Ue e Mercosur firmano l'accordo: c'è la norma "salva" prosciutto e parmigiano, ma per l'Italia i rischi rimangono

6 Dic 2024, 17:36 | a cura di
Garanzie contro l'Italian sounding ma molti sindacati denunciano i rischi per le imprese europee a causa di un eccesso di import di beni agricoli dall'America Latina

Unione europea e Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) hanno trovato l'accordo sul testo del trattato di libero scambio. L'intesa è stata firmata a Montevideo dopo 25 anni di negoziati e un iter più che travagliato con continui stop and go, ma che ha subito un'accelerata negli ultimi mesi, anche alla luce della congiuntura economica difficile e dei dazi alle importazioni annunciati dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che per l'Europa a 27 potrebbero essere molto dannosi. «Si tratta dell'inizio di una nuova storia», ha dichiarato entusiasta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha tenuto una conferenza stampa congiunta coi rispettivi presidenti dei Paesi firmatari.

Lo scetticismo in Europa

Ebbene, in Europa il clima non è proprio lo stesso. L'accordo che farà risparmiare 4 miliardi di dazi all'anno (osteggiato da Francia, Italia, Polonia ma apprezzato da Germania e Spagna) dovrà passare al vaglio dei Paesi membri, e del Parlamento europeo, tra cui c'è parecchio scetticismo, nette divergenze, e al cui interno stanno crescendo le preoccupazioni soprattutto per il comparto agricolo (uno di quelli maggiormente interessati, assieme ad automotive e industria farmaceutica). Il testo sottoscritto, che secondo un funzionario della Commissione Ue è il «migliore possibile» prevede, tra le altre cose, la tutela di importanti Indicazioni geografiche (Ig), prodotti alimentari e bevande, in tutto 350, tra cui le italiane Grana Padano, Prosecco, Mozzarella di Bufala campana, Prosciutto di Parma. Una sessantina le specialità made in Italy. Verranno vietati in quei mercati l'Italian sounding, le diciture e le immagini ingannevoli come le bandiere dell'Italia sulle etichette di prodotti con materie prime non italiane, come accade da decenni. Per il mondo del vino (su piani opposti a quelli del ministro Lollobrigida e del Governo italiano) si tratta di un'occasione di ampliare la penetrazione su quei mercati.

Prime proteste degli agricoltori

Non si sono fatte attendere le dure prese di posizione all'accordo di libero scambio trovato a Montevideo. A livello europeo, il Copa-Cogeca, la maggiore organizzazione che riunisce agricoltori e cooperative, presieduta dall'italiano Massimiliano Giansanti (presidente di Confagricoltura), ha annunciato per lunedì 9 dicembre una mobilitazione: «Se accettato dagli Stati membri e dal Parlamento europeo - fa sapere il sindacato - l'accordo avrà profonde conseguenze per l'agricoltura a conduzione familiare in tutta Europa e per 450 milioni di consumatori europei». I settori sensibili, tra cui le produzioni di carni bovine e di pollame, zucchero, etanolo e riso sono esposti a «rischi maggiori di saturazione del mercato e di perdita di reddito a causa dell'afflusso di prodotti a basso costo dai paesi del Mercosur», scrive il Copa-Cogeca.

I dubbi su standard produttivi e sicurezza sul lavoro

I maggiori dubbi delle associazioni sono sugli standard di produzione dei Paesi del Mercosur: «Non soddisfano quelli dell'agricoltura dell'Ue - sottolinea il presidente Giansanti - in termini di prodotti fitosanitari e di benessere degli animali o pratiche di sostenibilità». C'è di più: nei Paesi Mercosur gli standard di lavoro e di sicurezza sono più bassi, consentendo di produrre a costi inferiori, rendendo impossibile una concorrenza leale per i produttori dell'Ue», aggiunge il Copa-Cogeca che auspica che gli Stati membri e gli eurodeputati contestino i termini di questo accordo e lavorare, per una soluzione che garantisca un approccio equo ed equilibrato per proteggere il modello agricolo dell'Ue.

Un'Italia "sommersa dai prodotti del Sud America"

Molto critico il commento del presidente di Cia-Agricoltori italiani, Cristiano Fini: «L'accordo ci pare squilibrato. Speravamo che questa nuova Commissione considerasse l’agricoltura un settore strategico, ma il segnale di oggi sembra andare nella direzione opposta». Il rischio per l'Italia è quello di essere sommersi dai prodotti agricoli del Sud America. Infatti, come spiega l'associazione in una nota, l'accordo prevede nel dettaglio la concessione da parte dell'Ue di contingenti tariffari su carni bovine (99mila tonnellate), pollame (180mila tonnellate), carni suine (25mila tonnellate), zucchero (eliminazione del dazio sullo zucchero brasiliano), etanolo (uso chimico e altri utilizzi), riso (60mila tonnellate) e miele (45 mila tonnellate). Sono settori «altamente vulnerabili alle perturbazioni del mercato», sottolinea la Cia, rimarcando che l'accordo Ue-Mercosur «sembra non tenerne adeguatamente conto». Conclude il presidente Fini: «L'Ue guarda soprattutto ai benefici che otterranno comparti come il farmaceutico e l’automotive, rilevanti soprattutto per l’export tedesco», dal momento che i potenziali consumatori latino-americani sarebbero 260 milioni.

Un iter di ratifica incerto

L'opposizione di Francia, Italia, Polonia, Austria basterebbe da sola a non far passare l'accordo (caldeggiato da Germania e Spagna), grazie a una minoranza di blocco di oltre 35%. Quindi il lavoro di confronto e mediazione sarà lungo a livello istituzionale. All'esultanza del Partito popolare europeo (Ppe) si oppone un atteggiamento attendista dei Socialisti e Democratici (S&D), che aspettano il confronto nel merito. «Il testo non può essere cambiato», ha dichiarato un funzionario della Commissione Ue, ricordando che bisognerà da ora in avanti «gestire il processo di ratifica nell'Ue ed essere molto chiari e molto trasparenti su cosa abbiamo esattamente negoziato, quindi abbiamo molto lavoro davanti». Dettaglio non da poco: la procedura di ratifica deve essere ancora decisa. In caso di accordo misto occorre l'ok di Consiglio e di Parlamento Ue, poi un passaggio nei Parlamenti degli Stati membri. Se, al contrario, l'accordo Ue-Mercosur prevede solo competenze europee, non si passerà dai Parlamenti nazionali ma solo in Consiglio e Parlamento europei e la maggioranza richiesta in Consiglio dovrà essere qualificata, vale a dire almeno 15 Paesi sui 27, che pesino per il 65% sulla popolazione totale dell'Ue.

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