Cโรจ maretta tra i produttori delle Langhe, spaccati sullโipotesi di eliminare il tradizionale divieto di impiantare vigneti di Nebbiolo atti a Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti al nord. La ratio della modifica โ allโinterno del pacchetto di riforme proposto dal Consorzio di tutelaย - รจ lo stravolgimento climatico che, a causa dei periodi prolungati di siccitร che rischiano di danneggiare irrimediabilmente le produzioni (all'inizio di febbraio Federica Boffa di Pio Cesare ha lanciato lโallarme con unโintervista al Gambero Rosso), spinge a cercare condizioni di allevamento delle viti compatibili con lโesplosione del caldo e lโassenza di piogge.
Per prevenire le critiche, Matteo Ascheri, presidente del consorzio, precisa che la superficie vitata di Barolo e Barbaresco attualmente contingentata resterebbe la stessa, fornendo solamente ยซuna possibilitร agronomica in piรน per i produttoriยป. In piรน, osserva ancora Ascheri, ยซi vigneti esposti a nord permettono maggiore sostenibilitร perchรฉ non cโรจ bisogno di ricorrere allโirrigazione di soccorso che potrebbe rendersi necessaria con lโaumento della siccitร ยป.
A maggio si vota per le cariche del Consorzio
A dispetto delle rassicurazioni, la tensione resta alta: alcuni produttori preferiscono tacere sulle loro preferenze per esprimersi direttamente nel segreto dellโurna. La votazione รจ, infatti, giร attiva ma senza una scadenza: per far passare le modifiche occorre il 65% dei voti. Intanto, perรฒ, il prossimo 7 maggio si voterร anche per il rinnovo delle cariche del Consorzio e probabilmente la questione disciplinare condizionerร in una direzione o nellโaltra.
ยซCโรจ confusione tra i produttoriยป ammette Gianluca Gallo, direttore commerciale della cantina cooperativa di Clavesana. Di recente, racconta, ยซla consulta del Barolo ha convocato tutti i produttori: nel corso della riunione tutti tacciono e sembrano allineati poi perรฒ le discussioni emergono fuori dalle sedi ufficialiยป. Gallo, dal canto suo รจ favorevole - ยซAprire al nord mi pare lungimirante: le migliori esposizioni non posso restare tali in eternoยป - ma รจ pessimista: ยซSecondo me le modifiche non passeranno. Peraltro, non cโรจ data di scadenza e per capire qualcosa sul futuro bisognerร attendere il rinnovo delle cariche del consorzio del 7 maggioยป.
I contrari parlano di rischio deforestazione
Chi resiste a spada tratta รจ Anna Maria Abbona, viticoltrice nel doglianese, territorio ricco di boschi dove la monocoltura delle Langhe non ha attecchito: ยซSi va a nord per cercare un poโ piรน di aciditร e meno caldo, ma se poi tra qualche anno il clima cambia di nuovo? Per me poi la biodiversitร รจ un tema fondamentale, dobbiamo pensare a quello che lasciamo a chi viene dopo. Il rischio di deforestazione รจ alto: secondo me si va a Nord bisogna compensare con il reimpianto di boschi o altre coltivazioni al posto dei vigneti di altre zoneยป. E conclude: ยซSono contro la monocultura, si puรฒ anche rinunciare a un poโ di reddito per salvaguardare la biodiversitร ยป.
Per il produttore Giuseppe Blengini (azienda Monsignore), ยซil cambio del clima cโรจ ma non abbiamo ancora dati sufficienti per capire come reagire, prima di cambiare servirebbero studi sensatiยป, avverte. Inoltre, ยซil nostro cliente cerca la Langa fatta non solo di vigne ma anche di campagne e di allevamento, oggi le zone di Barolo e Barbaresco, tutte vitate, non sono piรน come quelle dei tempi di Beppe Fenoglioยป. Infine, lancia un allarme: ยซAspettiamo di capire se la qualitร รจ allโaltezza, altrimenti con lโestensione a nord rischiamo un autogol clamorosoยป.
Contraria allโestensione a nord รจ anche Roberta Ceretto, ambasciatrice di una delle famiglie storiche della denominazione: ยซIl problema non รจ il nord, ma lโattenzione alla qualitร . Ci siamo battuti per dire quanto รจ figo fare Barolo e Barbaresco e poi troviamo le bottiglie della Docg a 9 euro. Parlare del clima รจ molto di moda: il problema esiste ma lโesposizione non รจ il punto, si possono trovare altre soluzioni. Non cโรจ bisogno di piantare al nord, ma gli ultimi arrivati cercano nuovi spazi. Ricordiamoci perรฒ che in origine il disciplinare si fermava alla metร del territorio attuale. Se fossimo in Francia saremmo tutti controโ.
Il problema siccitร
ยซIl tema del nord va affrontato scientificamenteยป, concorda Sergio Germano, viticultore a Serralunga dโAlba, che accusa: ยซIn cda รจ stato presentato senza preparazione e ora siamo giร in fase di voto. Ma cosรฌ rischiamo di vanificare il lavoro dei nostri aviยป. Poi spiega: ยซSe il problema รจ la siccitร , la mancanza di pioggia riguarda sia il sud che il nord. Prima di procedere con le modifiche, il consorzio dovrebbe promuovere una rilevazione termoidrometrica di almeno tre anniยป.
Come si affronta dunque la minaccia della siccitร ? ยซMaggiore attenzione alla fertilitร del suolo con ricchezza di microrganismi, uno stato di salute migliore delle vigne: dico no agli estremismi, serve esperienza e modifiche graduali. Lโirrigazione si puรฒ sperimentare, potrebbe diventare una pratica accettabile: ricordiamoci perรฒ che lโacqua bisogna averla e che i nostri suoli sono marnosi: quanti litri richiederebbero e quale efficacia avrebbe?โ, conclude.
Sulla questione siccitร interviene anche Walter Abrigo di Fratelli Abrigo: ยซBisognerebbe aprire allโirrigazione con gli adeguati aiuti, il Pnrr doveva servire a questoยป.
Si allarga il fronte dei possibilisti
Secondo Martina Culasso, ultima generazione della cantina Piercarlo Culasso con sede a Barbaresco cโรจ ancora da riflettere: ยซNon sappiamo come sarร tra 5-10 anni e dovremmo evitare il rischio della monocolturaยป. Un โnรฌโ sulla โquestione nordโ arriva da unโaltra Federica Boffa, titolare dellโazienda Serio&Battista Borgogno con sede a Barolo: ยซSe sono terreni giร vitati a nebbiolo ha senso dare lโok perchรฉ in determinate annate puรฒ aiutare, ma se si andasse verso il disboscamento sarei assolutamente contraria: siamo sostenitori dei boschi, noi stessi li abbiamo e non abbiamo intenzione di spiantarli per creare nuovi vignetiยป.
Quello sul nord รจ un vecchio dibattito, assicura Nicola Argamante, agronomo e titolare di Podere Ruggeri Corsini a Monforte dโAlba: ยซSono stato consigliere del consorzio e se ne parla da 20 anniยป. Dice Argamante: ยซIn futuro ci sarร sempre piรน caldo e unโapertura al nord la farei: non sempre cโรจ qualitร a sudovest, basterebbe diminuire un poโ lโangolo di โnon piantabilitร โ a nordยป.
Possibilista รจ anche Nico Conta, presidente di Enrico Serafino: ยซNoi siamo per provare, non abbiamo pregiudiziยป. E sulla questione deforestazione aggiunge: ยซLa monocoltura cโรจ giร , servono semmai della compensazioni: se andiamo a nord, spostiamo il bosco da unโaltra parteยป.
I favorevoli fanno leva sul cambiamento climatico
Daniele Scaglia, general manager di Rรจva con sede a Monforte dโAlba รจ dโaccordo con lo spostamento a nord: ยซUn tempo le esposizioni migliori erano quelle dove andava via la neve, oggi con il cambiamento climatico la maturazione del nebbiolo potrebbe trovare un ambiente piรน favorevole nelle esposizioni che un tempo erano considerate peggioriยป.
Apre al nord anche Mattia Perredda, manager di Vite Colte, 180 viticoltori che coltivano 300 ettari in Piemonte: ยซLโapertura si fa anche per la maggior richiesta di Nebbiolo, Barolo e Barbaresco: รจ un esperimento da fare, anche se con la necessaria severitร , cioรจ tenendo fermi gli ettari vitati. Del resto, con il cambio climatico nei prossimi cinque anni saremo costretti sempre piรน ad andare verso nord e verso lโalto: lโimportanza crescente dellโAlta Langa si spiega proprio con lโaltitudineยป.
Favorevole Cesare Barbero, general manager di Pertinace, cantina cooperativa con sede a Treiso: ยซVista la siccitร delle ultime annate la vedo come una esigenza tecnica di produzione; inoltre, non sempre nelle attuali esposizioni si trovano le uve miglioriยป. Poi ricorda: ยซIn passato imprenditori anche blasonati si sono spostati in Alta Langa dove un tempo cโerano le piste da sci: non fu uno scandalo allora, non lo sarebbe adessoยป.
Come emerge dalle tante e discordanti voci sopra, la partita รจ tuttโaltro che chiusa. Occhio, quindi, alle prossime elezioni consortili che potrebbero di fatto diventare una sorta di votazione anche sulla questione del disciplinare. O almeno anticiparne gli esiti.