Il vino accompagnava ieri come oggi la vita delle persone. Celebrava i momenti di festa e scaldava le giornate piรน fredde, accompagnava gli amori tessendo reazioni, mettendo in luce il suo potere seduttivo. Cosรฌ ce lo raccontano i versi dei poeti del '600. Vi presentiamo tre liriche che raccontano la societร dell'epoca.
Pietro Michiele
Non esistono dati sicuri sulla sua nascita e la sua morte, si sa solo che visse nel XVII secolo Gentiluomo veneziano e poeta marinista, pubblicรฒ tre raccolte: La benda di Cupido, Rimee Licida.
Nella prima poesia che vi presentiamo si canta il legame tra amore e vino: Dubbi tra bella bocca e buon vino
Quinci Bacco, Amarilli e quindi Amore
mi fan con dolci vezzi invito aโ baci;
lโun ne le belle tue labbra vivaci,
lโaltro in bicchier di porporino umore.
Dโegual bellezza son, dโegual valore,
e son ambo del par dolci e mordaci;
onde ancora non so qual prima io baci;
chรจ tra doppio diletto รจ dubbio il core.
Se la tua bocca a la mia bocca unita
forma di baci un mormorio concorde,
mi mordi e baci in una cara e gradita.
E sโaccosto talor le labbra ingorde
ai labri del bicchier chโa ber mโinvita,
in un punto anco โl vin mi bacia e morde.
Tratti invece dalla lirica LโInverno, alcuni versi vinosi
A novi scherzi il verno (inverno)
Chiama lโanime amanti,
e chi non sa gioir non merita vita.
Di vivace Falerno
colme tazze spumanti
Bacco in tal tempo a rivoltar cโinvita;
alma del cor gradita,
deโ freddi giorni a rinovar lโonore
venga dolce liquore;
e poscia uniti in non usati modi
de lโalgente stagion cantiam le lodi.
Bartolomeo Corsini
Pisano, Bartolomeo Corsini (1606 โ 1673), dopo aver studiato medicina e filosofia, si ritirรฒ a Barberino del Mugello dedicandosi lungamente al poema giocoso Il Torracchione desolato, di cui, dalla parte prima, scegliamo alcuni versi da Festa campestre:
In altre parti poi vedeansi uniti
in bei giri e beoni a far buon fianco
con cibi delicati e saporiti,
e con pregiato vino e rosso e bianco.
โฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆโฆ..
Di tai delizie ognun di lor tenendo
Ingombrate le mani e le mascelle
e vino a iosa ad or ad or bevendo,
empivasi le pancie a crepapelle;
vi fu chi a segno omai star non potendo
dette nelle pazzie , nelle girelle;
e vi fu chi col fare a ruffa raffa,
spezzรฒ fiasco, boccal, bicchier, caraffa.
โBrindisโamico mioโ; โBon pro compagnoโ,
sโudiva risuonar di qua, di lร :
โoggi tempo non รจ da far sparagnoโ;( risparmio )
โallegri o galantuomโ; โ tรฒ quiโ; โda quaโ:
a cura di Giuseppe Brandone
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