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La giornata è di quelle da incorniciare: luce e colori caldissimi, il Golden Gate Bridge che sporge dal molo e centocinquanta cantine italiane con il loro miglior vino. “I californiani, avendo una produzione vitivinicola così importante, hanno una cultura enologica e una sensibilità davvero elevata“, commenta Emilio Rotolo, proprietario di Volpe Pasini. “Questi eventi sono occasioni di confronto importanti anche perché la qualità del pubblico è davvero alta. Qui i vini rossi hanno grande successo, ma ultimamente sta crescendo molto l’interesse anche per i bianchi, magari da vitigni autoctoni come nel nostro caso”, aggiunge Diego Bosoni della Cantina Lunae Bosoni.
Alle due aprono i cancelli e inizia l’afflusso; a fine giornata si conteranno circa 2.000 persone, una cifra record per manifestazioni di questo tipo, limitata a una target altamente selezionato. Jim Allen è il Senior Vice President della Southern Wine & Spirits of America, una delle aziende leader nella distribuzione di vino: “Il Gambero Rosso ha una reputazione altissima negli USA, quest’evento crea ogni anno un’attesa incredibile perché chi partecipa sa che troverà solo vini di primissima fascia. E il vino italiano non è mai stato così popolare da queste parti: nei primi mesi del 2012 abbiamo registrato vendite percentuali superiori al 5%”. Che cosa diversifica il vino italiano dal resto del mondo? “Quando bevo vini italiani penso sempre che ci sia dietro una storia secolare, un paesaggio, un vitigno che può nascere solo in quel luogo”, risponde David Smith della Classified Wine Imports. Incontriamo anche David Cambpell, wine consultant ma anche educatore di tartufi e funghi: è rimasto incantato dalla Vernaccia di San Gimignano dell’azienda Montenidoli: “Un vino che non conoscevo, è un peccato che si trovi così poco qui in California”.
Il grande traino dei vini italiani a San Francisco è sicuramente la comunità italiana e con essa una ristorazione ben radicata e di alto livello. Ma che cos’è che accomuna lo stile di vita italiano e quello californiano? Tony Berg, anche lui wine consultant, risponde: “Non solo il clima, ma soprattutto la stessa passione per la buona cucina e il vino. Oggi ho scoperto un grande Sfursat come quello di Mamete Prevostini”. Durante la degustazione conosciamo la storia di Luca Gomiero dell’azienda Vignalta. E’ con la figlia, che è nata e vive in California: qui lui è noto come “The king of Radicchio”, nel 1988 decise di puntare su un prodotto completamente sconosciuto, fu un successo immediato. “La mia è l’unica azienda al mondo in grado di produrre Radicchio 365 giorni l’anno”. Conosciamo tante altre storie, mentre le scorte di vino finiscono rapidamente. “L’evento Tre Bicchieri è vissuto come una vera festa qui a San Francisco: si celebra il vino italiano di qualità, si rincontrano vecchi amici, si testano tanti ottimi vini. Ho apprezzato in modo particolare il Verdicchio di Garofoli e il Langhe Bianco di Germano: è davvero difficile fare un Riesling così buono“, commenta Darrell Corti, proprietario dello store Cortibrothers a Sacramento. Oggi si replica a New York.
Lorenzo Ruggeri
17/02/2012