La verticale dell’Amarone Bosan dal 1997 al 2015 che racconta la Valpolicella

10 Gen 2025, 08:22 | a cura di
Entrare in una cantina e trovarsi difronte 14 annate del vino più prestigioso aziendale non capita tutti i giorni. È quella che si chiama degustazione verticale: un’etichetta, tante annate. Una verticale però non è un semplice assaggio di vini, è qualcosa di più. È ripercorrere la storia, i cambiamenti, le scelte che ha fatto un’azienda, e le persone che la vivono. È come una macchina del tempo. C’è un profumo che richiama un’estate calda o piovosa, c’è un gusto che fa ricordare le scelte vendemmiali o quelle fatte in cantina, le botti utilizzate o i mesi decisi per l’affinamento. Abbiamo assaggiato la storia di Cesari e vi riportiamo le nostre impressioni

Cesari è una bellissima realtà situata nel cuore della Valpolicella Classica. Da diversi anni è entrata a far parte del gruppo Caviro che la acquistò nel 2014 dalla famiglia Cesari. L’azienda fu fondata nel 1936 e da allora ha sempre prodotto nel segno della qualità. Una qualità espressa attraverso le denominazioni più importanti del territorio, Valpolicella Classico, Ripasso e, ovviamente, Amarone. A dieci anni dall’acquisizione il grande gruppo cooperativo romagnolo ha deciso di investire ulteriormente in questa realtà veneta, soprattutto mettendo in risalto e comunicando maggiormente quelli che sono i valori che la hanno sempre contraddistinta, come si evince dalle parole dell’Amministratore Delegato di Cesari e Direttore Generale di Caviro Giampaolo Bassetti: «Parlare di vigna, di uva, di salvaguardia della materia prima sono nel nostro dna. Ma mentre Caviro rappresenta un mondo commerciale, Cesari per noi rappresenta il mondo premium. E il mondo premium ha un suo linguaggio, le sue strategie. È per questo che abbiamo scommesso su un professionista come Giovanni Lai (direttore generale Cesari, ndr) per apportare competenze a 360 gradi, a partire dal marketing. Ora, grazie a questa impostazione, Caviro impara tanto da Cesari, ma soprattutto si è creata una connessione forte tra le varie aziende del gruppo, nonostante siano diverse per obiettivi e numeri prodotti. Ma la vera essenza di tutto, il punto di contatto tra le diverse realtà, rimane sempre la vigna»

Cesari © Francesco Vignali Photography

Dalla vigna al bicchiere

Proprio così. Tutto parte dalla vigna. Gli ettari vitati sono centoquaranta, alcune decine di proprietà, altre lavorate da vignaioli conferitori che possono essere considerati a tutti gli effetti degli stretti collaboratori aziendali. Questo fa si che la qualità che si ritrova nel bicchiere parte davvero dal campo. Le uve vengono lavorate a Fumane, cantina nel cuore della zona classica delle denominazioni e soprattutto centro all’avanguardia per la produzione. Qui, oltre alle vasche d’acciaio e a qualche anfora in cui si sperimentano nuovi prodotti, vi è il fruttaio per l’appassimento delle uve che daranno vita all’Amarone. Michele Gamba, enologo aziendale, ci dice: «Riteniamo ci debba essere sempre un profondo rispetto della materia prima, del territorio. Saper arrivare al momento giusto in vigna e riuscire a interpretare l’annata è la grande scommessa del fare vino di qualità e soprattutto rispettoso di ciò che la natura crea. Il resto si fa in cantina e noi abbiamo il controllo delle intere fasi delle lavorazioni, dalla vendemmia alla vinificazione, all’affinamento. La tecnologia va vista come un aiuto e un’esaltazione del rispetto di cui parlavo, ma non come artificio, intervento che, invece, va a distogliere tipicità.» Noi non possiamo che esser d’accordo con queste parole, ma soprattutto è il bicchiere che ci convince e ci fa ritrovare le parole di Gamba.

Cesari © Francesco Vignali Photography

Il Caveau Storico e la sede storica aziendale

È stato inaugurato a novembre 2024 il caveau storico che racchiude tutte le bottiglie rimaste di Amarone della Valpolicella Bosan dall’annata 1997. Uno spazio molto bello, ideale per la conservazione delle bottiglie (per temperatura e umidità) ma anche per le visite guidate e con uno spazio con un tavolo dove poter effettuare le degustazioni. Nelle zone laterali le vecchie barrique sono state riutilizzate per contenere le diverse bottiglie suddivise per annate e lo scenario che si crea è davvero suggestivo. Al centro della sala, oltre al tavolo per gli assaggi, un banco mette in evidenza tutte le bottiglie vecchie in cui è stata messa la gommalacca bianca e sono state ri-etichettate con un’etichetta anch’essa bianca che fa trasparire la scritta di tutte le annate che compongono il caveau. Si differenzia l’annata in corso (in questo caso la 2015) che invece presenta la classica etichetta nera. Per celebrare l’inaugurazione del Caveau Bosan, Cesari ha lanciato una box in edizione limita, la Verticale Storica, con tre bottiglie, contenente, oltre l’annata in corso, altri due vecchi millesimi. Si parte con la 2015, la 2010 e la 2001.

Cesari © Francesco Vignali Photography

A Cavaion Veronese, altra sede dell’azienda, avviene l’affinamento dei vini in legno, e l’organizzazione di eventi e degustazioni, visti gli spazi bellissimi che si affacciano sulle vigne. Diversi i vini prodotti. Si parte dal Valpolicella Classico, pura espressione territoriale, vino fresco e giovane, molto elegante e di grande beva; si prosegue con un altro Valpolicella, ma frutto del già citato cru Bosan; spazio poi per il Valpolicella Ripasso, per l’Amarone frutto delle diverse vigne appartenenti ognuna a diversi territori, per poi arrivare all’Amarone Bosan, la grande etichetta aziendale (di cui vi riportiamo le note di tutte le annate assaggiate nella verticale). I bianchi sono invece frutto di una produzione dislocata sulle rive del Garda: da qui si producono un Pinot Grigio, un Bianco Garda e, infine, un Lugana. La nostra visita da Cesari si conclude con una bella chiacchierata con Giovanni Lai, già citato direttore generale   aziendale: «Il nostro obiettivo è crescere sotto l’aspetto valoriale ed esaltare al massimo il lavoro portato avanti da Michele e dal suo team. Stiamo lavorando per avere una coerenza qualitativa ad ogni livello: qualità distributiva, qualità nell’accoglienza, nella vendita, nel contatto col consumatore finale, nella comunicazione. Questo è l’aspetto più complesso, ma questa coerenza è il punto di partenza. Parliamo di una delle aziende più importanti di tutta la Valpolicella. Io non ho fatto nulla di valoriale sotto l’aspetto produttivo, devo solo spolverare un gioiello e fare emergere alcune cose. Dobbiamo cambiare il percepito e arrivare in tutti i posti in cui l’azienda merita di stare. Insomma, dare valore a ciò che è già valore.»

Cesari © Francesco Vignali Photography

 

Verticale storica Amarone della Valpolicella Classico Bosan

2015

Naso davvero complesso che si snoda tra frutta rossa, spezie e un tocco di liquirizia. In bocca è caldo, ma mai alcolico, piuttosto fa emergere un tannino perfetto, setoso che si unisce a una beva elegante e verticale. L’acidità non manca, regala un finale fresco e mentolato che si unisce a una incredibile sapidità. 93 punti

2013 

Il naso fa emergere subito note più calde, concentrate, mature del precedente. Esce un po’ l’alcol, ma poi il frutto scuro domina l’olfatto. La bocca ha ancora un tannino energico, puntuto che ha bisogno di integrarsi alla materia. Chiude con note lievemente amaricanti. 88 punti

2012 

A distanza di 12 anni inizia una bellissima terziarizzazione olfattiva che regala delle note incredibili. Si parte dalla parte primaria, col frutto rosso in evidenza per poi sfociare in note speziate, fumé, dal tocco di china e grafite. In bocca il tannino è delizioso, setoso, dà ritmo senza aggredire, mentre l’acidità è ancora energica e regala vitalità e grinta. 94 punti

 2011 

Il naso fa emergere una bellissima evoluzione tra note di spezie, resine nobili e tratti di corteccia. Cremoso, avvolgente, caldo in bocca, cambia pian piano facendo emergere note olfattive che ci riportano in gioventù tra confettura di ciliegie ed alchermes. Finale dal tannino lievemente ruvido, ma mai astringente. 91 punti

2010 

Un naso incredibile, complesso, fine, elegante, ma soprattutto ancora caratterizzato da note di gioventù dopo 14 anni. Frutto rosso in evidenza, ciliegia, mora, addirittura lampone, un tocco di pepe nero anticipano una bocca, lunga, sapida e fresca. Il tannino è anch’esso giovane, puntuto ma mai ma mai amaro e rafforza un sapore che spinge il vino in un finale lunghissimo. 95 punti

 2009 

Naso in piena terziarizzazione, molto affascinante nonostante l'evoluzione: cuoio, sottobosco,, cassetto della nonna. La bocca è avvolgente, cremosa e mostra un tessuto setoso nonostante un pizzico di astringenza finale, quasi piccante, che però non ne contrae il sorso. 90 punti

2007

Il naso è molto bello, balsamico, mentolato e molto persistente. La bocca è altrettanto balsamica, molto sapida, quasi salmastra, dal finale saporitissimo. Anche il tannino è preciso, mostra un leggero tocco amaricante, ma non vi è nessuna astringenza a contrarre il sorso. 92 punti

 2006 94 punti

Un altro grande esempio di come queto vino invecchia in maniera impeccabile. Anche qui è ancora il frutto rosso a invadere il naso, spazio poi a spezie dolci, cenni di sottobosco, tocchi mentolati e di resine nobili. La bocca è ampia, voluttuosa e cremosa, ma è sorretta da un’acidità bellissima, perfettamente integrata a una materia che fa venir fuori, sul finale, una sapidità disarmante.

2005

Profumi molto netti di lampone e tocchi di china, anticipano una bocca sottile, fresca e leggiadra. Poi il naso si fa più complesso ed escono note di caffè e rabarbaro. La bocca si allunga in un finale sapido e pulitissimo. 92 punti

2004

Dopo vent'anni il naso mostra tutta la sua evoluzione terziaria, per quanto non ci siano tracce di ossidazione. La bocca reagisce alla grande e mostra un bel tannino, una trama saporita e mai contratta. 91 punti

2003 

Una delle estati più calde e torride del secolo che viviamo. Ogni volta che si assaggia una 2003 non si può non pensare al clima, ma nel caso dell’Amarone, visto l’appassimento a cui è sottoposto, spesso i risultati del millesimo caldo sono soddisfacenti. La conferma arriva dal bicchiere che mostra un naso in piena evoluzione, ma una bocca fresca, sapida, vitale e molto molto lunga. 92 punti

2001

La grande annata si fa sentire e mostra un naso complesso tra note terziarie in cui ancora si avverte il frutto. La bocca sembra quasi dolce, non per gli zuccheri ma per quanto è cremosa, avvolgente. Finale pulitissimo, lungo, elegante e sapido. 93 punti

2000 

Semplicemente fantastico! Sono passati ben 24 anni ma l’energia, la forza la vitalità di questo vino sono incredibili. Piccoli frutti di bosco si alternano a note di aghi di pino, foglie secche, porcini e tabacco, la bocca scorre a meraviglia sul palato, il tannino è dolce e carezzevole, l’acidità non manca, per quanto tenue, ma riesce a dare sventagli di freschezza ideale per un sorso elegante, fine, armonioso. 96 punti

 1997 

La prima annata degustata, la più vecchia, che a onor del vero affascina e non poco, basti pensare alla sua età. Il naso è terziario con liquirizia, sottobosco, china, radici e resina in evidenza. Si avverte anche la ciliegia sotto spirito che anticipa una bocca fitta, cremosa che, a dispetto del naso, mostra ancora vitalità, energia e freschezza. 93 punti

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