Nel 1607, nella Biblioteca Palatina di Heidelberg in Germania, si scoprì una raccolta di tremilasettecento epigrammi i cui autori sono oltre trecento poeti greci, distribuiti dal IV° secolo avanti Cristo alla tarda età bizantina. Si tratta di componimenti di buon valore poetico e molti di questi sono opera di autori ormai famosi e conosciuti grazie alla scoperta della Palatina. Il vino e l’amore sono i protagonisti di questi epigrammi.
Asclepiade
Il poeta (Samo IV- III secolo a. C. ) visse sempre nella sua isola natale e si circondò di amici poeti che lo consideravano un maestro. Di lui si sono conservati una quarantina di frammenti nei quali il poeta narra confidenze d’amore, inviti alla gioia, amori e soprattutto sente la vita insidiata dalla noia e dalla morte. Ma c’è anche il vino:
Il vino è la spia dell’amore.
Negava di essere innamorato, Nicàgora,
ma i brindisi lo hanno smascherato.
Piangeva, con la testa tremante
e lo sguardo abbassato.
Mentre la ghirlanda lentamente
gli scivolava dal capo.
Meleagro
Poeta e filosofo (II-I secolo a. C.), fu anche autore di un centinaio di epigrammi giunti a noi grazie alla scoperta della Palatina, nei quali domina l’amore. Meleagro pubblicò una raccolta di epigrammi di vari poeti, la “Ghirlanda”, in cui ciascun autore era assimilato ad un fiore.
La coppa esulta di gioia
perché ha toccato
la garrula bocca di Zenofila,
amica dell’amore.
Felice lei! Oh, se ora accostando
le sue labbra alle mie
mi bevesse d’un fiato l’anima
e ancora:
Versa per Eliodora, Peithò e Cipride
Afrodite,
e sempre lei, Carite delle dolci parole.
Per me, lei una e unica dea,
bevo mescolato al vino il nome che amo.
Agazia Scolastico
Poeta e storico (536-582 a.C. ), nell’Antologia Palatina rimangono 98 suoi epigrammi che trattano vari temi talora in tono satirico e con una certa grazia. Eccone un esempio:
Non sono un amante del vino,
ma se vuoi ubriacarmi
bevi tu per prima e poi passami la coppa.
Allora l’accetto,
Se soltanto l’avrai sfiorata con le tue labbra,
sarà difficile per me restare sobrio
e sfuggire al dolce coppiere.
Il tuo bacio me lo trasmette quella coppa
e mi racconta
quale grazia l’ha toccata.
Per finire una poetessa che non fa parte della Palatina, ma che è universalmente conosciuta e stimata:
Saffo
Dalla poetessa, una delle più note dell'antichità (VII/VI secolo a.C.), un frammento che si potrebbe intitolare “scene da un matrimonio”.
Stava nel cratere l’ambrosia
già ben mescolata
Hermes prese la giara e versò:
gli dei con un unico gesto
levarono le coppe,
libarono, augurando
ogni bene allo sposo.
a cura di Giuseppe Brandone
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