Cosa ci portiamo dietro da Vignaioli Naturali a Roma del 27 e 28 gennaio, una delle fiere di vino naturale che si svolgono in Italia? Cinque bottiglie, cinque assaggi che abbiamo annotato tra un bicchiere e l'altro. La manifestazione organizzata da Tiziana Gallo e dedicata al vino artigianale ha raggiunto la sua 15esima edizione, da diversi anni si tiene all'interno del Grand Hotel Excelsior, tra gli sfarzi di via Veneto. Ecco il nostro percorso tra varietà sconosciute, produzioni rare e grandi territori del vino italiano.
Etna Bianco Sup. Palmento di Caselle 2020 I Vigneri
Vigna ad alberello a piede franco sul versante sud-est dell'Etna, nel comune di Milo. Simone Foti ci introduce a un bianco a dir poco ampio e sfaccettato, con un profilo evoluto ricco di spezie, sbuffi tostati e iodati. L'evoluzione è gestita con grandissima sensibilità, per un vino aperto sul piano aromatico e grintoso. La bocca è clamorosa, profonda, tesa, cremosa: ricca di sapore e slancio. Lungo, lungo, lungo. Carricante in purezza, matura per un anno in botti da 500 litri, poi altri 12 mesi in vetro. Per noi è il vino della manifestazione. 1277 bottiglie prodotte.
Rosa 2022 Sergio Drago
Rimaniamo sull'isola e ci spostiamo nel palermitano, le uve nero d’Avola sono coltivate nel comune di Monreale. Sergio Drago firma un rosato molto fresco e dissetante, capace di mantenere una spinta acida sorprendente nonostante il calore del millesimo. Parte piano e chiude tonico tra sensazioni di anguria, melograno e mandorla. Finale secco e continuo, ha struttura per invecchiare e migliorare per alcuni anni di bottiglia.
Alea Rosa 2022 Andrea Occhipinti
"Super!". È il giudizio sfacciato al vino rosato prodotto da Andrea Occhipinti, che non ha bisogno di incoraggiamenti, ma che sicuramente sale sul podio degli assaggi più interessanti dell'evento. La cantina è nata sulle dolci colline intorno al Lago di Bolsena; sponde nord-occidentali, località Montemaggiore a Gradoli. Un vino fresco, entusiasmante e che rende la vita meno noiosa. Aleatico 100%, diraspato, una notte sulle bucce e poi pressato. Fermentazione in cemento e affinamento in acciaio per un succo dalla territorialità profonda. Al naso profumi minerali e balsamici, lamponi, fiori rosa ed erbe selvatiche. Grande corrispondenza bocca naso, con un bel finale profondo.
Iacopone nero 2021 Paolucci
Che bella sorpresa. Ci ha colpito l'intera proposta di Iacopo Paolucci, giovane enologo che dopo una serie di esperienze si è messo in proprio, piantando nel 2011 a Doglio, Umbria, non lontano da Todi. Tra le varietà riscoperte il grero, protagonista di questo rosso intenso. «È un vitigno dimenticato perché difficile da gestire, sensibile alle malattie, simile al syrah per la veste speziata», ci racconta Iacopo. Profumi soffusi di ginepro, macchia mediterranea e pepe; la bocca è avvolgente, scura di ribes e tè lapsang, dal passo lento e continuo. Molto affascinante. Di livello anche il Grechetto di Todi '22 e il complesso Rimacerato '21 da uve trebbiano spoletino.
Rosso del Ciglio 2020 Primalaterra
Dal negozio di dischi alla vigna. È il percorso di Salvatore Magnoni sulle colline del Cilento. Dalla vigna del Ciglio, nel comune di Rutino, apprezziamo il Rosso del Ciglio, un Aglianico di bella verve. Si offre croccante su toni di bacche e liquirizia, la bocca è ritmica, snella: ha carattere e incisività in un contesto leggero e graffiante. Di notevole indole gastronomica. Anche il Primalaterra '18, Aglianico dalla parte più alta della vigna, mostra una complessità gustativa e una materia prima di notevole affondo.
Ps. Ancora irrisolto il mistero dell'acqua che sapeva di tappo. Tutte le bottiglie sui banchi d'assaggio, o per lo meno quelle che abbiamo assaggiato, sapevano di straccio bagnato.
Assaggi: Sonia Ricci, Lorenzo Ruggeri, Marzio Taccetti