Diamo il via a una nuova rubrica che ci porterà a conoscere le aziende che hanno ottenuto per la prima volta i Tre Bicchieri nella guida Vini d'Italia 2023 di Gambero Rosso. Ogni settimana scopriremo due realtà che sono entrate a far parte del prestigioso club di chi ha ricevuto il massimo riconoscimento della nostra Guida. Iniziamo dall'Abruzzo con Tommaso Masciantonio.
Una nuova sfida per Tommaso Masciantonio
Tommaso Masciantonio è famoso, non solo in Abruzzo, per la produzione di grandi, spesso grandissimi, oli evo. Ora si è messo a fare sul serio anche nella produzione di vino: ultimamente in azienda si è deciso di valorizzare al meglio anche le vigne di montepulciano e pecorino che respirano i freschi aliti della Majella, sulle Colline Teatine tra Casoli e Guardiagrele. "Produciamo olive e uve da molto tempo", racconta Tommaso, "per la precisione dal 1874, quando i miei avi si sono spostati qui in località Caprafico. Il comparto viticolo però è sempre rimasto confinato ai bisogni dell'azienda con una piccola produzione interna; prima di iniziare a imbottigliare, le uve venivano anche conferite". Tommaso è stato sempre appassionato di agricoltura; l'olio è il primo amore ma la produzione di vino lo aveva sempre incuriosito: "vinificare rappresentava una sfida e volevo vedere cosa potessi realizzare, misurandomi con un mondo diverso da quello dell'olio". E così, dopo alcuni esperimenti, le prime bottiglie che escono sul mercato riportano l'annata 2015.
Il pecorino tra scoperte e conferme
La gamma è ristretta ma è più che sufficiente per raccontare in maniera netta e concreta territorio, vitigni e filosofia produttiva. Tommaso coltiva 12 ettari di vigneto su colline fortemente calcaree ricche di scheletro che arrivano a toccare quota 500 metri d'altitudine. Da questo patrimonio nascono tre vini: due versioni di Pecorino e un Montepulciano d'Abruzzo, lo Sciatò. "Ho studiato agraria ad Ancona ormai oltre vent'anni fa" ci spiega "e ho fatto una tesi in viticoltura relativa ai vitigni autoctoni riscoperti nella regione Marche: tra questi c'era, ovviamente, anche il pecorino. Andando a fare i rilievi nel campo sperimentale, mi accorgevo giorno dopo giorno di quanto questo vitigno fosse interessante. In quel periodo stavo reinpiantando un vigneto e così decisi di innestarlo su ciò che avevo già piantato". Da lì è nato il primo vigneto di pecorino dell'azienda, le cui uve oggi confluiscono nel Mantica, allevato con una pergola abruzzese "Jernare è più giovane: è una spalliera che ha circa 12 anni".
L'Abruzzo Pecorino Mantica '20 e il primo Tre Bicchieri
Proprio il Mantica, con la versione 2020, porta per la prima volta i Tre Bicchieri in azienda: quest'anno, ancora più che nel passato, ci è sembrato elegante e raffinato già a partire dai profumi che ricordano il timo, la salvia e il pompelmo bianco. Un lieve sbuffo di idrocarburi dà il la a una bocca che spinge l'acceleratore su sensazioni minerali e su grinta acida. "Non mi aspettavo proprio di ricevere un premio così importante" confida: "con i premi non si va mai in assuefazione: è sempre bello riceverli. I miei oli sono stati spesso premiati dalla vostra guida Oli d'Italia, ma mai avrei pensato di ricevere i Tre Bicchieri nonostante avessi già ricevuto molti attestati di stima da parte di appassionati e clienti, anche da parte di quelli stranieri". Le bottiglie di Tommaso vengono vendute perlopiù in Italia, ma anche fuori dai confini nazionali c'è molto interesse nei confronti dei suoi vini: "all'estero ho una clientela che mi conosce soprattutto per l'olio. Questa è stata la prima a venire a contatto con la mia produzione vinicola. Per esempio, ho alcuni clienti in Giappone che stanno pensando di acquisire la licenza per importare i miei vini: non mi sarei mai aspettato che il pecorino potesse piacere così tanto nel Paese del Sol Levante".
a cura William Pregentelli