Storia e territorio
Coltivato quasi esclusivamente nella provincia di Sassari, in particolare nella zona di Usini, Uri, Ittiri, Ossi, Tissi, il cagnulari è un vitigno a bacca rossa da secoli presente in Sardegna. Le sue origini non sono certe, mostra una certa somiglianza con il bovale e per questo motivo si pensa sia stato introdotto in Sardegna durante la dominazione aragonese del Seicento. Sembra anche avere delle somiglianze genetiche con il mourvedre, coltivato nel sud della Francia, conosciuto in Spagna con il nome di monastrell. Il cagnulari è ancor oggi tradizionalmente coltivato con l’antico metodo dell’alberello sulle colline di composizione calcareo-argillosa a sud di Sassari, non lontane dalla costa di Alghero. È un vino fortemente territoriale, in passato veniva spesso utilizzato per tagliare altri vini rossi meno intensi e corposi o venduto sfuso per un consumo locale.
Il cagnulari si è salvato dall’estinzione solo grazie alla tenacia di una decina di piccoli produttori, che hanno creduto nel vitigno. Si è preservata così un’importante biodiversità, minacciata dalla coltivazione dei più famosi e commercialmente redditizi cannonau e bovale. La sua vinificazione in purezza è abbastanza recente, oggi èriconosciuta al cagnulari la Denominazione di Origine Controllata all’interno della Doc Alghero, ma alcuni tra i più importanti produttori preferiscono utilizzare la denominazione Isola dei Nuraghi IGT, proprio per segnare la differenza e la particolarità rispetto ai più conosciuti vini di Alghero.A promuovere questo interessante vitigno autoctono provvede anche la Confraternita del Cagnulari, un’associazione che organizza eventi durante tutto l’arco dell’anno per far conoscere e valorizzare questo interessante vino del sassarese.
Caratteristiche
L’uva ha una buccia spessa, dal colore nero-violaceo, spesso coperta da pruina. Il cagnulari è un vitigno dalla produzione piuttosto abbondante, che va contenuta per ottenere uve di qualità e vini con una giusta concentrazione aromatica. Il vino ha un colore rosso rubino brillante, profumi intensi di frutti di bosco, con note speziate e accenti balsamici. Al palato risulta caldo, di buona struttura, con tannini morbidi e una piacevole freschezza, che lo rendono molto armonioso. Il finale è sapido e persistente. Per le versioni più fragranti e di consumo immediato, il cagnulari viene affinato in acciaio, ma la maturazione in legno sta dando ottimi risultati per i vini destinati all’invecchiamento. È un vitigno dalla forte personalità, tipico e legato al piccolo territorio di produzione. Le migliori espressioni fanno intravedere un potenziale ancora inespresso, soprattutto nel caso di lunghi affinamenti, che conferiscono al cagnulari grande complessità.
A tavola si sposa meravigliosamente con primi piatti conditi con sughi di carne, carni rosse, arrosti, agnello e selvaggina.
Produttori
Le migliori cantine sono raccolte in pochi chilometri, a Usini e nei paesi limitrofi. L’Azienda Vinicola Chessa, propone una versione invecchiata in botti di rovere, molto elegante e interessante: Cagnulari Isola dei Nuraghi IGT. L’azienda vinicola Cherchi produce il Cagnulari Isola dei Nuraghi IGT affinato in parte in acciaio e in parte in barriques e la versione Soberanu Isola dei Nuraghi IGT, realizzata con le uve delle vigne più vecchie, raccolte in fase di sovramaturazione, che passa in barriques nuove e seminuove per 14 mesi prima di un ulteriore affinamento in bottiglia. È un vino di grande struttura e complessità, adatto anche a invecchiare nel tempo. Anche Francesco Fiori propone due versioni di cagnulari; Serra Juales Isola dei Nuraghi IGT, affinato in acciaio, più giovane e fruttato e Nebriosu Isola dei Nuraghi IGT, che invecchia per 12 mesi in botti di rovere. Un vino intenso, caldo, complesso e potente. Tra gli altri produttori di cagnulari ricordiamo Carpante, Galavera, Binzamanna, Antonio Tedde, Antonio Pinna, Sara Solinas e Santa Maria La Palma importante realtà cooperativa della Doc Alghero Cagnulari.
a cura di Alessio Turazza
foto: www.sardegnaagricoltura.it
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