Versi di vini. Stéphane Mallarmé e Paul Verlaine

2 Lug 2016, 15:34 | a cura di

Di corsa tra secoli e poesie arriviamo fino sulla soglia del '900 con i poeti maledetti. Il simbolismo nelle loro liriche e il disordine travagliato delle loro vite ne fece icone di sregolatezza romantica.

La poesia saturnina, quella dei simboli e quella assoluta nell'espressione e nell'immaginazione. Quella dei poeti che, per loro stessa definizione, furono maudits: maledetti. Accompagnarono la fine dell'800 con le loro vite irrequiete, con la trasgressione di ogni regola, quelle poetiche e quelle borghesi, sprofondando a volte in esistenze segnate da dipendenze e tragici conflitti amorosi.

 

Stéphane Mallarmé

Nato a Parigi, Mallarmé (1842 – 1898, nell'immagine di copertina, in un ritratto di Edouard Manet) dette inizio al poema Hèrodiade nel 1866, con il quale si prefiggeva di realizzare una poetica nuova, quella dei “simboli”. Nacque quindi la poesia simbolista di cui proprio Mallarmé ne fu il caposcuola e il suo teorico. Pubblicò nel 1876 Il pomeriggio di un fauno un poemetto in cui i simboli diventano il mezzo per chiudere il mondo dei sogni e rendere l’assoluto. Riportiamo qui la poesia.

 

Brindisi

 

Nulla, una schiuma, vergine verso

solo a indicare la coppa,

così al largo si tuffa una frotta

di sirene, taluna riversa.

Noi navighiamo, o miei diversi

amici, io di già sulla poppa

voi sulla prora fastosa che fende

il flutto di lampi e d’inverni,

una bella ebbrezza mi spinge

né temo il suo beccheggiare

in piedi a far questo brindisi

solitudine, stella, scogliera

a tutto quello che valse

il bianco affanno della nostra vela.

 

Paul Verlaine

Paul Verlaine (1844 – 1896), scrisse moltissimo in versi, dai Poemi saturninia Romanze senza parole aI poeti maledetti. Èquesta un’antologia che riporta liriche di Mallarmé, Rimbaud e altri, oltre a quelle scritte dallo stesso Verlaine. L’opera può essere considerata come la consacrazione del simbolismo e l’apertura verso la poesia pura.

 

Vendemmia

Tutto quello che canta nella testa

quando la memoria s’allontana

ascoltate, è il sangue che fa festa…

O musica discreta e lontana!

Ascoltate! Il sangue piange, è lui

Non appena l’anima è fuggita,

con voce sino allora inaudita

e che ben presto ritornerà muta.

Fratello al sangue della vigna rosa

fratello al vino della vena nera

o vino, o sangue, o apoteosi!

Canto e pianto! Scacciate la memoria

e l’anima, e all’orlo delle tenebre

magnetizzate le povere vertebre.

 

a cura di Giuseppe Brandone

 

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