Questa volta fortunatamente non si tratta di una piquette da 2 euro ottenuta da vinacce, il famigerato “Château Colombier” che tanto ha fatto parlare, ma di un vero e proprio vino prodotto in Australia che ha battuto più di 580 altre bottiglie provenienti da 15 paesi diversi al 20° concorso annuale Vinus International Wine & Spirits Competition in Argentina. Il vino in questione è il Taylors Heritage Label Shiraz 2022 dell'azienda Taylors Wines, una realtà a conduzione familiare della Clare Valley, a circa 100 km a nord di Adelaide, che costa solamente 20 dollari. La cosa sorprendente è che l'anno scorso l'azienda ha vinto lo stesso premio con un altro vino, l'Estate Shiraz 2020.
Lo Shiraz da 100/100
Si tratta di un vino monovarietale da shiraz che viene descritto come corposo e che si esprime con ricchi sentori di prugna, pepe, ribes nero e ciliegia. Un giudizio che ha entusiasmato Mitchell Taylor, enologo e amministratore delegato di Taylors: "Non solo abbiamo vinto un importante trofeo per il nostro vino, ma i giudici lo hanno ritenuto degno di 100 punti. È fenomenale. L'Heritage Shiraz è un vino speciale che celebra l'eredità della nostra cantina di famiglia e si ispira alla nostra prima annata di vendita del 1973".
Le modalità di valutazione del concorso
A giudicare i vini c'erano giornalisti, sommelier ed esperti di vino che sono stati organizzati in panel separati con almeno 5 degustatori per ogni tavolo di assaggio. I test sono stati effettuati rigorosamente alla cieca con la possibilità da parte degli organizzatori di effettuare analisi chimiche se il campione proposto possa destare sospetti. In questo caso parliamo quindi di un'organizzazione impeccabile che fa capo all'argentino Leonardo Castellani, un veterano dei concorsi internazionali di vini e di olio extravergine.
Esperto organizzatore, ma anche figlio d'arte che ha ereditato la passione per questo lavoro dal padre Raul, un ingegnere chimico con la passione dell'analisi sensoriale, che fin dal 1978 ha partecipato come giuria internazionale in ben 674 concorsi enologici in tutto il mondo ed è stato il presidente di 149 concorsi enologici internazionali e 22 concorsi oleari internazionali. Oggi Castellani prosegue con la stessa passione il lavoro del padre, deceduto nel 2016, organizzando concorsi in tutto il mondo, Italia compresa dove lavora nell'Evo Iooc presieduto da Antonio Lauro.
Possibile che non ci siano vini italiani tra i vincitori?
Se si scorre tra la lista dei premiati si notano tante aziende provenienti dalla stessa Argentina, ma anche Brasile e Australia. L'Italia non è tra i vincitori. Non è tanto una questione protezionistica, ma semplicemente il fatto che molti dei concorsi che si svolgono in giro per il mondo, pur essendo internazionali, sono rivolti a un pubblico di consumatori che spesso risiedono negli stessi paesi o continenti.
A un concorso come Vinus, organizzato in Argentina, è normale che partecipino aziende locali o di paesi che puntano ad esportare in quel paese o in quelli limitrofi. La maggior parte delle aziende italiane che fanno vino di qualità puntano a un posizionamento su mercati esteri spesso diversi da quelli dell'America Latina e quindi prediligono concorsi internazionali organizzati in altri paesi o continenti.
Questione diversa è per le tante aziende australiane, come la vincitrice, che soprattutto negli ultimi anni stanno cercando di diversificare il loro export soprattutto dopo il blocco cinese cominciato nel 2020 e che a quanto pare si risolverà a breve. Il primo ministro Anthony Albanese, infatti, ha confermato che visiterà la Cina il mese prossimo, annunciando una promettente revisione delle pesanti tariffe commerciali sul vino australiano. In una dichiarazione rilasciata all'inizio del mese, il premier ha affermato che la sua storica visita segue mesi di "discussioni produttive" sulle tensioni commerciali tra Cina e Australia.