Bianchi e prodotti da donne. Ecco due Vini Rari del centro Italia dal grande carattere

10 Mar 2024, 09:24 | a cura di
Un bianco dell’orvietano e un bianco del nord Sardegna, i due Vini Rari che vi presentiamo hanno diverse cose in comune. A partire dalle produttrici, Giulia Di Cosimo e Giovanna Chessa, due donne appassionate di vino e di viticoltura con le idee molto chiare

Sono tante le cose che uniscono i due Vini Rari che vi presentiamo questa volta. Le regioni da cui provengono sono diverse, i vitigni pure, ma prima di tutto, l’annata è la stessa. Entrambi 2020, non una cosa da poco per dei bianchi del centro Italia che, essendo attualmente in commercio, vogliono dimostrare la loro capacità d’invecchiamento. Ma il fattore più importante è un altro. Sono tutti e due il frutto di un pensiero profondo che arriva da due donne, viticoltrici, appassionate del vino e del loro lavoro.

Uno lo produce Giulia di Cosimo dell’azienda Argillae, realtà umbra dell’orvietano. Giulia ha voluto fortemente un grande bianco da invecchiamento, fedele al suo territorio e prodotto grazie a un materiale che caratterizza i suoli aziendali, l’argilla. Il Primo d’Anfora, infatti, è vinificato in anfore ed è per questo che secondo Giulia «il cerchio si chiude, tutto parte dalla terra e alla terra ritorna».

L’altro vino si chiama C’era Una Volta e il nome stesso ci riporta a una tradizione antica, figlia di un’esperienza del passato, che Giovanna Chessa – titolare dell’azienda che porta il suo stesso nome – ha voluto ereditare. Il vino è un Vermentino di Sardegna le cui uve macerano sulle bucce per circa due settimane, dopo una raccolta tardiva in vigna. Risultato assolutamente convincente e vino che, siamo certi, darà il meglio nel prossimo futuro.

94
Cent.

Primo d'Anfora 2020

Argillae
Umbria
bianco
LA VIGNA | Primo d’Anfora è frutto di una rigida selezione di uve grechetto – che domina l’assemblaggio – drupeggio e malvasia. Le uve raccolte provengono da quella che viene considerata la “Vigna Vecchia” aziendale, piantata dal nonno di Giulia, attuale titolare. Hanno quasi cinquant’anni e sono loro che danno vita al particolarissimo bianco aziendale. Allevamento a Guyot e radici che affondano in terreni argillosi, quei terreni che caratterizzano la moltitudine dei vigneti di proprietà e, non a caso, danno il nome alla cantina. Attualmente gli ettari vitati che danno origine alle bottiglie prodotte sono circa 14 e sono dislocati all’interno di 220 ettari che la tenuta può vantare. Un grande impegno è destinato alla sostenibilità ambientale, attuata tramite utilizzo di...
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