Erano presenti 800 invitati all'inaugurazione della nuova cantina del gruppo Antinori nell'area storica dove tutto è cominciato, sette secoli di storia di questa famiglia di "vinattieri". Si è assistito a un vero e proprio affollamento di giornalisti e cameramen fuori e dentro la struttura disegnata dall'architetto fiorentino, Marco Casamonti (anche lui tra gli ospiti), che teneva così tanto a fare questa cantina che al marchese Piero ha chiesto solo l'1,5% del valore dell'opera (circa 65 milioni di euro, ma l'investimento finale è stato di 90), meno della normale percentuale del 5.
Nella foto qui sopra il marchese Piero, cresciuto in mezzo al "Profumo del Chianti" (per dirla con il titolo del suo libro pubblicato l'anno scorso da Mondadori), e le sue tre figlie Albiera, Allegra e Alessia che si stanno preparando alla leadership, per le quali la realizzazione di questa cantina (piccola per le sue dimensioni industriali, 12mila mq., una capacità produttiva di 2,5 milioni di bottiglie) ha quindi un valore simbolico non secondario.
"E' la cantina della nuova generazione degli Antinori" dice con una certa commozione Piero mentre, insieme al fedelissimo ad Renzo Cotarella, fa gli onori di casa in questa bella giornata d'autunno nel Chiantishire da cartolina. Anche se la strisca d'asfalto della superstrada Firenze-Siena è a poche centinaia di metri dalla cantina, e meno male perchè il Bargino non servirà solo a fare i 2,5 milioni di bottiglie ancora prodotti nella cantina di San Casciano, cuore storico e affettivo degli Antinori, ma ospiterà tutti i dipendenti che oggi lavorano a Firenze, diventando il vero quartier generale del gruppo.
Dall'alto, l'esterno e il cantiere della struttura
Così si capiscono le parole di Piero che non sono affatto retoriche, ma segnano il passaggio tra generazioni (e siamo alla 26°): lui che cresceva e imparava il mestiere di vinattiere nella vecchia cantina di San Casciano (che è stata ceduta in permuta all'impresa di costruzione, la Inso spa del Consorzio Etruria per circa 15 milioni di euro e ora deve decidere che farne d'accordo col Comune di San Casciano) e le figlie che faranno crescere il gruppo nel nuovo mondo del vino che vuol dire nuovi mercati, nuovi modelli di consumo, nuovi canali. E così si spiega anche l'impegno che Piero e Renzo (Cotarella) hanno messo nell'operazione: dalla ricerca dei terreni qui al Bargino (per restare a San Casciano) alla definizione del piano finanziario che è partito da 45 milioni per arrivare a 90 grazie anche ad un contratto di programma Ue-Regione Toscana, che ha consentito l'accesso ad un finanziamento a fondo perduto di 16,7 milioni di euro.
Per la parte restante: autofinanziamento - non si dimentichi che la Antinori srl non distribuisce dividendi e ha quindi una ricca cassa - e una linea di credito concessa da un pool di tre banche con un contratto di leasing.
La cantina sarà aperta da febbraio.