Nel nord-est dello stivale, ora che ai confini non esistono più posti di blocco, è facile che, girovagando tra le splendide colline terrazzate del Collio Goriziano, ci si trovi improvvisamente nel comprensorio di Brda, in Slovenia. Il panorama inizialmente è lo stesso, ma proseguendo nell’entroterra si fa sempre più selvaggio, con colline più ripide caratterizzate da vigneti tradizionalmente piccoli, circondati da una flora endemica che mantiene la biodiversità e fornisce un habitat ideale per insetti, uccelli e altri animali selvatici.
Il terroir di Brda in Slovenia
Il terroir di Brda è caratterizzato da processi di interazione unici e complessi tra clima, suolo e uomo. Il clima submediterraneo, creato dalla vicinanza del Mare Adriatico e dalle Alpi Giulie, porta a inverni miti, estati secche e calde e precipitazioni generalmente sufficienti che sono l’unica fonte d’acqua dei vigneti. Il suolo è principalmente costituito da flysch eocenico, in zona chiamato opoka, formato da un cumulo di strati sedimentari alternati di arenaria e marna ricchi di calcite, che sono eredità dell’oceano di centinaia di milioni di anni fa. Quando viene rinnovato un vigneto il terreno viene scavato fino a una profondità di almeno 1,5 metri per permettere la creazione di uno spazio vitale necessario per lo sviluppo dell’apparato radicale della vite, considerato che deve resistere a lunghi periodi di assenza di precipitazioni.
I vitigni coltivati a Brda in Slovenia
Le pratiche vitivinicole nei vigneti di Brda sono orientate alla sostenibilità e in genere utilizzano materiali naturali per pali, legamenti, muretti di contenimento. La maggior parte del lavoro è svolto a mano, soprattutto la vendemmia, data la dimensione in genere contenuta delle aziende. Il vitigno più diffuso è la rebula (ribolla gialla), che rappresenta oltre il 20% di tutta la superficie vitata, e prospera sui pendii più ripidi del Brda, caratterizzata da un tipico bouquet mielato, floreale e fruttato che assieme alla mineralità e alla salinità sottolinea la peculiarità del territorio. Tradizionalmente viene coltivato anche il tocai friulano, che trasformato in vino assume nomi diversi: Sauvignonasse, Sauvignon Vert, Jakot, Zelena Sauvignon e altri ancora. Tra i vitigni internazionali spiccano lo chardonnay e il sauvignon tra i bianchi, mentre i rossi più coltivati sono merlot, cabernet sauvignon e pinot nero.
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