Tre Bicchieri 2024 dell'Emilia-Romagna
Il Pigro Dosaggio Zero M.Cl. 2020
Lambrusco di Sorbara Brut Rosé M. Cl. 2018
Lambrusco di Sorbara Leclisse 2022
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Vini del Re 2022
Lambrusco Salamino di Santa Croce Dedicato ad Alfredo Molinari
Reggiano Lambrusco Concerto 2022
Romagna Albana Secco Codronchio 2021
Romagna Albana Secco Vitalba 2022
Romagna Sangiovese Marzeno Sup. Poggio Vicchio 2021
Romagna Sangiovese Modigliana V. Beccaccia 2021
Romagna Sangiovese Predappio Le Lucciole Ris. 2020
Romagna Sangiovese Sup. Sole Rosso Ris. 2020
L'Emilia-Romagna è un'unica regione politica, ma senza dubbio due regioni diverse se consideriamo suoli, vitigni, clima, tradizioni vinicole.
Tre Bicchieri 2024. L'Emilia
Partiamo dalla zona Ovest, l’Emilia, protagonista col Lambrusco, il grande vino popolare, presente da sempre nelle tavole emiliane, ma ormai capace di presenziare a testa alta tra i grandi vini italiani. Il Sorbara la fa da padrone, ma non manca la conferma del Reggiano, ma soprattutto del Grasparossa di Castelvetro e del Salamino di Santa Croce che – vera novità di quest’anno - salgono sul gradino più alto del podio. Questo il sunto, insomma, di ciò che per noi è il vero Lambrusco, autentico per varietà utilizzate e appartenenza a precisi territori, quello che si stacca dal generico Igt Emilia Lambrusco che, non solo ha una qualità diffusa mediamente più bassa, ma genera non poca confusione col consumatore.
Ma questa zona della regione non si ferma al Lambrusco: il piacentino (altra novità) emerge grazie a un Metodo Classico e siamo convinti che la spumantistica di qualità possa essere una strada da percorrere per quel territorio che invece stenta sulle tipologie tradizionali. Facciamo rotta verso est e, prima della Romagna, sosta nel Bolognese. Bene il Pignoletto dove ci sono tanti vini deliziosi, ben fatti, dai prezzi onesti, perfetti per il bere quotidiano, meno interessanti i tanti (troppi) vini frutto di varietà internazionali, dall’identità poco marcata.
Tre Bicchieri 2024. La Romagna
Veniamo alla Romagna. Nessuno di noi dimentica ciò che è successo in quelle terribili sere di maggio in cui le alluvioni hanno distrutto strade, allagato case, portato allo sfollamento di persone e devastato vigne. Ma ci piace ancor di più ricordare l’ottimismo, la forza e la voglia di fare dei romagnoli, così come vogliamo ricordare – e sottolineare - i risultati raggiunti in campo vitivinicolo.
Per noi è la regione vitivinicola rivelazione dell’anno: il lavoro sulle 16 sottozone del Romagna Sangiovese sta dando i suoi frutti, i vini sono sempre più centrati in seno a finezza ed eleganza e il territorio sta venendo fuori nel migliore modo possibile. Bene, benissimo anche l’Albana, frutto del particolare vitigno omonimo, che si presta a diverse e affascinanti vinificazioni. Sarebbe già tanto, ma non ci si ferma qui. Il Trebbiano è il vitigno più coltivato in assoluto e siamo convinti possa essere una varietà su cui puntare, non solo per i vini più semplici o come base spumante, ma anche per delle belle selezioni di vigna. Ultimi, ma non di certo ultimi, citiamo alcuni vitigni autoctoni (su tutti longanesi, famoso, rebola, centesimino) e alcuni internazionali che si sono acclimatati