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Per l'esordio romano Oscar Farinetti, ideatore prima di UniEuro e poi di Eataly, ha voluto fare le cose in grande. Ha investito 80milioni di euro per acquistare e rimettere a nuovo la struttura realizzata in occasione dei Mondiali Italia '90, trasformandola nell'hub enogastronomico più grande al mondo: 17mila metri quadrati distribuiti su 4 piani, 23 luoghi di ristoro, 14mila prodotti in vendita, 5mila pasti al giorno e – cosa molto gradita ai romani -800 posti auto.
Ogni angolo è una storia da scoprire: c'è la mozzarella di Roberto Battaglia di Caserta, la piadina dei fratelli Maioli di Cervia, i fritti di Pasquale Torrente di Cetara, il caffè Vergnano comprato direttamente dai campesinos sudamericani.
E i vini? A loro Oscar Farinetti ha dedicato metà del secondo piano con oltre 1300 etichette (in parte in vendita, in parte serviti nei vari punti ristoro) di 300 produttori scelti dall'enologo Stefano Vidotto.
“Niente conto vendita: le bottiglie le acquistiamo tutte con una buona politica di sconti – confida a Tre Bicchieri Nicola Farinetti, il figlio di Oscar che guiderà Eataly Roma - e poi decidiamo come farle ruotare e portarle in giro per il mondo: la maggior parte dei produttori sogna di arrivare fino a New York (sulla quinta strada dove sorge l'altro tempio di casa Farinetti; n.d.r.)”.
Tre Bicchieri ha fatto una prima verifica enologica tra gli scaffali ancora incelofanati: c'è una buona rappresentanza nazionale, come da tradizione “eataliana”, anche se a fare la parte del leone sono i vini del Lazio, regione ospite, e del Piemonte,terra d'origine di Farinetti. Non mancano i suoi Barolo Fontanafredda e Borgogno, così come per il Lazio compare in bella vista Casale del Giglio.
E da Lazio e Piemonte viene anche lo sfuso in vendita: la cooperativa Cincinnato, il gruppo Trappolini e L'Olivella sono alcuni dei nomi che porteranno il loro vino direttamente nelle taniche per venderlo a due euro al litro (con il 10% di sconto ai pensionati). Un sistema già largamente sperimentato nelle altre sedi Eataly. “La nostra filosofia è rivolgerci a tutti attraverso prezzi accessibili – spiega Farinetti – chi l'ha detto che un pensionato non possa assaggiare una buona Barbera a 1,80”?
Accanto allo sfuso entra nel mondo Farinetti anche il vino libero: libero da concimi chimici, diserbanti, ed eccessivi solfiti (ammessi solo i vini che non superano il 40% di solfiti consentiti per legge).
E se ieri il brindisi con i giornalisti è stato affidato all'Asti docg, per il taglio del nastro del 14 giugno invece, ci saranno le bollicine Ferrari (che fino ad ora hanno accompagnato Eataly in tutte le inaugurazioni in Italia e all'estero) le cui bottiglie non verranno stappate: chi vorrà potrà acquistarle e il ricavato andrà ai terremotati dell'Emilia.
Prossimi progetti? L'apertura di Eataly in altri cinque città italiane (Bari, Milano, Vicenza,Verona e Piacenza) e all'estero a San Paolo, Chicago, Toronto e Londra. E se nel 2011 il gruppo ha chiuso con un fatturato di 220milioni di euro, per il 2012 la previsione è di 300milioni di euro, grazie anche alla piattaforma romana dove il break even nella peggiore delle ipotesi è previsto tra circa due anni.
Loredana Sottile
12/06/2012