Sui vini dealcolati รจ botta e risposta tra Assodistil e le associazioni vitivinicole. Dopo che Unione italiana vini ha annunciato di aver avuto rassicurazioni circa il ritiro della norma del ministero dellโEconomia (con il conseguente ritorno nelle mani del ministero dellโAgricoltura), lโassociazione nazionale industriali distillatori di alcoli ed acquaviti ha scritto ai ministri dei due dicasteri (Lollobrigida e Giorgetti) e a quello dellโAmbiente (Pichetto Fratin) per chiedere di non ritirare la norma del Mef. Quella che, nello specifico, sottoporrebbe lโalcol frutto della dealcolazione ad accise.
Per Assodistil lโalcol residuo va sottoposto ad accisa
ยซAssoDistil โ si legge nella nota - interviene riguardo le notizie pubblicate da alcuni organi di stampa โ e riferibili ad alcune Associazioni vitivinicole italiane (il riferimento รจ a Unione italiana vini; ndr)- secondo le quali il Ministero dellโEconomia ha ritirato le norme relative ai vini dealcolati recentemente inserite nella proposta di decreto legislativo in materia di accise. La richiesta dei produttori di vino al Ministero della Sovranitร Alimentare sarebbe quella di considerare la soluzione idroalcolica residua come rifiuto, quindi non sottoposto ad accise.
Ma lโeventuale accettazione di tale richiesta presenterebbe forti criticitร in ambito economico, fiscale e ambientaleยป. Secondo lโassociazione dei distillatori non vi รจ dubbio che ยซla miscela idroalcolica residuante dalla dealcolizzazione del vino, avendo un contenuto alcolico ben superiore allโ1,2% e talora addirittura del 95% rientri pienamente nella definizione di alcole e dunque negli oneri fiscali collegati alla produzione, circolazione e commercio di tale prodotto ai sensi della normativa vigenteยป.
Il rischio di frodi fiscali
ยซIl rispetto della legalitร รจ alla base delle nostre valutazioni โ sostiene Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil - considerando che lโaccisa sullโalcole etilico sorge al momento della sua fabbricazione e che pesa per oltre 10 euro per ogni litro, ne consegue che escludere dal circuito fiscale i produttori di vino dealcolato solleverebbe senza dubbio forti appetiti, con il rischio di creare frodi fiscali di enorme portata. Chiunque produce alcole etilico, anche se in via subordinata, deve quindi rispettare la stessa normativa: sarebbe infatti per noi incomprensibile che la medesima fattispecie sia sottoposta a due discipline completamente diverse, una che rientra tra gli obblighi tributari e lโaltra esclusaยป.
Quale destinazione per lโalcol residuo?
Infine, lโassociazione dei distillatori si sofferma sulle implicazioni ambientali e sullโutilizzo dellโalcol residuo. ยซLa destinazione piรน logica e vantaggiosa dellโalcole ottenuto dalla dealcolizzazione del vino รจ senza dubbio quella dellโuso come bioetanolo per i carburanti, tenuto conto come la produzione in Italia dello stesso bioetanolo รจ inferiore a quanto richiesto al 2030 per ottemperare agli obblighi previsti dalle vigenti disposizioni di legge. Tale destinazione, pur mantenendo la natura โtributariaโ del prodotto sarebbe perfettamente in linea con gli obiettivi di economia circolare intesa come valorizzazione energetica e riutilizzo dei materiali di scarto, che รจ oggetto della piรน recente legislazione italiana e comunitaria, e permetterebbe ai produttori di ottenere un ricavo da tale prodotto, anzichรฉ di dover sopportare un costo per il suo smaltimento in caso dovesse venire catalogato come un rifiutoยป.