Insieme dove si è più deboli, singolarmente dove si è già forti. La logica che sta dietro il neonato progetto Lake Garda Wines risponde all'esigenza di ottimizzare le risorse e impiegarle dove è necessario. Per i cinque Consorzi fondatori (Bardolino, Valtènesi, Garda, Custoza e Lugana), la forza dell'appartenenza alle diverse sponde del lago è l'utile chiave per proporre un'immagine coordinata e unitaria dei vini di questa vasta area produttiva, che conta circa 80 milioni di bottiglie. Nessuna intenzione, però, di creare Consorzi promozionali di secondo livello (per capirci sul modello di Piemonte Land of wine), nessuna firma su eventuali atti notarili e nessun obbligo di andare assieme ovunque e in maniera duratura. Il sodalizio, piuttosto, sembra essere a tempo.
L'esperimento "senza rischi" di Wine Paris
Vinexpo-Wine Paris, in programma dal 10 al 12 febbraio prossimi nella capitale francese, sarà un numero zero per questa realtà vinicola (30 le cantine partecipanti) che si vuole presentare unita e che in Europa può vantare varietà, qualità e notorietà. In mancanza di vincoli burocratici, se la kermesse parigina, manifestazione che sta emergendo nel panorama internazionale, porterà i risultati attesi allora Lake Garda Wines avrà un futuro. Altrimenti, liberi tutti. La strategia che regge il progetto è quella di andare senza rischi in una piazza importante come la Francia per capire come reagirà il trade. La strada della collettiva è più prudente, sulla scia di quanto stanno facendo anche altre denominazioni, dalla Doc Sicilia all'Imt (Istituto marchigiano tutela vini).
![Rosati - credits consorzio Bardolino](https://static.gamberorosso.it/2021/06/rosati-credits-consorzio-bardolino.jpg)
Le incognite sul futuro
La Francia è, quindi, un banco di prova importante, un «esperimento», come lo ha definito il presidente del Consorzio Valtènesi, Paolo Pasini: «Il bisogno di presentarsi uniti sul mercato è partito dal basso, per dare l'opportunità alle aziende più piccole di esplorare nuovi orizzonti. L'idea è per noi rivoluzionaria, soprattutto perché siamo riusciti a superare le divisioni amministrative e regionali, unendo i vini del Lago di Garda». Ma non è detto che si proseguirà. Lo ha spiegato lo stesso presidente della Doc Garda, Paolo Fiorini, conversando con il settimanale Tre bicchieri del Gambero Rosso: «Non ci sono altri intenti», né tantomeno quello di unirsi in un unico ente di tutela. In questo senso, le incognite non mancano. E il collega Pasini lancia un messaggio al presidente Fiorini: «Non riesco a dire che Wine Paris sia l'unica cosa cha abbiamo in programma. Vediamo cosa succede». Insomma, c'è la buona volontà dei cinque Consorzi «fratelli perché figli dello stesso lago», ma tutto ciò che sarà dipenderà dai risultati sul campo.
Nessun effetto confusione
Le differenze di approccio alla promozione, del resto, sono già evidenti, nella misura in cui al Prowein dei prossimi 16-18 marzo proprio la Doc Garda non prenderà parte. A Düsseldorf, pertanto, è del tutto inutile attendersi di poter vedere il logo di Lake Garda Wines in qualche stand. Così come anche al Vinitaly di aprile. Italia e Germania sono mercati ampiamente battuti, in cui le denominazioni di Lake Garda Wines sono ben note, mentre c'è «bisogno di andare altrove: ovvero - sottolinea Pasini - in tutti quei mercati che non sono quelli tradizionali». Oriente e Americhe, per esempio. Come rileva il presidente del Consorzio Valtènesi, presentarsi in Germania, Svizzera, Belgio, come Lake Garda Wines potrebbe essere addirittura controproducente. Il rischio, infatti, è «generare confusione in un consumatore che già conosce bene le nostre denominazioni». Sarebbe un vero boomerang.