La poesia saturnina, quella dei simboli e quella assoluta nell'espressione e nell'immaginazione. Quella dei poeti che, per loro stessa definizione, furono maudits: maledetti. Accompagnarono la fine dell'800 con le loro vite irrequiete, con la trasgressione di ogni regola, quelle poetiche e quelle borghesi, sprofondando a volte in esistenze segnate da dipendenze e tragici conflitti amorosi.
Stéphane Mallarmé
Nato a Parigi, Mallarmé (1842 – 1898, nell'immagine di copertina, in un ritratto di Edouard Manet) dette inizio al poema Hèrodiade nel 1866, con il quale si prefiggeva di realizzare una poetica nuova, quella dei “simboli”. Nacque quindi la poesia simbolista di cui proprio Mallarmé ne fu il caposcuola e il suo teorico. Pubblicò nel 1876 Il pomeriggio di un fauno un poemetto in cui i simboli diventano il mezzo per chiudere il mondo dei sogni e rendere l’assoluto. Riportiamo qui la poesia.
Brindisi
Nulla, una schiuma, vergine verso
solo a indicare la coppa,
così al largo si tuffa una frotta
di sirene, taluna riversa.
Noi navighiamo, o miei diversi
amici, io di già sulla poppa
voi sulla prora fastosa che fende
il flutto di lampi e d’inverni,
una bella ebbrezza mi spinge
né temo il suo beccheggiare
in piedi a far questo brindisi
solitudine, stella, scogliera
a tutto quello che valse
il bianco affanno della nostra vela.
Paul Verlaine
Paul Verlaine (1844 – 1896), scrisse moltissimo in versi, dai Poemi saturninia Romanze senza parole aI poeti maledetti. Èquesta un’antologia che riporta liriche di Mallarmé, Rimbaud e altri, oltre a quelle scritte dallo stesso Verlaine. L’opera può essere considerata come la consacrazione del simbolismo e l’apertura verso la poesia pura.
Vendemmia
Tutto quello che canta nella testa
quando la memoria s’allontana
ascoltate, è il sangue che fa festa…
O musica discreta e lontana!
Ascoltate! Il sangue piange, è lui
Non appena l’anima è fuggita,
con voce sino allora inaudita
e che ben presto ritornerà muta.
Fratello al sangue della vigna rosa
fratello al vino della vena nera
o vino, o sangue, o apoteosi!
Canto e pianto! Scacciate la memoria
e l’anima, e all’orlo delle tenebre
magnetizzate le povere vertebre.
a cura di Giuseppe Brandone
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