ยซSei anni bellissimi, finiti malissimo. Adesso posso parlareยป. Comincia cosรฌ la โconfessioneโ al Gambero Rosso di Matteo Ascheri, che da poco piรน di un mese non รจ piรน il presidente del consorzio Barolo Barbaresco Langhe e Dogliani (guidato dal 2018 al 2024) come ricorda pure lโautoironica foto segnaletica che campeggia nel suo profilo di WhatsApp. Subito dopo il cambio al vertice dellโente, indispettito dalla gestione del passaggio di consegne e dalle critiche subite, Ascheri ha scelto di abbandonare il consorzio, dal quale ha sganciato la sua azienda, sbattendo la porta. ยซร stato un atto di pancia. Ora che non sono piรน presidente mi sento di parlare in libertร e difendere quello che ho fattoยป, esordisce.
Barolo e Barbaresco, le modifiche del disciplinare
Il primo sassolino nella scarpa riguarda la famigerata consultazione dei produttori di Langa per la modifica dei disciplinari di Barolo e Barbaresco: alcune delle proposte - le piรน divisive - non hanno raggiunto il quorum necessario e sono state bocciate. ยซTutto nasce a luglio dellโanno scorso - racconta Ascheri - quando abbiamo notizie di imbottigliamenti di Barolo avvenuti negli Usa. Il divieto di imbottigliamento fuori zona era diventato una misura necessaria e urgente, non piรน rimandabile, ma vista la necessitร di un quorum molto alto per la modifica del disciplinare ci รจ sembrata lโoccasione giusta per lavorare anche su altre questioniยป. La prima รจ lโintercambiabilitร tra le zone del Barolo e del Barbaresco. ยซUna conseguenza naturale - รจ convinto Ascheri - perchรฉ se limiti gli imbottigliamenti nelle due denominazioni significa che unโazienda del Barbaresco non potrร imbottigliare Barolo e viceversa. O, meglio, le aziende vecchie giร autorizzate potranno continuare a farlo, ma le aziende nuove no. La modifica, inoltre, sarebbe stata utile per sollevare le aziende da un obbligo costoso: quello di costruire una nuova cantina nellโaltra denominazione. Evidentemente era un quesito troppo intelligente per essere capitoยป, ironizza.
La grande battaglia dei vigneti a Nord
Ma il punto piรน controverso nelle modifiche del disciplinare resta quello dell'estensione dei vigneti di Barolo e Barbaresco a nord. ยซA lanciare la proposta nellโultimo consiglio di dicembre 2023 del consorzio - continua Ascheri - รจ stato Enrico Faccenda di Cascina Chicco. Quando parliamo del Nord parliamo di uno spicchio. In quella occasione, Sergio Germano - che oggi critica lโiniziativa - diede voto favorevole. In generale, la proposta di inserire questa modifica nella consultazione raccolse lโunanimitร . Cosรฌ, a gennaio, la proposta di modifica รจ stata formalizzata. Si tratta di una questione complessa senza dubbio, ma era necessario che i produttori si esprimessero. La discussione รจ stata necessaria e le opinioni dei produttori sono sacreยป. A quel punto cominciano ad arrivare le critiche. ยซCarlo Petrini ha detto la sua sulla questione, ma รจ uno che non ha mai preso una zappa in mano. Anche i "trifolau" (i cercatori e raccoglitori di tartufi del territorio di Alba, ndr) hanno protestato temendo lโespianto dei boschi, ma senza sapere che i boschi storici sono giร tutelati. E se i boschi non sono storici, vuol dire che prima non c'eranoยป, spiega lโex presidente del consorzio.
ยซI contrari - aggiunge - hanno sollevato le motivazioni piรน balzane. Qualcuno, compreso Germano, ha sostenuto che il cambiamento climatico non cโรจ e che gli eventi sono soltanto ciclici, sposando quindi un approccio negazionista del fenomeno. Qualcun altro ha detto che se si fa lโestensione a Nord di Barolo e Barbaresco bisogna farlo anche per le altre denominazioni: peccato che le altre denominazioni al Nord ci sono giร e tante vigne di dolcetto, barbera o nebbiolo sono giร piantateยป.
Quindi si toglie un altro sassolino - anzi, un sasso, - dalla scarpa. ยซIl neopresidente - accusa Ascheri - ha dichiarato che se non piove al Sud non piove nemmeno al Nord, ma il cambiamento climatico non รจ solo una questione di pioggia: cโรจ anche lโincidenza dei raggi solari, lโimpatto della temperatura, la traspirazione delle piante, il rischio che i grappoli si brucino. Ha anche chiesto di fare una sperimentazione: ma che cosa dovremmo sperimentare? I vigneti al Nord sono giร piantati, le denominazioni minori come Langhe Nebbiolo sono giร attive a Nord. Qualcuno ha pure detto che, piuttosto che andare a nord, bisogna andare verso lโalto: ma questo sรฌ che significherebbe allargare e superare i limiti del territorio vitatoยป.
I rischi di allargamento dei territori vitati
Travolto dalle critiche, Ascheri ha deciso di vuotare il sacco. ยซI 40 produttori che hanno firmato lโappello hanno sostenuto che su questi temi non bisogna far decidere la base produttiva. Ma stiamo scherzando? Non siamo mica in Russia! Tutte le opinioni sono rispettabili e da presidente non ho mai ribattuto, ma adesso bastaยป, si sfoga. Poi chiede: ยซQualcuno sostiene che bisognerebbe irrigare, ma quanta acqua servirebbe? Con quale impatto ambientale? Tra tutte le altre soluzioni suggerite, lโestensione al nord, alla fine, sarebbe stata quella meno impattanteยป. A proposito del rischio di allargare a dismisura lโestensione delle aree vitate, lโex presidente ricorda poi che il sistema autorizzato dellโUnione europea prevede giร un aumento annuale dellโ1% a livello regionale che in Piemonte ammonta a poco meno di 500 ettari. Ovviamente anche a Nord, con le vigne di dolcetto, barbera e nebbiolo, sebbene con la limitazione dellโindicazione geografica di Barolo e Barbaresco. ยซAlmeno 300 di questi nuovi ettari sarebbero nelle zone del Barolo e del Barbaresco: pertanto cโรจ giร un aumento di vigneti ogni anno. Insomma, - conclude - sono stato un obiettivo per sei anni. Ora, a cose fatte, cโรจ chi dice che non era dโaccordo, ma non voglio passare per fessoยป, taglia corto Ascheri.
La lotta ai vertici del Consorzio
ร questo il motivo per cui ha scelto di uscire dal consorzio, sbattendo la porta? Racconta Ascheri: ยซHo fatto due mandati e sarei stato fuori tranquillamente. Invece Sergio Germano, da candidato, รจ venuto da me per dirmi: โVogliamo che stai nel cdaโ e mi ha portato lโelenco dei nomi per il consiglio di amministrazione. Il problema รจ che mentre me lo chiedevano dicevano a tutti di non votarmi, assicurando che avevo fatto un passo indietro. Certamente hanno pesato le pressioni del mondo cooperativo e della Confindustria. Da presidente di Piemonte Land avevo fatto una battaglia per cambiare le regole e risultavo scomodoยป. Ascheri era stato eletto nel 2020 alla guida di Piemonte Land of Wine, il โsuperconsorzioโ dei vini della regione che raggruppa tutti i 14 consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf, coprendo la quasi totalitร della superficie vitivinicola regionale, pari a 44.200 ettari. In quella veste aveva avviato un processo di riscrittura delle regole a partire dalla ridefinizione delle quote societarie con lโobiettivo di dare pari rappresentativitร a tutti i soci. La partita vide schierati, da una parte, i pochi grandi gruppi, capaci di incidere grazie ai quintali di uva, agli ettolitri e al numero di bottiglie, e, dallโaltra parte, i vignaioli che assumono i rischi dellโimpresa dalla terra al mercato, senza la protezione che deriva dalla dimensione degli impianti e delle produzioni. Ma dopo un paio di anni di paralisi - ยซdifferenze di visione tra i piccoli consorzi e i colossi, come Asti o Brachettoยป - Ascheri scelse di dimettersi.
Parole durissime
Oggi lโex presidente ritorna alla carica: ยซQuando ho deciso di uscire dal consorzio delle Langhe, nessuno mi ha chiamato: cโรจ una sorta di damnatio memoriae. La veritร รจ che anche i viticoltori piรน giovani sono controllati dalla cooperazione e dalla Confindustriaยป. Con chi ce lโha esattamente Ascheri? ยซIl problema del nostro territorio sono soggetti come Terre del Barolo - che io definisco โAutogrill 9,99โ - che cerca di abbassare il prezzo di mercato delle uve per evitare le lamentele dei suoi conferitori le cui uve sono sottopagate. Non capisco poi che ci fa un soggetto cooperativo come questo dentro Confindustria: รจ una cosa stranissima. Purtroppo il consorzio รจ stato conquistato da questi soggetti che hanno definito i nuovi vertici e possono controllarliยป. Che cosa succederร adesso? Ascheri รจ pessimista: ยซSuccederร che liberalizzeranno gli impianti. Il bando per i nuovi impianti era zero durante la mia presidenza, in futuro ci saranno ogni anno nuovi 22,5 ettari di Barolo che saranno redistribuiti con bando. E cosรฌ Terre di Barolo pagherร meno le uve ma potrร produrre di piรน: esattamente il contrario di quello che serve alla denominazioneยป. Poi aggiunge: ยซCโรจ chi in passato ha chiesto di fare indagini sul posizionamento del Barolo. Ebbene, basterebbe andare in autogrill per capire qual รจ il posizionamento del Barolo! Colpa delle cooperative che comprano al prezzo piรน basso possibile e che producono uno sfuso del 30%. Ma possiamo delegare agli imbottigliatori il valore del marchio?ยป
Quale futuro per le Langhe?
Qual รจ, dunque, lโalternativa? Come vede Ascheri il futuro delle Langhe? ยซMeno vigne, quindi meno impatto ambientale, meno impatto della manodopera (sono stato il primo a porre il problema della manodopera straniera in Langa in tempi non sospetti, prima che fossero le inchiesta scandalistiche a farlo, proponendo anche la vendemmia etica), meno vino a piรน alto prezzo. Tra poco, invece, andremo in sovrapproduzione per via del sistema autorizzativo. Inoltre, dobbiamo parlare del cambiamento climatico, dobbiamo essere laici e cercare di adattarci alle novitร : ecco perchรฉ il nord poteva essere una soluzioneยป, insiste. Lโex presidente rivendica con orgoglio le sue battaglie. ยซNon รจ che se non ne parli i problemi non ci sono. Non c'รจ gusto in Italiaย aย essere intelligenti, diceva Freak Antoni, l'indimenticabile leader degli Skiantosยป, รจ la sarcastica considerazione finale.