Una cantina urbana sulla Tour Eiffel. L'idea della Winerie Parisienne
Vinificare sulla Tour Eiffel. È possibile immaginare qualcosa di più orgogliosamente francese? L'idea ha iniziato a farsi strada tra i sogni nel cassetto dei due giovani soci alla guida della Winerie Parisienne diverso tempo fa. E da qualche settimana è realtà. Chi visita oggi il celeberrimo monumento parigino, simbolo della Ville Lumiere, facilmente avrà modo di apprezzare l'audace invenzione dell'azienda vinicola fondata nel 2015 alla prima periferia di Parigi, con l'intenzione di valorizzare, progressivamente, l'uva in arrivo dai vigneti dell'Ile de France, nelle campagne a ovest della città. Non a caso la cantina urbana ubicata a Montreuil negli ultimi tre anni ha lavorato per sviluppare la viticoltura nell'area immediatamente alle porte di Parigi, mettendo a coltura un'estensione crescente (oggi sono 10 ettari coltivati a Chenin Blanc, Pinot Noir, Chardonnay e Merlot, diventeranno più di 20 entro il prossimo anno) di terreni nella piana di Versailles, a circa 25 chilometri di distanza dal centro della capitale francese.
Il vino dell'Ile de France. Dopo la fillossera
Con l'intenzione di ripristinare il contesto bruscamente spezzato dall'epidemia di fillossera della seconda metà del XIX secolo, in un'area che per più di sei secoli era stata la più importante regione vinicola della Francia, e oggi sta rinascendo grazie all'iniziativa di giovani realtà vinicole, che la Winerie Parisienne – nel ruolo di solido distributore di vino presso ristoranti ed enoteche parigine – si preoccupa di sostenere. Dunque in questa direzione dev'essere inquadrata l'ultima operazione del gruppo, indubbiamente improntata a raccogliere il consenso (e la spesa) dei turisti in arrivo da tutto il mondo per visitare la Tour Eiffel. Per quanto scenografico, però, il progetto asseconda anche le finalità culturali dell'azienda, vinificando uve Merlot in arrivo dal distretto di Yvelines. Così, a marzo 2020, saranno disponibili le prime bottiglie di vino Merlot prodotto sulla Tour Eiffel, nella “cantina” allestita al primo piano della torre, visitabile lungo il percorso di ascesa (meglio approfittarne in discesa, però, per chiudere l'esperienza con un calice di vino) verso la vetta, dopo aver acquistato il biglietto.
In visita alla cantina, a 58 metri d'altezza
La cantina, attrezzata di tutto punto con vasche di fermentazione e botti per l'affinamento nonostante lo spazio ridotto ai minimi termini, è stata allestita accanto al ristorante La Bulle Parisienne, gestito attualmente da Thierry Marx, dopo un burrascoso passaggio di consegne che ha visto l'esclusione di Alain Ducasse. All'inizio di ottobre sono arrivate le uve della prima vendemmia che dovrebbero restituire circa 2000-3000 bottiglie disponibili per la vendita la prossima primavera. Al momento, invece, la cantina è aperta per i visitatori che vogliono saperne di più sul progetto e la rinascita della viticoltura nell'Ile de France. Al termine della visita, inoltre, lo staff della Winerie Parisienne propone una degustazione dei vini che già distribuisce. Ma per sciogliere i dubbi sulla qualità della produzione in situ – messa in dubbio da molti detrattori, anche celebri nel mondo del vino – sarà necessario pazientare ancora per qualche mese. Di sicuro l'idea recepisce una tendenza, quella delle cantine urbane sempre più numerose in diverse città del mondo (Milano compresa), che asseconda un desiderio diffuso di cimentarsi con esperienze enogastronomiche originali e interattive, senza allontanarsi dalla città.
a cura di Livia Montagnoli