Dalla Germania a Velletri per amore del vino
Terreni vulcanici e storia antica: quella del Lazio è una viticoltura che può contare anche su questi due aspetti, caratteristiche che Anton F. Börner, imprenditore tedesco di grande successo, ha saputo coniugare e esaltare con la sua azienda, Ômina Romana, oggi gestita dalla figlia Katharina. Incastonata tra le colline dei Castelli Romani, questa realtà a metà strada tra Anzio e Aprilia, circa 40 chilometri a sud di Roma, nasce con un obiettivo preciso: portare a nuova vita questo storico territorio, creando una realtà vitivinicola che fosse espressione di qualità e di rispetto della sua prestigiosa storia. “L’azienda è nata nel 2007" ci dice Katharina: "mio padre è stato sempre affascinato dall''archeologia ed è un appassionato di vini. Questo è un terroir storicamente molto vocato per la viticoltura, ma poco conosciuto. Ci siamo buttati in questa avventura comprando i primi 50 ettari di terreno che oggi sono diventati 80, di cui 70 vitati".
Le vigne, le uve, il territorio
Grazie a uno studio dell’area, è stato possibile individuare i punti di forza di questa zona e scegliere i vitigni più adatti che spaziano da quelli internazionali a specie autoctone: si va quindi dal cabernet sauvignon e franc al cesanese, dal merlot al bellone, passando per viognier e chardonnay. “Il segreto alla base del nostro successo, è certamente questo terroir caratterizzato da suoli vulcanici che ci permette di fare vini bianchi e rossi di alta qualità; a ciò dbbiamo aggiungere il clima mite, caratterizzato da brezze marine e da venti che provengono dalle montagne. C’è un’escursione termica importante, che permette una maturazione fenolica ottimale. Tutti fattori che arricchiscono i nostri vini”. “Nella scelta delle varietà da piantare", continua Katharina, "non abbiamo seguito le mode, ma ci siamo basati su quello che era una scelta ottimale prendendo in considerazione i diversi fattori. Il nostro è uno stile giovane, moderno che si snoda su due linee: in una usiamo solo acciaio per esaltare freschezza e caratteristiche varietali dei vitigni; l'altra, che si chiama Ars Magnaprevede un uso non invasivo del legno per creare vini strutturati, complessi ma piacevolissimi”.
L'Ars Magna Viognier '20 e i Tre Bicchieri
E proprio un vino di questa linea, il Viognier '20, ha ottenuto su Vini d'Italia 2023 il primo Tre Bicchieri dell'azienda: complesso e vivace al palato, avvolge a lungo grazie alla grande freschezza; dolcezza e mineralità si incontrano prima al naso poi al palato, con miele, zafferano, agrumi e spezie, per un mix elegante e accattivante. “I Tre Bicchieri sono un riconoscimento che abbiamo desiderato per tanto tempo, e finalmente ci siamo riusciti. Ho riassaggiato una settimana questo Viognier e mi è sembrato una meraviglia, sicuramente la migliore versione che abbiamo prodotto finora. Del resto esce solo nelle annate migliori, viene prodotto in sole 3000 bottiglie ed è frutto di una importante selezione in vigna. Scegliamo solo i filari e i grappoli che arrivano alla giusta maturazione e che ci permettono di fare un vino che rispecchi il territorio. Il prossimo Vinitaly sarà il punto di inizio per farlo conoscere al pubblico”. C'è già qualche nuovo progetto in ballo: "recentemente abbiamo fatto una prova con un rosato a base di solo merlot; è andato molto bene e ha fatto registrare il sold-out in appena tre mesi. Un’esperienza che rifaremo. Poi si va avanti con l'apertura di nuovi mercati e con l’idea di continuare a divulgare le potenzialità di questa zona, purtroppo ancora oggi, vittima di qualche pregiudizio".
a cura di Marzio Taccetti
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