Da Verona โparteโ il treno verso la Cina
Apertura internazionale per questa 51esima edizione di Vinitaly. Se lo scorso anno la passerella politica aveva visto sfilare l'ex Premier Matteo Renzi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quest'anno la guest star รจ senz'altro il commissario Ue per l'agricoltura Philip Hogan, a cui, insieme al ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, รจ stato affidato prima ancora del taglio del nastro della Fiera, quello di OperaWine. Lโevento, organizzato in collaborazione con la rivista americana Wine Spectator, questโanno รจ stato decisamente Asia oriented, a partire dal titolo: โLa via della seta per il vino italianoโ. A mostrare la strada, al Palazzo della Gran Guardia, cโera anche Robert Yang, numero uno di 1919, il piรน grande distributore di vino nel Paese del Dragone, con piรน di mille punti vendita (lโobiettivo รจ arrivare a 2 mila entro il 2018) e con il piรน grande negozio sulla piattaforma online Alibaba: โรla seconda volta che vengo a Verona che per me รจ il simbolo del vinoโ ha detto YangโPer questo spero che lโItalia abbia il successo che merita in Cina: le cantine devono incrementare la propria presenza in Cina ed essere piรน concorrenzialiโ. Infatti, il Paese del Dragone rappresenta ancora un mercato-sfida per lโItalia, con una quota di mercato del 5,6%, sebbene le esportazioni del 2016 abbiano fatto registrare un principio di inversione di tendenza con una crescita a valore che sfiora il 33% per oltre 120 milioni di euro.
In questa direzione Veronafiere, giร forte dellโaccordo con Alibaba dello scorso anno, nei prossimi giorni firmerร un accordo proprio con 1919 per la formazione di operatori che sappiano cosรฌ raccontare come merita il vino italiano in Cina. Lo ha annunciato il presidente Maurizio Danese, ribadendo che โIl futuro non puรฒ prescindere dallโOrienteโ. โรnecessario scalare il piรน in fretta possibile le quote di mercatoโ gli ha fatto eco il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani โquesto รจ un treno da cogliere al voloโ. Di treni, per dirla con Mantovani, qui a Vinitaly questโanno ce ne sono piรน di uno: oltre al gruppo 1919, cโรจ Castle Li, ceo del gigante dellโagroalimentare Cofco, con cui Veronafiere firmerร un accordo nei prossimi giorni e con cui stringeranno alleanze qui in Fiera anche grandi gruppi, come Cavit.
Cโรจ, poi, Alvin Huagan di Vinehoo, colosso cinese del flash sales (vendita lampo sottocosto) che rappresenta oggi 52 cantine italiane. E cโรจ Alibaba, che proprio oggi sarร protagonista dellโincontro โAlibaba e le vie del vino in Cinaโ. Infine, cโรจ lโimportatore Sheshan59 rappresentato da Audrey Shen, che dopo aver lavorato esclusivamente con i produttori francesi, posizionando lo scorso anno 7 milioni di bottiglie in tutta la Repubblica cinese, a Verona ha siglato un accordo con la societร fiorentina di internazionalizzazione Business Strategies per la promozione e la vendita di vino italiano nel gigante asiatico.
Maurizio Martina
Vinitaly e la politica comunitaria
Ma il vino italiano in questi giorni non guarda solo alla Cina. Verona, infatti, si รจ trasformata nel palcoscenico da cui affrontare temi e criticitร che coinvolgono da vicino la politica italiana e quella europea, come sa bene il ministro Maurizio Martina: โVinitalyโ ha detto allโinaugurazione di questa 51esima edizione โha segnato lโagenda di governo sullโagricoltura del Paese e continuerร a farlo. E come avevo fatto in passato proprio qui, da dove insieme ai vertici di Veronafiere e al mondo agricolo e del vino ci ponemmo il tema del Testo Unico del Vino, della dematerializzazione dei registri digitali, del piano sullโinternazionalizzazione e dellโagenda digitale; oggi mi prendo lโimpegno, annunciando che entro la fine di luglio avremo la prima bozza del testo del Codice agricolo unicoโ. Guardando alla politica comunitaria Martina ha usato la metafora del ponte โche deve collegare idealmente i Trattati di Roma di 60 anni fa alle prospettive della Politica agricola europea. Ma per farloโ ha dettoโdobbiamo modernizzare gli strumenti della Pacโ. Secondo il Ministro, infatti, bisogna muoversi verso un modello semplificato, con strumenti diretti di gestione del rischio che rispondano meglio alle esigenze di tutela del reddito di chi produce. Tema al centro del confronto aperto da qualche settimana tra i Paesi comunitari in prospettiva della Politica agricola comune post-2020. Sulla ripartizione delle risorse per lโItalia, Martina ha ribadito la contrarietร al solo criterio della superficie, che non tiene conto degli sforzi produttivi e di tutela della biodiversitร degli agricoltori. Dal canto suo il commissario Phil Hogan ha confermato il criterio della qualitร e della semplificazione: โHo avuto modo di parlare con il ministro Martina e sulla Pac continueremo a porre la qualitร del cibo e del vino al centro delle politiche futureโ. Lo stesso ha, poi, confermato la necessitร di rendere piรน semplice la Pac, anche in vista dei cambiamenti che inevitabilmente la Brexit porterร con sรฉ. Come? Facilitando lโaccesso al credito degli imprenditori e riducendo i rischi, attraverso la nuova piattaforma di garanzia multi regionale appena presentata (con quasi mezzo miliardo di investimenti Ue e nazionali), a cui hanno giร aderito otto regioni italiane: tra queste anche il Veneto. Lo scopo del progetto sperimentale รจ utilizzare meglio il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.
La protesta Fivi
E passiamo alla cronaca lato produttori. Se lo scorso anno la fiera di Verona si era aperto con il flash mob dei vignaioli biologici per dire no alle trivellazioni nei mari italiani, in vista del referendum del 17 aprile, quest'anno a protestare sono i 115 vignaioli della Fivi presenti in Fiera nel padiglione 8 (stand B8/E9): tutti vestiti con la stessa maglietta, con l'hashtag #fiVINOburocrazia, stanno portando avanti la loro battaglia per ribadire ancora una volta le difficoltร che le piccole e medie aziende vitivinicole si trovano ad affrontare tutti i giorni per far fronte ai tanti adempimenti previsti dalla legge In particolare, sono sette le richieste che fanno alle istituzioni, tutte scritte nero su bianco nel loro dossier Burocrazia. "Le nostre sono tutte proposte concrete" ha detto Saverio Petrilli, segretario nazionale Fivi "ma soprattutto sono nate in campo, dal disagio che abbiamo raccoltoe continuiamo a raccogliere dai nostri associati, aziende di piccole e medie dimensioni". In ordine sparso:
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posticipare l'entrata in vigore del registro telematico a quando il sistema avrร dimostrato un funzionamento stabile e affidabile, rendendolo facoltativo per i piccoli produttori
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aumentare fino a 240 bottiglie il limite per le spedizioni ai privati e prevedere allโinterno del registro telematico sul Sian una funzione che provveda il produttore viticolo di documento Intrastat per lโestero
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evitare i duplicati relativamente ai controlli in azienda attraverso uno strumento telematico di condivisione tra tutti gli enti preposti ai controlli
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inserire i produttori vitivinicoli nelle commissioni di degustazione delle Doc e Docg
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porre rimedio al vuoto normativo che impedisce lโuso delle vinacce e delle fecce come fertilizzanti
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rivedere i metodi dei corsi sulla sicurezza sul lavoro (trattrici in primis), facendo in modo che a tenerli sia personale con esperienza pratica
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implementare il monitoraggio della vulnerabilitร al rame e agli altri elementi utilizzati nella difesa attiva che si accumulano nel suolo per sensibilizzare i produttori ai temi ambientali
Vinitaly | Verona | Veronafiere | dal 9 al 12 aprile 2017 | www.vinitaly.com/
a cura di Loredana Sottile