In Europa c'è chi lavora per un piano mascherato di espianto dei vigneti. A denunciarlo è Unione italiana vini dal consiglio nazionale riunito oggi a Barolo. Secondo l’associazione guidata da Lamberto Frescobaldi, ufficialmente si parla di ristrutturazione differita, ma in realtà si legge espianti, ovvero «finanziare l’abbandono delle vigne attraverso i fondi strategici del Programma nazionale di sostegno (Pns)».
Cos’è la Ristrutturazione dei vigneti differita
In pratica, chi avrà accesso ai fondi Pns avrà tempo fino a 6 anni per reimpiantare, e qualora decidesse di non farlo incasserà in ogni caso il 50%. In Italia si valuta di estendere l’arco temporale fino a 8 anni oppure di eliminare direttamente la durata del titolo. Se ne parlerà a breve a Bruxelless, come ha annunciato il presidente di Uiv Lamberto Frescobaldi: «La Commissione europea ha fissato per il prossimo settembre il primo incontro del Gruppo di alto livello (rappresentanti degli Stati membri e della filiera) sul futuro dell’Ocm vino».
Espianti: favorevoli e contrari
Come Tre Bicchieri aveva già raccontato, la proposta aleggia da tempo sulla viticoltura europea: lo scorso aprile Luca Rigotti, presidente del Gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca aveva parlato di un piano europeo già presentato in Commissione Ue per i cosiddetti espianti a tempo, e anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida aveva dato il suo benestare alla proposta: «L’estirpazione è tra le misure che abbiamo proposto a Bruxelles», aveva ammesso nell’intervista rilasciata al Gambero Rosso. Nel sondaggio del settimanale Tre Bicchieri sulle cantine italiane era emerso un po’ di scetticismo sulla misura, soprattutto per le piccole e medie imprese. Più possibilisti i grandi gruppi.
Dal canto suo Unione italiana vini si è sempre detta contraria a questa misura e adesso lo ribadisce attraverso il Consiglio nazionale: «È vero che c’è uno sbilanciamento tra domanda e offerta, ma sono altre le misure che si potrebbero adottare per riequilibrare il mercato senza intaccare un asset coltivato da decenni. Da Uiv sarà ferma opposizione alla distrazione dei fondi strategici, come quelli per la ristrutturazione e la promozione, ma ci sarà massima collaborazione nel considerare altre ipotesi per razionalizzare il potenziale produttivo del vigneto Italia», sono le parole di Frescobaldi.
Gli ultimi espianti sono costati 3 miliardi di euro
Secondo Uiv, la ristrutturazione differita, come proposto dalla Francia ma anche da alcune organizzazioni agricole italiane, rappresenterebbe più un invito all’abbandono (finanziato) che alla ristrutturazione.
Per il segretario generale di Unione italiana vini Paolo Castelletti sono altre le misure da adottare: «Il focus della nuova Ocm deve continuare ad avere un approccio imprenditoriale e non assistenzialista, come accaduto nell’ultima – inutile – tornata di espianti costata all’Ue oltre 3 miliardi di euro. Servono investimenti in vigneto, in tecnologia e in promozione ma soprattutto un piano strategico di sviluppo che in Italia ancora non c’è. Pensiamo a una maggiore spinta degli investimenti verdi, a nuove misure da attivare in favore – per esempio – di innovazione, analisi di mercato, promozione del turismo del vino. Quanto alla sovrapproduzione – conclude Castelletti – si deve pensare a una riduzione delle rese, alle riclassificazioni incontrollate e a una gestione intelligente delle nuove autorizzazioni che premi chi è realmente sul mercato, i giovani e l’agricoltura specializzata».