I vini emiliani vogliono maggiore tracciabilità: richieste 100 milioni fascette di Stato per l’Igt

27 Gen 2025, 12:50 | a cura di
Ad aprire la strada è stato il Sannio, ora tocca al maxi-consorzio dell’Emilia adottare i contrassegni. Dopo il caso del falso Primitivo di Sinner, il numero è destinato ad aumentare

Non solo Benevento Igt. Ad un anno dall’entrata in vigore del regolamento che estende anche alle Indicazioni geografiche la possibilità di munirsi delle fascette di stato, c’è anche un nuovo Consorzio che – dopo quello del Sannio - ha deciso di aderire. Si tratta dell’ente di tutela dell’Igt Emilia, sotto cui ricade anche il Lambrusco Igt, e che, grazie ai suoi numeri (una produzione annua di 950mila ettolitri per circa 120 milioni di bottiglie), farà lievitare l’utilizzo dei contrassegni. Dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, nelle prossime settimane, partiranno 25 milioni di contrassegni alla volta delle aziende emiliane, ma entro l’anno si arriverà a quota 100 milioni.

Ogni anno rilasciati 2 miliardi di fascette di Stato

Se il contrassegno è necessario per le Docg, possono aderirvi volontariamente le Doc, e dal 2024, anche le Igt. L’obiettivo di evitare contraffazioni e imitazioni, va ad incrociarsi con l’esigenza del consumatore di essere più informato sul prodotto. La novità subentrata con le Indicazioni geografiche è, infatti, una sorta di passaporto digitale del vino in questione a cui si accede tramite Qrcode. Così con un solo click si possono avere informazioni sia sul percorso di filiera della singola bottiglia, sia su abbinamenti, ricette e curiosità.
«Abbiamo ricevuto parecchie richieste da altre Igt per avviare l’iter», dicono dalla Zecca di Stato che annualmente rilascia oltre 2 miliardi di contrassegni, tra Docg (circa 600 milioni), Doc (circa un miliardo e mezzo) e, dallo scorso anno, anche Igt. Attualmente, quindi,  il 66% del vino italiano è protetto da contrassegno.

Il caso del Primitivo Sinner senza contrassegno

Da parte di un consorzio vitivinicolo la scelta di introdurre la fascetta di Stato significa avere un grado superiore di tutela: il Primitivo di Manduria Doc Janik Sinner senza contrassegno diventa, in tal senso, un caso di scuola.
«Senza fascetta non è Primitivo di Manduria», ha ribadito il Consorzio, che ha così potuto denunciare l’illecito che vede coinvolta una cantina pugliese. Nel caso specifico, l’ente di tutela presieduto da Novella Pastorelli aveva introdotto il contrassegno obbligatorio per tutta la Doc a partire dal 2023: non sono ammesse eccezioni. L’ultima Denominazioni di origine controllata ad aver adottato le fascette, proprio a inizio 2025, è la Maremma Toscana. E il numero è destinato a crescere.

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