Grandi novità per la cantina cooperativa Terre d’Oltrepò, la più grande della Lombardia. In una lettera ai quasi seicento soci, l’amministratore delegato Umberto Callegari - che ha già esercitato un ruolo decisivo nel cambio al vertice del Consorzio dell'Oltrepò sostenendo la nuova presidente Francesca Seralvo e il nuovo direttore Riccardo Binda - annuncia un cambiamento radicale: «La costituzione, il prossimo 19 novembre, di Terre d’Oltrepò Spa, una nuova entità interamente posseduta dalla cooperativa». L’obiettivo? Attrarre investimenti esterni, spiega Callegari, «per migliorare le nostre strutture, incrementare la capacità produttiva e supportare la crescita della nostra cooperativa, senza perdere di vista i nostri valori e il principio mutualistico che ci ha sempre guidato».
La lettera inviata da Callegari ai soci
Consapevole delle perplessità che ricadono sul progetto, Callegari cerca di rassicurare i soci: «Non ci sarà alcun impatto negativo su di voi. Le vostre condizioni di lavoro, i vostri ruoli e i vostri diritti rimarranno invariati». In un paragrafo apposito della lettera, l’amministratore delegato promette «protezione per soci e dipendenti» che, con l’arrivo di soci più forti e potenti, potrebbero temere di perdere il controllo dell’azienda. «Terre d’Oltrepò rimarrà al 100% di proprietà della cooperativa. Questo significa che il controllo resterà sempre nelle mani della nostra comunità» e «ogni decisione sarà presa nell’interesse dei soci e dei dipendenti», garantisce il ceo. Nel piano dell’amministratore delegato la costituzione della Spa permetterà di «operare in modo più dinamico e flessibile» e consentirà di «consolidare la nostra posizione nei mercati internazionali».
L'espulsione dei soci per slealtà
Ma non è l'unica novità. Di recente, Terre d’Oltrepò ha proceduto all’espulsione di alcuni soci per morosità o per aver violato l’obbligo di conferimento esclusivo di tutte le uve della propria azienda agricola alla cooperativa. Il conferimento delle uve ad altre cantine configurerebbe lo svolgimento di attività in concorrenza con la cooperativa. In una nota, l’amministratore delegato spiega: «Lo statuto sociale prevede l’obbligo per ciascun socio di conferire esclusivamente tutte le uve della propria azienda agricola a Terre d’Oltrepò. La delibera di espulsione è stata presa ai sensi dell’art. 10 lett. b) ed e) dello statuto, a fronte del mancato conferimento doloso delle uve alla cooperativa per l’anno in corso e della violazione del divieto di concorrenza, avendo tali soci conferito integralmente la propria produzione ad altre cantine». Infine, Callegari ricorda che «tali comportamenti sono stati documentati e comprovati da prove inviate dagli stessi soci esclusi».
La presunta minaccia di dimissioni di Callegari
Alcuni rumors sostengono che questa vicenda sia alla base di una minaccia di dimissioni da parte dell’amministratore delegato che, però, Callegari smentisce recisamente: «Io non minaccio, termine che sembra essere caro a chi cerca la strumentalizzazione. Esiste una normale dialettica tra un manager e il proprio Cda, in cui il richiamo alla serietà e alla correttezza è parte integrante del ruolo di guida aziendale». Il ceo considera «pretestuosa» la strumentalizzazione della notizia dell’esclusione dei soci: un modo per «creare scompiglio e polemica dove non esistono».
La nuova governance di Terre d'Oltrepò
Callegari giura che «il Cda è oggi assolutamente coeso, come dimostrano le delibere adottate praticamente sempre all’unanimità». Così, anche le dimissioni di alcuni consiglieri, avvenute nei mesi scorsi, «sono state del tutto fisiologiche in un processo di cambiamento di questa portata e legate esclusivamente a motivazioni personali». La governance di Terre d’Oltrepò è stata inoltre arricchita con la creazione di un advisory board composto da figure di spicco come Gianfranco Casati (Retired Corporate Officer di Accenture), Andrea Toselli (Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia), Elena Vistarini (esperta in advisory finanziaria e corporate finance) ed Enrico Cotta Ramusino (professore ordinario e consulente aziendale). Una squadra che, secondo Callegari, non solo porterà una visione moderna alla guida della Spa, ma metterà a disposizione competenze di respiro internazionale decisive per il successo e la crescita sostenibile dell’azienda nel lungo termine.
La Spa sarà uno strumento per competere
I tumultuosi cambiamenti vissuti dalla compagine della cooperativa appaiono oggi come una preparazione al salto verso la Spa. Secondo Callegari, l’idea di trasformare Terre d’Oltrepò in «una cooperativa gerarchica con una Spa partecipata al 100%» si basa su un modello organizzativo «che vede la cooperativa detenere tutte le quote della nuova Spa, conservando quindi interamente la proprietà diffusa», e «permette di mantenere saldi i valori mutualistici, con il vantaggio di operare sul mercato con maggiore flessibilità e capacità d’innovazione». La nuova leadership della cooperativa pavese si ispira esplicitamente al caso di Granterre, leader nel settore agroalimentare, che di recente ha deciso di unirsi a Parmacotto per dare vita a un gigante dei salumi da 1,1 miliardi di euro di fatturato con l’obiettivo di superare il miliardo e mezzo di fatturato nel giro di cinque anni. «Uno dei limiti strutturali delle cooperative è l’impossibilità di accogliere capitali esterni senza compromettere il principio mutualistico. Con la nascita di TDO Spa - conclude Callegari - la cooperativa può accedere a investitori finanziari ed industriali, come i fondi di private equity ma anche enti statali o società industriali del settore vinicolo e non, garantendo risorse fresche senza alterare la governance e i valori».