rsone sono state arrestate la scorsa notte, su ordinanza del Gip di Vigevano, con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla frode, adulterazione di vino, ricettazione di prodotti enologici ed evasione fiscale sia in Italia, sia in Inghilterra. L'inchiesta, durata più di un anno, ha consentito di scoprire che nel giro di soli otto mesi sono state commercializzate circa 4 milioni di bottiglie per un valore di 10,2 milioni di euro sul mercato inglese.
Attraverso una triangolazione nelle province di Pavia, Bergamo e Novara, il vino Dop e Igt “fasullo” (etichettato, tra gli altri, come Barbera, Soave, Merlot, Montepulciano D'Abruzzo, Pinot Grigio e Shiraz) era commercializzato in nero in Inghilterra, con la complicità di due ditte di trasporti di Alba e Pisogne (Brescia), senza documenti di accompagnamento e in totale evasione del fisco inglese, dove l'accisa è notoriamente alta. Nell'indagine sono coinvolte le ditte Cantine E.Silva di Gravellona Lomellina (Pavia), la Enorobica di Bagnatica (Bergamo) e la società The italian wine company di Londra.
Secondo gli inquirenti, i fornitori sarebbero Silva e Enorobica che acquistavano il vino da tavola di bassa qualità (proveniente da Emilia Romagna e Lombardia), lo imbottigliavano in Italia per poi spedirlo in Inghilterra tramite le ditte di trasporti Siap snc di Alba e Baiguini di Pisogne, con l'intermediazione logistica della ditta Sbf di Invorio (Novara) con sede a Novi Ligure. A Londra, le autorità inglesi hanno arrestato uno dei basisti, di origine italiana. Così come è italiano il dominus dell'organizzazione: R.F. di Arona, anch'egli arrestato dai carabinieri del Nas.
La Procura di Vigevano ha sequestrato agli indagati numerosi beni tra cui auto di lusso (Maserati, Mercedes, Bmw e Audi, anche con targa estera), alcuni immobili e conti correnti bancari.
Duro il commento dell'assessore all'agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto: “Nessuna azienda piemontese è coinvolta nelle indagini, ma si tratta di un danno enorme sia per l’immagine del vino italiano sia per l’economia vitivinicola delle zone di origine dei prodotti taroccati, che hanno subìto sul mercato estero la concorrenza sleale di un prodotto non leale”.
a cura di Gianluca Atzeni
17/04/2013