Giovani poco affezionati al vino, bevanda che viene preferita soprattutto per occasioni conviviali, come l’aperitivo, rispetto a un consumo in casa. Lo conferma l’indagine Wine trend Italia di Wine monitor (su 1.200 consumatori) che paragona i consumi tra nuove e vecchie generazioni. Nel 2013, sono stati 44 milioni i consumatori che hanno avuto almeno un’occasione di consumo di vino in casa e/o fuori casa (l’83% della popolazione italiana sopra i 18 anni). Il tasso di penetrazione del vino nella popolazione per fascia d’età è però molto diverso, così come è differente la frequenza di consumo.
La quota di consumatori è più alta nella fascia tra 44-55 anni (nel 2013, l’88% ha consumato vino almeno una volta) mentre è più bassa tra i giovani (76%). Tra i più frequenti, gli over 55: la quota di chi lo consuma “tutti i giorni o quasi” è del 41%. Il consumo giornaliero è molto più basso tra i giovani: la quota di chi ha meno di 30 anni è al 16%, mentre tra 30-45 anni è al 22,5%. E sempre tra i giovani (vedi grafico) si trova la più alta percentuale di coloro che lo bevono molto raramente o mai (23,7%).
“L’età non è solo una chiave di lettura determinante per l’analisi dei comportamenti di consumo” afferma Silvia Zucconi Survey coordinator di Wine Monitor “ma anche per comprenderne l’approccio”. L’analisi evidenzia che il consumo di vino nelle vecchie generazioni avviene soprattutto tra le mura domestiche (75% degli over 55 consuma soprattutto a casa, a fronte di una quota del 40% tra 18-30 anni). “Mentre tra i giovani il vino assume un ruolo più conviviale”, sottolinea Zucconi. Il 35% delle persone tra 18 e 30 anni lo consuma soprattutto fuori casa, sia al ristorante (20%) che in wine bar/enoteche durante l’aperitivo (14,5%).
Appare sempre più chiaro, secondo i ricercatori di Wine Monitor – Nomisma, come una rivitalizzazione del mercato italiano di vino (i cui consumi sono diminuiti di oltre 4 milioni di ettolitri in appena 5 anni) non possa prescindere dalla puntuale comprensione di queste tendenze. “Il tracking delle determinanti della domanda delle nuove generazioni” conclude Silvia Zucconi “e, più in generale, di segmenti ancora distanti al vino è lo strumento fondamentale per capire come raccontare questo prodotto e conquistare il pubblico”.
Insomma, anche per interpretare e dare una chiave di lettura credibile e lucida all'oggettivo calo dei consumi interni occorre rendersi conto che il grosso del vino viene consumato dalle generazioni più grandi e in casa. I consumi calano perché le generazioni anziane, piano piano, fisiologicamente, scompaiono e rimangono a consumare quelle generazioni che bevono meno litri pro capite. Ora, visto che il consumo fuori casa – o durante, appunto, l'aperitivo – non può bastare a sostenere il mercato (sebbene assai supportato dall'export, per nostra fortuna), occorre una rapida riflessione su questi dati con un obbiettivo molto chiaro: convincere giovani generazioni e giovani coppie a bere un bicchiere di vino anche a casa, durante i pasti. Come fare?
A cura di Gianluca Atzeni