"A maggio debutta la nostra Chianti Week". Il Consorzio svela i piani per conquistare i consumatori più giovani

30 Gen 2025, 15:03 | a cura di
Il futuro del Chianti secondo Saverio Galli Torrini: "Gradazione alcolica più bassa? Vedremo. Intanto puntiamo alla Gran Selezione entro l'anno". E in primavera grande evento itinerante in città

Il suo debutto ufficiale sarà a Chianti Lovers & Rosso Morellino, la manifestazione che andrà in scena il 19 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze, ma il nuovo direttore del Consorzio Vini Chianti Saverio Galli Torrini ha già chiari gli obiettivi per il suo nuovo ruolo: più business e meno narrativa, possibilmente con il via libera alla Gran Selezione entro l'anno, così come ci ha raccontato nell’intervista che segue. D’altronde è stato scelto proprio per il suo approccio laico: nelle sue diverse esperienze manageriali - in enti pubblici e privati - non ha fino ad ora ricoperto altri ruoli nel mondo del vino.

Cosa porterà delle sue precedenti esperienze lavorative nel settore vitivinicolo?

Porterò una visione più manageriale e meno tecnica, che è il motivo per cui il Consiglio di amministrazione mi ha affidato questo incarico. Non vengo dal mondo del vino e questo mi permette di avere un approccio più imprenditoriale e orientato alla commercializzazione del prodotto. Il Consorzio Chianti non vende vino direttamente, ma deve mettere le aziende socie nelle condizioni di farlo nel miglior modo possibile.

Dalla sua visione laica del vino, quali errori ritiene siano stati commessi in passato?

Ritengo che il settore vitivinicolo, negli anni, si sia concentrato molto sulla narrazione e sulla tecnica, trascurando talvolta l’aspetto commerciale. Il mio obiettivo è rafforzare il lato business, agevolando l’accesso a nuovi mercati e rendendo più efficace la promozione.

Nel suo discorso di insediamento ha parlato di “nuove sfide” legate ai cambiamenti nei consumi. Avete pensato alla possibilità di abbassare la gradazione alcolica, come stanno facendo altre denominazioni?

Potrebbe essere una questione da affrontare in futuro. In ogni caso, ogni eventuale modifica del disciplinare sarà una decisione del Consiglio di amministrazione.

E per quanto riguarda i vini dealcolati? Se diventasse una strada percorribile, ci pensereste?

Visto che la normativa attuale non lo permette per i vini Dop e Igt, non è un argomento all’ordine del giorno.

Avete sofferto per il calo generalizzato dei consumi?

Il calo generalizzato dei consumi ha avuto un impatto, ma nel nostro caso è stato in gran parte legato a una riduzione della produzione. La vendemmia 2023 è stata molto al di sotto della media: solitamente la produzione si aggira tra gli 810.000 e gli 850.000 ettolitri, ma lo scorso anno abbiamo registrato un calo del 30-35% a causa di problemi fitosanitari come la peronospora. Questo ha inevitabilmente inciso sulla disponibilità di prodotto, più che sulle vendite in sé, che invero sono state superiori di cista 60.000 ettolitri rispetto alla produzione.

Ad ogni modo, non è un periodo facile, soprattutto per i consumi di rosso. Quali strategie seguirà il Vino Chianti per non perdere appeal?

La nostra missione principale rimane la promozione della denominazione all’estero. Il Consorzio ha pianificato per il 2025 la partecipazione a numerosi eventi e fiere internazionali. Quest’anno, inoltre, stiamo investendo anche nei cosiddetti mercati emergenti, come l’India e alcuni Paesi africani, che potrebbero rappresentare nuove opportunità di sbocco.

Vale la pena continuare a investire su Paesi come la Cina, considerata da molti una "eterna promessa non mantenuta"?

Assolutamente sì. La Cina è un mercato chiave per via della sua enorme popolazione e del potenziale di crescita nel consumo di vino. È vero che il mercato cinese non ha ancora dato i risultati sperati, ma dobbiamo considerare che il Chianti vi si è affacciato solo da una decina d’anni. Inoltre, la pandemia ha rallentato i progressi per almeno tre o quattro anni. Il Consorzio crede fermamente in una ripresa del mercato cinese e continuerà a investire in promozioni ed eventi per rafforzare la nostra presenza.

Sul fronte statunitense, siete preoccupati per i dazi annunciati da Trump? Anche voi avete registrato un’impennata delle vendite nei mesi scorsi per effetto della corsa alle scorte?

Non abbiamo registrato un’impennata delle vendite nei mesi scorsi. Certamente, come tutto il comparto vinicolo e agricolo, siamo attenti a eventuali dazi, perché potrebbero influenzare le esportazioni. Tuttavia, per ora si tratta solo di dichiarazioni politiche e non di misure effettive.

Parliamo di Chianti Lovers che si terrà a breve. Come mai la scelta di chiudere la manifestazione al pubblico? Non è controcorrente rispetto a una visione più pop del vino?

Al contrario. Quest’anno abbiamo deciso di chiudere al pubblico l’anteprima perché stiamo lavorando a un evento ambizioso per maggio, aperto al pubblico e itinerante. Una sorta di Chianti week in città. Ma non mi fate sbilanciare troppo ...

Allora parliamo d’altro: a che punto è l’iter per la Gran Selezione? Ci saranno novità entro l’anno?

La modifica del disciplinare che prevede l’introduzione della menzione "Gran Selezione" è attualmente in fase di approvazione presso il Ministero dell’Agricoltura da oltre due anni e mezzo. Stiamo aspettando ulteriori indicazioni e speriamo che entro l’anno la questione possa essere definitivamente risolta, permettendoci di avere un disciplinare aggiornato e approvato.

Si è poi trovato un accordo con il Chianti Classico, che si era opposto alla novità?

Sono in carica dal primo gennaio e non sono a conoscenza di opposizioni formali del Chianti Classico all’introduzione della nuova menzione. Quello che mi interessa, come Direttore, è fare in modo di avere risposte il più celeri possibile dal Ministero, unico soggetto deputato (insieme a Regione e Commissione Europea) ad autorizzare la modifica.

Ultimi numeri
iscriviti alla newsletter
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram