I vini naturali non esistono e rappresentano un grande inganno per i consumatori. Ancora una volta, sollecitato da decine di produttori, mio malgrado sono costretto a intervenire su una querelle, tra vini convenzionali e sedicenti naturali, che in veritร non avrebbe alcun senso di esistere sotto il profilo puramente scientifico.
Nonostante le affannose teorie rappresentate da personaggi senza specifici titoli professionali in materia, come ad esempio risulta essere Piero Riccardi che, dopo una vita da sceneggiatore cinematografico e teatrale, da qualche anno si autoprofessa vignaiolo e portabandiera dei cosiddetti vini naturali. Il suo intervento su queste colonne merita una risposta puntuale in nome della veritร e della scienza, altrimenti si corre il rischio di far passare per acclarati procedimenti che non hanno nulla a che fare con la viticoltura e lโenologia. Questo discorso, ovviamente, non coinvolge i vini biologici e, al limite, quelli biodinamici, perchรฉ comunque richiedono dei precisi processi scientifici.
Enologi si diventa studiando
Ma se il principio รจ quello di produrre vini a sentimento, di gestire i vigneti sulla base del sentito dire o di sperimentazioni fai da te o, basato su supponenze prive dei piรน elementari processi conoscitivi in materia di certi produttori, perchรฉ migliaia di ragazze e ragazzi ogni anno si dovrebbero affannare nelle universitร per apprendere i processi di glicolisi o comprendere come funziona la fermentazione alcolica? Perchรฉ dovrebbero passare notti insonni per memorizzare e capire a fondo lโacido acetico che ritroveremmo in totale prevalenza, quasi sempre ben oltre il limite che pone la legge, se lasciassimo che un grappolo dโuva facesse il suo corso naturale di trasformazione? Perchรฉ dovrebbero studiare che la fermentazione spontanea si attiva sulle basse gradazioni e che, invece, fa piรน fatica sulle alte? E sรฌ, caro Riccardi, lo dicono anche le sacre scritture: il vino รจ frutto dellโuva e opera dellโuomo. Lei addita i lieviti selezionati come il male, ma ignora che servono soltanto per esaltare le caratteristiche dellโuva stessa e ci si ricorre solo in determinati contesti e non certo a prescindere. Questo lo sanno tutti gli enologi, ma a lei purtroppo sfugge.
L'enologia contro la filosofia autodidatta
E potrei continuare allโinfinito a citare termini e processi scientifici che probabilmente sono totalmente sconosciuti a chi professa filosofie autodidatte in nome di una vitivinicoltura semplicemente inesistente e pericolosa, proprio perchรฉ basata sul facciamo ad occhio, senza alcun rispetto di valori e parametri che rendono un prodotto - in questo caso il vino - sano ed equilibrato. Le pratiche enologiche tradizionali e moderne si basano su decenni di ricerca, con lo scopo di garantire, appunto, stabilitร , qualitร e sicurezza al prodotto finale. Ad esempio, lโuso controllato della solforosa non รจ certo un capriccio, ma una pratica che permette di preservare il vino e garantire che non si deteriori prematuramente, senza compromettere la salute del consumatore. E poi, per favore, basta demonizzare i solfiti nel vino quando li troviamo regolarmente in quantitร 4-5 a volte 8 volte superiore nella frutta secca, nelle marmellate o nel pesce ecc.ย E a tal proposito, giร qualche anno fa, un autentico guru dei โnaturalistiโ, Josko Gravner, con totale onestร intellettuale, ammise che senza la giusta dose di solfiti, i batteri presenti nel vino producono, attraverso il loro metabolismo - molto spesso se non sempre - quantitร abnormi di acido acetico, compromettendo le qualitร organolettica del buon vino e ancor di piรน contravvenendo a quelli che sono i limiti previsti dalla legge.
I difetti non sono caratteristiche del vino
La vitivinicoltura, caro Riccardi, che piaccia o meno, non รจ filosofia, ma si basa su precisi percorsi scientifici. Una veritร che il consumatore ha il dovere e il diritto di conoscere, al di lร della sua scelta finale. Dopo decenni di studi e sperimentazioni, tese allโ innalzamento della qualitร e della salubritร dei nostri vini, non possiamo permetterci di far passare un prodotto difettoso per โcaratteristicoโ. Non possiamo permetterci di generare ambiguitร e confusione nei consumatori solo per dare spazio a operazioni di marketing ingannevoli, dove qualsiasi vino non convenzionale viene etichettato come โnaturaleโ, indipendentemente dalla sua qualitร o dal processo produttivo. Ed รจ inutile pescare nella memoria della storia, citando i vini che producevano i greci o gli antichi romani. Inutile aggrapparsi alla fede, tirando in ballo addirittura Gesรน e lโultima cena. Se per questo, il Nostro Signore trasformรฒ pure lโacqua in vino nelle nozze di Cana. Ma vede, Riccardi, certi miracoli riuscivano solo a Lui, non ai comuni mortali.