Di questo autore, sappiamo soltanto che era un maestro italiano di grammatica. Qui riportiamo un inno al vino, di cui Morando da Padova sembra esserne molto competente, raccontando il pro e il contro di questa bevanda, concludendo con la “bianca acqua maledetta”, anche se il nostro non era un “clerico vagantes”:
Laudes vini
Il vino dolce, glorioso
rende grasso e carnoso
il petto e lo apre.
Maturo, saporoso al gusto,
ci è molto gradito,
poiché eccita i sensi.
Il vino forte, il vino puro
rende l’uomo baldanzoso
e scaccia il freddo.
Ma il vino aspro punge la lingua,
macchia tutto l’intestino
e rovina il corpo.
Quello invece che è chiaretto
rende roco il bevitore
e lo fa spesso mingere.
Il vino poi che è torbido
suole infiacchire il corpo
e togliere il colore.
Il vino rosso sottile
non è da ritenersi vile,
perché dona colorito.
Il cedrino, simile all’oro,
fa molto bene all’intestino
e soffoca i languori.
Ma la bianca acqua maledetta
sia da noi messa al bando
perché eccita la milza.
Traduzione di G.Vecchi
a cura di Giuseppe Brandone
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