Vini d’Italia, i numeri di un’edizione da record
2021, la Guida dei Record. In un anno caratterizzato da difficili (se non drammatiche) tensioni che hanno scosso - e continuano a farlo - il mondo, e di conseguenza anche quello del vino, il comparto enologico italiano e la squadra di appassionati degustatori che sono il fulcro di Vini d’Italia – la Guida dei vini che pubblichiamo dal 1988 – hanno risposto in maniera esemplare. È il modo migliore per testimoniare la straordinaria vitalità dell’Italia del Vino che si conferma paese leader mondiale per esportazioni anche in questo difficile 2020. Innanzitutto, abbiamo assaggiato molti vini in più delle scorse edizioni: più o meno siamo cresciuti di 2.000. Questo vuol dire che la nostra Guida viene vissuta dal mondo della produzione come un supporto irrinunciabile.
Assaggiare oltre 46mila vini è stata un’impresa incredibile, se consideriamo la complessità del panorama italiano, dall'isola di Pantelleria che sta di fronte all'Africa alle vallate del Canton Ticino (che pur essendo in Svizzera, è recensito nella Guida) e le condizioni in cui abbiamo dovuto operare. E allora ecco un altro record, quello delle pagine, che dopo l’indispensabile aumento di foliazione arriva a 1.056. Tutto questo ha portato il totale delle aziende recensite alla cifra stellare di 2.645, oltre 100 in più dello scorso anno. Un risultato impensabile 34 anni fa quando veniva stesa la prima edizione con 465 aziende e circa 1.400 vini degustati. In questa edizione troverete valutati ben 24.638 vini.
La squadra di Vini d’Italia
Non ci avremmo scommesso nemmeno noi durante i mesi della clausura, quando ci interrogavamo sull’effettiva possibilità di realizzare l’edizione 2021. Insomma, se nel mondo Vini d’Italia viene definita The Italian Wine Bible forse un motivo c’è. La nostra Guida viene tradotta ogni anno in inglese, tedesco, cinese e giapponese ed è uno strumento irrinunciabile per appassionati e operatori professionali di tutto il mondo. Il merito di questo successo? Indubbiamente va a una squadra di appassionati ed esperti degustatori che dedica settimane ogni anno all’assaggio (rigorosamente a etichetta coperta) di migliaia di campioni in ogni parte d’Italia. Oltre sessanta persone che abbiamo selezionato nel corso degli anni per la loro competenza e affidabilità, che sono state lungamente testate sul campo. Dopo i nostri assaggi, condensati quest’anno in poco più di due mesi, abbiamo potuto ancora tracciare un quadro dell’enologia italiana aderente e obbiettivo.
Tutte le novità di Vini d’Italia 2021
Le degustazioni finali – nelle quali sono stati coinvolti 2.300 vini – ci hanno dato lo spettacolare risultato di 467 vini premiati con i leggendari Tre Bicchieri. Con oltre 1.800 vini che si classificano a pochissima distanza dai premiati (con i Due Bicchieri Rossi), che nel caso di molte aziende (noi premiamo un solo vino per cantina), valgono tanto quanto quello sul podio. In un anno come il travagliato 2020 questo è davvero un record, che ha una valenza ancora più importante. È pur vero che sulla nostra strada abbiamo trovato belle e bellissime annate, come la 2015 a Montalcino, ad esempio, o la 2016 a Barolo.
Ma è altrettanto vero che l’Italia del vino cresce rigogliosamente per quantità e qualità, e questo 1% di grandi vini che premiamo sul totale di quelli che valutiamo è il fiore all’occhiello, la punta di diamante, di un’enologia che non ha paura di confrontarsi a livello mondiale. Ma forse il modo migliore per comprendere a fondo la nostra filosofia, la nostra visione del mondo enologico, dove vedrete premiate fianco a fianco piccole produzioni artigiane vinificate in anfora come prestigiosi best-seller sul mercato internazionale, è esaminare i Premi Speciali, che quest’anno si sono arricchiti di quello per la Cantina Cooperativa dell’Anno, e arrivano così a dodici (qui trovate tuti gli articoli di approfondimento sulle aziende premiate).
Ma come è stato fare la guida vini d'Italia, quali difficoltà, sorprese, tendenze ci sono state, ce lo siamo fatto raccontare dai degustatori, che anche quest'anno hanno dedicato settimane all'assaggio e all'analisi dei vini e del nostro panorama vitivinicolo.
Pierpaolo Rastelli - Marche
Inutile minimizzare. Sin dall’annullamento del Vinitaly e di tutte le manifestazioni a tema vinicolo è sembrato chiaro che la pandemia avrebbe avuto un profondo impatto sulle degustazioni marchigiane per la Guida 2021. La collaudata, quasi routinaria, richiesta di campioni si è trasformata in una gara a ostacoli tra le più disparate esigenze: quelle di chi non aveva ancora nulla di imbottigliato (da sempre non accettiamo campioni di botte per la valutazione di un vino definitivo) ai tanti dubbi legati al clima di timore e incertezza lasciati come coda velenosa dal lockdown primaverile. Anche il rapporto con i Consorzi, enti indispensabili per avere una degustazione seria e ben organizzata, non è stato facile e immediato in quanto costretti a far rispettare con rigore le norme sulla sanificazione degli ambienti e sul distanziamento tra i degustatori.
Alla fine, i campioni sono arrivati copiosi e la qualità dei vini è parsa soddisfacente, non intaccata dagli eventi. In particolare, abbiamo notato come il fresco settembrino dell'annata 2019 abbia giovato ai vini a base di uve pecorino, apprezzato la struttura integra dei Verdicchio 2018 e ci siamo sorpresi dell'abilità con cui alcuni Castelli di Jesi e Matelica Riserva hanno aggirato le insidie della torrida annata 2017. Tra tutto questo è parsa evidente la crescita di consapevolezza dei produttori di Bianchello del Metauro e del Colli Maceratesi Ribona. A opera conclusa il pensiero è andato grato alle tante cantine disseminate sui vari territori che nonostante tutto guardano al futuro, pronte a confrontarsi una volta ancora con quella natura che verso il vignaiolo spesso è madre generosa ma sa esser anche perfida, incontrollabile matrigna.
Paolo Zaccaria - Puglia, Lazio
Anche quest’anno mi sembra di poter affermare che la tendenza principale del mondo del vino sia quella di… non averne. Il modo in cui i vignaioli producono il loro vino segue sempre di più percorsi molto differenti tra loro, in vigna come in cantina, nella comunicazione come nella vendita. Una situazione che non mi dispiace affatto, anzi. Certo, trovare una sintesi è sempre più difficile, ma forse non è così importante, oltre a non essere possibile né desiderabile. Per quanto mi riguarda, l’unica opzione cui attenersi è quella di essere il più aperti possibile verso i differenti stili e filosofie produttive, perseverando nell’approccio laico che da sempre contraddistingue la nostra Guida.
A ben guardare, tuttavia, c’è una cosa che mi ha particolarmente colpito: la capacità dei produttori di mettere la loro passione, la loro esperienza e le loro capacità nel dare prova di resilienza di fronte alla situazione in cui ci troviamo, una resilienza che non è solo conservativa, ma che al contrario è impiegata per innovare e sperimentare nuovi modi di vivere il mondo del vino. In francese esiste un termine per indicare i giocatori d’azzardo che “giocano forte”, che rilanciano, finendo spesso le partite con la fatidica frase “all in”: flambeur. Ecco, di fronte alla strana e difficile partita che il Covid ci sta costringendo a giocare, non sono pochi i produttori che si sono scoperti dei flambeur e che hanno rilanciato, aumentando investimenti ed energie per trovare sempre nuove soluzioni e intraprendere nuove strade.
A cura di Nino Aiello, Giuseppe Carrus, Gianni Fabrizio, Nicola Frasson, Massimo Lanza, William Pregentelli, Lorenzo Ruggeri, Marco Sabellico e Paolo Zaccaria
Disegni di Gaia Niola
QUESTO E' NULLA...
Nel mensile di novembre del Gambero Rosso potete scoprire tutti i premi speciali assegnati, da quello per la cantina emergente a quello per la vitivinicoltura sostenibile, senza dimenticare le categorie specifiche: bollicine, bianco, rosato, vino da meditazione e tanti altri. In più, gli approfondimenti sulle ultime tendenze del settore e le opinioni degli esperti sugli assaggi compiuti nel 2021. Nell’articolo trovate le testimonianze di Antonio Boco, William Pregentelli, Marco Sabellico, Giuseppe Carrus e tutti i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione della guida.
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