Siamo a Entracque, villaggio di fondovalle circondato dalle montagne, che vive soprattutto di turismo, di un po’ di agricoltura con un prodotto d’eccellenza, la patata, riconosciuta come prodotto tipico, più un paio di piccoli caseifici. Ma da qualche mese è stato avviato un progetto innovativo e sperimentale, che potrebbe diventare una risposta anche per altre vallate piemontesi e per le loro comunità.
Un progetto che è anche un modo per affrontare in modo concreto e fronteggiare le nuove dinamiche legate al cambiamento climatico. Come? Producendo del vino, del buon vino. Proprio il cambiamento climatico sta modificando l’approccio verso molte colture e la vigna è fra queste. Vigneti impiantati sempre più a nord, in territori che parevano preclusi alla viticoltura. Perché allora non produrre vino proprio in montagna? Una scelta che offre una prospettiva di lavoro nuova, frenando l’esodo dalle valli, anzi richiamando giovani che intendano avviare una nuova attività che sia remunerativa e insieme anche innovativa. Il progetto è del Comune di Entracque insieme a Réva, azienda vitivinicola nel cuore delle Langhe.
Come è nato il progetto
Come è nato il progetto? Dalla passione del sindaco, Gian Pietro Pepino, per il suo paese e la gente che ci vive, e accrescerne potenzialità e attrattive, e dalla passione per il vino di Réva.
La storia dei vini Réva ha una valenza internazionale: il proprietario Miroslav Lekes è di Brno, Repubblica Ceca, ma si è innamorato delle Langhe dove ha acquisito, in una valletta di Monforte, vigneti e aperto in Resort Réva, con ristorante stellato Fré dello chef Francesco Marchese, allievo del tre stelle francese di Jannick Alléno. Lekes ha una passione particolare per il Riesling renano, il vino più adatto a essere impiantato ad altitudini più elevate, ma i terreni vitati di proprietà non si prestano a realizzare una produzione di Riesling. Però le estati da qualche anno a questa parte registrano temperature sopra la media e si possono tentare progetti diversi. Così per quelle casualità che a volte cambiano le cose, a condividere idee e preoccupazioni sul futuro agricolo si trovano a un certo punto Daniele Scaglia, General Manager del gruppo, che frequenta Entracque da turista, e il sindaco Gian Pietro Pepino. Scaglia propone un’idea curiosa, ambiziosa e sperimentale: lavorare al primo vigneto della Valle Gesso proprio nel Comune di Entracque, a oltre mille metri di altitudine. Un’idea nata per caso, da chiacchiere fra amici? Non esattamente.
La scelta del posto e del vitigno giusti
L’agronomo dell’azienda Roberto Abbate, guarda caso anche lui villeggiante ad Entracque, studia il terreno, il territorio, il clima e alla fine si individua il posto giusto per impiantare la vigna, la località Tetto Violino (1042 m), soleggiata, protetta da pareti calcaree. Un luogo in cui nessuno, prima, aveva mai pensato di fare vino, a oggi l’impianto più alto della regione.
Ma il terreno è argilloso, perfetto per la coltivazione della vite, ricco di ferro e sedimenti rocciosi da erosione, ideale per la coltivazione di Riesling. E il 18 luglio di quest’anno sono state piantumate 2.300 piante di Riesling su 6mila mq. Con un impianto di tradizione, pali in legno, per il massimo rispetto dell’ambiente. Il vigneto darà i suoi primi frutti in circa tre anni, le prime bottiglie usciranno, verosimilmente, nel 2027.
"Una piccola produzione, che ipotizziamo inizialmente in più o meno duemila bottiglie - spiega Daniele Scaglia che si occupa personalmente del progetto - Abbiamo scelto il Riesling perché, dopo diverse analisi, crediamo che la varietà d'uva e il terreno siano perfetti l'uno per l'altra. Avremmo potuto semplificarci la vita piantando una varietà più resistente, come fanno in altre valli, ma questo non ci darebbe modo di lavorare su un prodotto di qualità come vogliamo sia questo vino. Il Riesling è un vitigno nobile e complesso, di grande eleganza e longevità. Non è un vitigno resistente, il che rappresenta una sfida, ma è un vitigno di qualità: per noi, per come lavoriamo e ragioniamo, farlo così era l'unico modo per farlo. Inoltre è un vitigno che ci permetterà di distinguerci da altri progetti simili e di approcciarci anche a un mercato internazionale"
Una sfida nel segno della sostenibilità
Un progetto di agricoltura sostenibile che ha il sostegno della Regione Piemonte perché scommette su t erritori decentrati attraverso produzioni di eccellenza, puntando a rivalutarne l’interesse turistico ed enogastronomico
Occorrerà qualche anno per la prima vendemmia, ma nel frattempo le premesse sono incoraggianti. Sarà un vino contemporaneo: in collaborazione con l’agronomo Abbate e l’enologo Beppe Caviola di Réva è in corso lo studio sull’affinamento di questo Riesling di Montagna in piccole botti e in buona parte in anfore. Un progetto che non parte come un business, ma nel segno della biodiversità e dell’attenzione al clima. E insieme dà una seconda occasione a terre ormai in disuso da anni, crea un nuovo potenziale di prodotto tipico – che potrà essere riconosciuto come tale dal Parco- una nuova proposta per i turisti, una nuova possibilità di lavoro per giovani e meno giovani. Insomma un nuovo futuro. Che sia davvero l’alternativa per i territori montani? Intanto una bella sfida e un progetto innovativo e concreto, e non è poco.