La crisi economica scatenata dalla pandemia da Coronavirus non sembra aver determinato eccessivi scossoni alla produzione nazionale. In questo 2020, infatti, secondo le stime di Uiv (Unione Italiana Vini), Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) e Assoenologi, presentate giovedì 3 settembre, l’Italia produrrà tra 46 e 48 milioni di ettolitri di vino.
Nonostante le difficoltà del post lockdown, condizionate dagli effetti della pandemia mondiale sui mercati nazionali e internazionali e le incertezze legate alle alte giacenze, la vendemmia 2020 promette bene, con dati confortanti per qualità e quantità, lasciando l'Italia in una posizione di leadership mondiale sulle competitor Francia e Spagna, con il Nord in crescita rispetto al Centro-Sud. Il dettaglio regione per regione.
Piemonte
Il +5% del Piemonte (a 2,73 mln/hl) è ottenuto a fatica, considerando le infezioni di oidio a giugno, di peronospora a luglio, il caldo eccessivo ad agosto (fino a 35 gradi) e i nubifragi che hanno colpito le aree di Moncalvo e Santo Stefano Belbo. Anche la flavescenza dorata ha dato il suo contributo. In generale, secondo le stime Uiv, Ismea e Assoenologi, si prospetta una vendemmia di ottima qualità con punte di eccellenza.
Valle d’Aosta
Per la piccola regione del Nord-Ovest, è stata una buona annata climatica, con condizioni che hanno permesso il susseguirsi regolare delle diverse fasi fenologiche. Malattie in calo e uve in ottime condizioni sanitarie e di maturazione. Con queste premesse, la previsione è che si abbia anche un incremento della produzione di circa il 7% rispetto al 2019, da 17 a 18 mila ettolitri.
Lombardia
Ripresa nei volumi del 10% per i vini lombardi, a 1,42 mln/hl. Lo stato sanitario si presenta tra buono e molto buono. Alcune zone (Scanzo, Franciacorta, Valtènesi) hanno subìto gli effetti di bombe d’acqua e grandine in fase precoce, che hanno provocato danni comunque limitati in quantità. In Oltrepò e Franciacorta si segnalano maturazioni difformi anche all’interno della stessa zona viticola, a causa dei forti e repentini cambi di temperatura e piovosità. A livello sanitario, non ci sono problemi. Ottimi i livelli di acidità nei varietali bianchi. Le premesse generali sono per un’annata di ottima qualità.
Trentino Alto Adige
Anticipo vegetativo per il vasto comprensorio di Trentino e di Alto Adige, a causa di una primavera più calda delle medie. L’anticipo è compreso tra 7 e 12 giorni e la maggior parte delle uve sarà raccolta tra 10 e 25 settembre. Le quantità saranno superiori del 5% al 2019 (a 1,38 mln/hl) e la qualità dei vini si annuncia da ottima a eccellente, nonostante le infezioni di peronospora e danni legati ai giallumi della vite nelle zone trentine. Pinot, Lagrein e tutte le tardive tra cui Cabernet Sauvignon, Merlot e Teroldego sono le più promettenti.
Veneto
La prima regione produttrice crescerà dell’1% rispetto allo scorso anno, poco sopra gli 11 milioni di ettolitri. Il leggero incremento è dovuto all’entrata in produzione di nuovi impianti. Non ci sono problemi fitosanitari e la qualità delle uve risulta buona. Il tenore zuccherino, secondo i primi rilievi, è nella norma, come pure il quadro acido. Limitato, fortunatamente, l’effetto della grandine che il 23 agosto scorso ha colpito la Valpolicella e la zona centro orientale. Buoni i presupposti qualitativi per i vini futuri.
Friuli Venezia Giulia
Calo del 7% per il Friuli Venezia Giulia, stimata a 1,66 mln/hl. Per le uve rosse, ridotte a un 20% dell’intera produzione viticola regionale, un certo interesse è rivolto al Refosco, al Merlot, al Cabernet sauvignon e al Pinot nero, che da quest’anno entrerà nella produzione del Prosecco rosé. La qualità è definibile “ottima”.
Liguria
Produzione a +15% per questa regione (46 mila hl), grazie a un buon andamento climatico. La raccolta delle uve inizia ai primi di settembre con Pigato e Vermentino vicino al mare, per poi proseguire nelle aree più interne con la raccolta del Rossese. Riscontrati alcuni focolai di oidio, ben controllati. Ottimo il rapporto zuccheri/acidità, con una previsione qualitativa definita buona.
Emilia Romagna
Produzione di qualità stimata eccellente e incremento dei volumi del 7% (a 7,7 mln/hl) ma solo se si starà attenti ai vari gradi di maturazione e alle straordinarie differenze che quest’anno caratterizzano pianura e collina, con scarti in termini di alcol potenziale anche di due gradi, come nel caso del Trebbiano o del Pignoletto. La raccolta, anche nel caso del Sangiovese, dovrà essere spalmata su un arco temporale lungo.
Toscana
Si contrae la produzione di vino toscano. I 2,23 mln/hl segnano un -15% rispetto a un anno fa. Da subito, la fertilità delle piante si è rivelata inferiore rispetto alle medie. Limitata la peronospora per via delle scarse piogge, mentre l’oidio ha costretto i produttori agli straordinari. Sempre più ingenti i danni da ungulati. In generale, le uve presentano un ottimo stato sanitario. Verso fine settembre si raccoglierà il Sangiovese per Chianti, Chianti Classico, Brunello, Carmignano e Nobile. Si teme la perdurante siccità. Ma per i rossi da invecchiamento si annuncia una ottima annata.
Umbria
La produzione al momento sembra essere in linea con quella dell’anno 2019, cioè non particolarmente abbondante, intorno a 405 mila/hl (-5%). Tuttavia, col perdurare delle condizioni climatiche registrate ad agosto (siccità e caldo eccessivo) potremmo assistere a un abbassamento sensibile della produzione (bruciature, appassimento). La qualità sembra al momento ottima, con punte di eccellenza per le varietà tardive.
Marche
Incremento produttivo per le Marche (+10% a 898 mila hl) che sono partite per il settimo anno consecutivo con temperature invernali al di sopra delle medie storiche e una siccità poi rientrata a marzo. Una primavera regolare ha, purtroppo, fatto registrare l’azzeramento di alcune produzioni nel Fermano, colpite dalla grandine. I produttori hanno dovuto affrontare casi di peronospora e mal dell’esca a maggio. Attualmente, per le varietà notoriamente più produttive (Trebbiano toscano e Passerina) si prevede un aumento di produzione. Verdicchio in crescita principalmente per il maggiore peso dei grappoli.
Lazio
Segno meno di fronte alla casella laziale (-5% a 760 mila/hl) che è passato da una situazione di piovosità a una perdurante siccità, soprattutto a luglio e agosto. Limitata la presenza di fitopatie. Ci si aspetta una perfetta gradazione zuccherina, in linea col 2019 e della media degli ultimi 5 anni, e una qualità delle uve ottima, con punte di eccellenza per i vitigni bianchi precoci e per il Cesanese.
Abruzzo
L’Abruzzo (con un +7% e 3,4 mln/hl) supera la Sicilia nella classifica delle regioni più produttive, guadagnando il quarto posto. Un inverno mite e siccitoso e una primavera fresca e a tratti fredda, ma senza particolari fitopatie, hanno favorito fasi fenologiche regolari. La raccolta è iniziata dopo metà agosto e si protrarrà fino a fine ottobre. Il tenore qualitativo è “molto buono con punte di eccellenza sia sui bianchi sia sui rossi”.
Molise
Andamento stagionale che ha consentito una buona gestione dei vigneti, che appaiono in ottima salute. La previsione è di un leggero incremento rispetto al 2019 (+2%), che porterà a un risultato produttivo di 233.000 ettolitri. I primi dati analitici sulle uve sono confortanti per il grado di maturazione raggiunto, il che fa ben sperare sul livello qualitativo del vino.
Campania
Andamento quantitativo invariato per questa regione che chiuderà a 778 mila ettolitri. Se si escludono limitati danni per le gelate nel Beneventano ai primi di giugno, le condizioni di maturazione sono state ottimali. In generale è stata bassissima la pressione fitopatica. Queste condizioni hanno consentito a Uiv, Ismea e Assoenologi di stimare come eccellente la qualità delle uve. Per quanto riguarda le uve da basi spumante, si rilevano ottimi equilibri di acidità.
Puglia
Stime a -5% per la Puglia, che dovrebbe attestarsi a 8,49 mln/hl sul fronte quantitativo. Mentre, sul fronte qualitativo, dalle prime stime effettuate su Sangiovese, Trebbiano, Nero di Troia, Merlot e Lambrusco, la vendemmia 2020 si accinge ad essere un’ottima annata, con un vigneto che si presenta in buona salute, grazie a condizioni di germogliamento e maturazione avvenute in condizioni ideali. Le bacche risultano sane, senza particolari stress, con un buon grado zuccherino e valori di acidità ottimali e stabili.
Basilicata
Tranne una grandinata registrata nella zona bassa del Vulture, con danni di media importanza, la produzione della Basilicata è frutto di un clima generalmente molto favorevole. L’evoluzione delle viti è stata ottimale e la previsione sulla qualità, come tale, è di alte aspettative. Quantitativi a -5% sul 2019 intorno a 83 mila ettolitri.
Calabria
Andamento stagionale normale, seppur con qualche anomalia lungo i diversi mesi, che non ha influito sul risultato finale. Nessuna particolare preoccupazione legata ad infezioni della pianta, sempre sotto controllo durante tutte le fasi fenologiche. La vendemmia calabrese è stimata sostanzialmente in linea con quella dello scorso anno, quindi intorno ai 110.000 ettolitri di vino.
Sicilia
Continua il calo quantitativo della Sicilia, regione da 5 milioni di ettolitri potenziali, che in questo 2020 registra un -15% a 3,3 mln/hl. La qualità finora è buona, così come la curva aromatica grazie a escursioni termiche giuste, fino a 12 gradi in notturna con punte di 18 gradi nei territori superiori a 350 metri sul livello del mare. I primi dati analitici dei mosti in fermentazione fanno ben sperare per i futuri vini, per i quali si prevede un’ottima annata soprattutto per i rossi con gradazioni medio-alte.
Sardegna
Dopo tre anni complicati, torna a sorridere la Sardegna, in netta controtendenza e stime a 429 mila ettolitri (+15%). C’è qualche preoccupazione per gli effetti del caldo eccessivo tra 13 e 22 agosto, ma tutte le uve mostrano una buona qualità, con il Vermentino “in splendida forma sia in termini qualitativi che quantitativi”, seguito da Malvasia, Nasco e Nuragus, Torbato. La qualità è buona anche per Moscato, Chardonnay e Vernaccia, purtroppo colpite da gelata primaverile che ha comportato cali di quantità.
a cura di Gianluca Atzeni
Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri del 3 settembre
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