Il poeta cileno Ricardo Eliécer Neftali Ricardo Reyes (1904 – 1973) meglio noto con lo pseudonimoPablo Neruda, è uno dei più importanti artisti del Novecento. Poeta di valore mondiale, politico e diplomatico, esule e tenace oppositore del governo autoritario del suo paese. Pubblicò le raccolte La canzone della festa, Crepuscolario, e i capolavori Canto General, un'esaltazione epica e lirica della natura e della storia dell’America latina, Residenza in terra, in cui evidenzia una suggestione surrealista, i Venti poemi d’amore e una canzone disperata. La sua ispirazione prima è l'amore, verso la donna amata, la natura, gli animali domestici, le piante e il cibo. Famosi sono infatti i versi delleOdi elementari dedicate al pomodoro, il carciofo. E anche al vino.
Ode al vino
Vino color del giorno,
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio
della terra,
vino, liscio
come una spada d’oro,
morbido
come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato
e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.
A volte
ti nutri di ricordi
mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo
lacrime passeggere,
ma
il tuo bel
vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane
nella tua anima immobile.
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono mura,
rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Oh, tu , caraffa di vino, nel deserto
con la bella che amo,
disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino
al bacio dell’amore aggiunga il suo bacio.
Amor mio d’improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa
il tuo petto
è il grappolo,
la luce dell’alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.
Ma non soltanto amore,
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei vino di vita
ma
amicizia degli esseri, trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano,
ricordino in ogni
goccia d’oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l’autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore
e impari l’uomo oscuro
nel cerimoniale del suo lavoro
e ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto
a cura di Giuseppe Brandone
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