Terremoto a Barolo. L'ex presidente Ascheri lascia il Consorzio in dissenso col nuovo Cda: "Ora posso dire tutto"

27 Giu 2024, 18:04 | a cura di
L'ex guida dell'ente di tutela a ruota libera dopo la bocciatura della proposta di spostamento a Nord dei vigneti: "Basta ipocrisie: anche l'attuale presidente Germano era favorevole". E denuncia le interferenze delle grandi cooperative e di Confindustria

ยซSei anni bellissimi, finiti malissimo. Adesso posso parlareยป. Comincia cosรฌ la โ€˜confessioneโ€™ al Gambero Rosso di Matteo Ascheri, che da poco piรน di un mese non รจ piรน il presidente del consorzio Barolo Barbaresco Langhe e Dogliani (guidato dal 2018 al 2024) come ricorda pure lโ€™autoironica foto segnaletica che campeggia nel suo profilo di WhatsApp. Subito dopo il cambio al vertice dellโ€™ente, indispettito dalla gestione del passaggio di consegne e dalle critiche subite, Ascheri ha scelto di abbandonare il consorzio, dal quale ha sganciato la sua azienda, sbattendo la porta. ยซรˆ stato un atto di pancia. Ora che non sono piรน presidente mi sento di parlare in libertร  e difendere quello che ho fattoยป, esordisce.

Barolo e Barbaresco, le modifiche del disciplinare

Il primo sassolino nella scarpa riguarda la famigerata consultazione dei produttori di Langa per la modifica dei disciplinari di Barolo e Barbaresco: alcune delle proposte - le piรน divisive - non hanno raggiunto il quorum necessario e sono state bocciate. ยซTutto nasce a luglio dellโ€™anno scorso - racconta Ascheri - quando abbiamo notizie di imbottigliamenti di Barolo avvenuti negli Usa. Il divieto di imbottigliamento fuori zona era diventato una misura necessaria e urgente, non piรน rimandabile, ma vista la necessitร  di un quorum molto alto per la modifica del disciplinare ci รจ sembrata lโ€™occasione giusta per lavorare anche su altre questioniยป. La prima รจ lโ€™intercambiabilitร  tra le zone del Barolo e del Barbaresco. ยซUna conseguenza naturale - รจ convinto Ascheri - perchรฉ se limiti gli imbottigliamenti nelle due denominazioni significa che unโ€™azienda del Barbaresco non potrร  imbottigliare Barolo e viceversa. O, meglio, le aziende vecchie giร  autorizzate potranno continuare a farlo, ma le aziende nuove no. La modifica, inoltre, sarebbe stata utile per sollevare le aziende da un obbligo costoso: quello di costruire una nuova cantina nellโ€™altra denominazione. Evidentemente era un quesito troppo intelligente per essere capitoยป, ironizza.

La grande battaglia dei vigneti a Nord

Ma il punto piรน controverso nelle modifiche del disciplinare resta quello dell'estensione dei vigneti di Barolo e Barbaresco a nord. ยซA lanciare la proposta nellโ€™ultimo consiglio di dicembre 2023 del consorzio - continua Ascheri - รจ stato Enrico Faccenda di Cascina Chicco. Quando parliamo del Nord parliamo di uno spicchio. In quella occasione, Sergio Germano - che oggi critica lโ€™iniziativa - diede voto favorevole. In generale, la proposta di inserire questa modifica nella consultazione raccolse lโ€™unanimitร . Cosรฌ, a gennaio, la proposta di modifica รจ stata formalizzata. Si tratta di una questione complessa senza dubbio, ma era necessario che i produttori si esprimessero. La discussione รจ stata necessaria e le opinioni dei produttori sono sacreยป. A quel punto cominciano ad arrivare le critiche. ยซCarlo Petrini ha detto la sua sulla questione, ma รจ uno che non ha mai preso una zappa in mano. Anche i "trifolau" (i cercatori e raccoglitori di tartufi del territorio di Alba, ndr) hanno protestato temendo lโ€™espianto dei boschi, ma senza sapere che i boschi storici sono giร  tutelati. E se i boschi non sono storici, vuol dire che prima non c'eranoยป, spiega lโ€™ex presidente del consorzio.

ยซI contrari - aggiunge - hanno sollevato le motivazioni piรน balzane. Qualcuno, compreso Germano, ha sostenuto che il cambiamento climatico non cโ€™รจ e che gli eventi sono soltanto ciclici, sposando quindi un approccio negazionista del fenomeno. Qualcun altro ha detto che se si fa lโ€™estensione a Nord di Barolo e Barbaresco bisogna farlo anche per le altre denominazioni: peccato che le altre denominazioni al Nord ci sono giร  e tante vigne di dolcetto, barbera o nebbiolo sono giร  piantateยป.

Quindi si toglie un altro sassolino - anzi, un sasso, - dalla scarpa. ยซIl neopresidente - accusa Ascheri - ha dichiarato che se non piove al Sud non piove nemmeno al Nord, ma il cambiamento climatico non รจ solo una questione di pioggia: cโ€™รจ anche lโ€™incidenza dei raggi solari, lโ€™impatto della temperatura, la traspirazione delle piante, il rischio che i grappoli si brucino. Ha anche chiesto di fare una sperimentazione: ma che cosa dovremmo sperimentare? I vigneti al Nord sono giร  piantati, le denominazioni minori come Langhe Nebbiolo sono giร  attive a Nord. Qualcuno ha pure detto che, piuttosto che andare a nord, bisogna andare verso lโ€™alto: ma questo sรฌ che significherebbe allargare e superare i limiti del territorio vitatoยป.

I rischi di allargamento dei territori vitati

Travolto dalle critiche, Ascheri ha deciso di vuotare il sacco. ยซI 40 produttori che hanno firmato lโ€™appello hanno sostenuto che su questi temi non bisogna far decidere la base produttiva. Ma stiamo scherzando? Non siamo mica in Russia! Tutte le opinioni sono rispettabili e da presidente non ho mai ribattuto, ma adesso bastaยป, si sfoga. Poi chiede: ยซQualcuno sostiene che bisognerebbe irrigare, ma quanta acqua servirebbe? Con quale impatto ambientale? Tra tutte le altre soluzioni suggerite, lโ€™estensione al nord, alla fine, sarebbe stata quella meno impattanteยป. A proposito del rischio di allargare a dismisura lโ€™estensione delle aree vitate, lโ€™ex presidente ricorda poi che il sistema autorizzato dellโ€™Unione europea prevede giร  un aumento annuale dellโ€™1% a livello regionale che in Piemonte ammonta a poco meno di 500 ettari. Ovviamente anche a Nord, con le vigne di dolcetto, barbera e nebbiolo, sebbene con la limitazione dellโ€™indicazione geografica di Barolo e Barbaresco. ยซAlmeno 300 di questi nuovi ettari sarebbero nelle zone del Barolo e del Barbaresco: pertanto cโ€™รจ giร  un aumento di vigneti ogni anno. Insomma, - conclude - sono stato un obiettivo per sei anni. Ora, a cose fatte, cโ€™รจ chi dice che non era dโ€™accordo, ma non voglio passare per fessoยป, taglia corto Ascheri.

La lotta ai vertici del Consorzio

รˆ questo il motivo per cui ha scelto di uscire dal consorzio, sbattendo la porta? Racconta Ascheri: ยซHo fatto due mandati e sarei stato fuori tranquillamente. Invece Sergio Germano, da candidato, รจ venuto da me per dirmi: โ€œVogliamo che stai nel cdaโ€ e mi ha portato lโ€™elenco dei nomi per il consiglio di amministrazione. Il problema รจ che mentre me lo chiedevano dicevano a tutti di non votarmi, assicurando che avevo fatto un passo indietro. Certamente hanno pesato le pressioni del mondo cooperativo e della Confindustria. Da presidente di Piemonte Land avevo fatto una battaglia per cambiare le regole e risultavo scomodoยป. Ascheri era stato eletto nel 2020 alla guida di Piemonte Land of Wine, il โ€˜superconsorzioโ€™ dei vini della regione che raggruppa tutti i 14 consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf, coprendo la quasi totalitร  della superficie vitivinicola regionale, pari a 44.200 ettari. In quella veste aveva avviato un processo di riscrittura delle regole a partire dalla ridefinizione delle quote societarie con lโ€™obiettivo di dare pari rappresentativitร  a tutti i soci. La partita vide schierati, da una parte, i pochi grandi gruppi, capaci di incidere grazie ai quintali di uva, agli ettolitri e al numero di bottiglie, e, dallโ€™altra parte, i vignaioli che assumono i rischi dellโ€™impresa dalla terra al mercato, senza la protezione che deriva dalla dimensione degli impianti e delle produzioni. Ma dopo un paio di anni di paralisi - ยซdifferenze di visione tra i piccoli consorzi e i colossi, come Asti o Brachettoยป - Ascheri scelse di dimettersi.

Parole durissime

Oggi lโ€™ex presidente ritorna alla carica: ยซQuando ho deciso di uscire dal consorzio delle Langhe, nessuno mi ha chiamato: cโ€™รจ una sorta di damnatio memoriae. La veritร  รจ che anche i viticoltori piรน giovani sono controllati dalla cooperazione e dalla Confindustriaยป. Con chi ce lโ€™ha esattamente Ascheri? ยซIl problema del nostro territorio sono soggetti come Terre del Barolo - che io definisco โ€œAutogrill 9,99โ€ - che cerca di abbassare il prezzo di mercato delle uve per evitare le lamentele dei suoi conferitori le cui uve sono sottopagate. Non capisco poi che ci fa un soggetto cooperativo come questo dentro Confindustria: รจ una cosa stranissima. Purtroppo il consorzio รจ stato conquistato da questi soggetti che hanno definito i nuovi vertici e possono controllarliยป. Che cosa succederร  adesso? Ascheri รจ pessimista: ยซSuccederร  che liberalizzeranno gli impianti. Il bando per i nuovi impianti era zero durante la mia presidenza, in futuro ci saranno ogni anno nuovi 22,5 ettari di Barolo che saranno redistribuiti con bando. E cosรฌ Terre di Barolo pagherร  meno le uve ma potrร  produrre di piรน: esattamente il contrario di quello che serve alla denominazioneยป. Poi aggiunge: ยซCโ€™รจ chi in passato ha chiesto di fare indagini sul posizionamento del Barolo. Ebbene, basterebbe andare in autogrill per capire qual รจ il posizionamento del Barolo! Colpa delle cooperative che comprano al prezzo piรน basso possibile e che producono uno sfuso del 30%. Ma possiamo delegare agli imbottigliatori il valore del marchio?ยป

Quale futuro per le Langhe?

Qual รจ, dunque, lโ€™alternativa? Come vede Ascheri il futuro delle Langhe? ยซMeno vigne, quindi meno impatto ambientale, meno impatto della manodopera (sono stato il primo a porre il problema della manodopera straniera in Langa in tempi non sospetti, prima che fossero le inchiesta scandalistiche a farlo, proponendo anche la vendemmia etica), meno vino a piรน alto prezzo. Tra poco, invece, andremo in sovrapproduzione per via del sistema autorizzativo. Inoltre, dobbiamo parlare del cambiamento climatico, dobbiamo essere laici e cercare di adattarci alle novitร : ecco perchรฉ il nord poteva essere una soluzioneยป, insiste. Lโ€™ex presidente rivendica con orgoglio le sue battaglie. ยซNon รจ che se non ne parli i problemi non ci sono. Non c'รจ gusto in Italiaย aย essere intelligenti, diceva Freak Antoni, l'indimenticabile leader degli Skiantosยป, รจ la sarcastica considerazione finale.

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