoscere Veronelli, Churchill, Aristotele. Per un breve periodo ha vissuto anche nella caverna cosรฌ cara al buon Platone. Lui beve vino da sempre, ancor prima di testare il latte materno. A un certo punto, sempre nella dolce attesa di poter assaggiare quel liquido che noi comuni mortali chiamiamo vino, ci tiene a precisare che ha avuto anche discepoli: qualcuno lโ€™ha pure superato. Ma non sembra poi cosรฌ convinto di questโ€™ultima affermazione. Quindi lโ€™imponderabile, il vino si puรฒ perfino avvicinare alle labbra.

Pronto c'รจ qualcuno?

Ma il maestro ci riprende, sarebbe davvero troppo banale, dobbiamo utilizzare lโ€™orecchio. Sรฌ, perchรฉ ogni vino emette un suono distintivo, una sua voce. Ci dotiamo quindi di cuffie, dellโ€™ultimo modello capace di cancellare qualsiasi rumore esterno, non saremmo capaci nemmeno di percepire una trivella attiva alle nostre spalle. Finalmente assaggiamo il primo campione. Sono passati circa due ore e 15 minuti dallโ€™inizio della degustazione. Lโ€™assaggio รจ alla cieca, non abbiano alcuna informazione sulla bottiglia che stiamo agognando. Lโ€™amico accanto a noi suggerisce il nome di un produttore che ci esporrebbe al pubblico rogo, se menzionato in un contesto del genere. La prendiamo come una boutade. Nulla da dire invece sulla bontร  del vino che mettiamo in corpo: ha carattere, รจ imprevedibile, offre davvero una bella bevuta. Ci sono un paio di commenti in sala, ma il moderatore li utilizza per virare le osservazioni, ehilร , nuovamente su di sรฉ.

La fuga

Il secondo vino della giornata lo dobbiamo al nostro vate. รˆ stato lui il primo a visitare e battezzare la cantina, quando ancora l'enoturismo non era quel fenomeno di massa che conosciamo oggi. Quindi, incomincia a sciorinare una serie di descrittori che ci riportano a spezie presenti solo nell'Isola di Formosa. Di nascosto, cercando di non dare nellโ€™occhio, usciamo di soppiatto dalla sala e ci fermiamo alla prima trattoria, pessima, che incontriamo per la strada. Mangiamo un risotto carico di grasso di maiale con un rosso insignificante ghiacciato. Nessuno proferisce parola, il piรน ardito vorrebbe parlare del peperone crusco che esce dal bicchiere. Non ne ha il coraggio. Perchรฉ sa bene che oggi il grande problema del vino รจ il suo linguaggio, i suoi tempi. E lโ€™ego enorme di chi, come noi, ci ha costruito sopra una carriera.

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