Tenuta San Guido batte tutti per redditività. Ecco la classifica delle cantine più performanti in Italia

30 Lug 2024, 16:48 | a cura di
A completare il podio Jermann e Biserno. L'analisi del Corriere della sera rivela il sempre maggior divario tra le imprese più grandi e le più piccole. In Toscana i migliori risultati economici

Nella classifica italiana della redditività nel settore vitivinicolo, i produttori del celebre vino Sassicaia primeggiano su tutti. La Tenuta san Guido dei Marchesi Incisa della Rocchetta, infatti, è sul gradino più alto del podio della classifica del quotidiano Corriere della sera relativa ai redditi del 2023. La performance della società toscana con sede a Bolgheri, considerando il rapporto tra margine operativo lordo e ricavi, è notevole dal momento che l'indice di redditività supera il 60 per cento. Non distante, la friulana Jermann (57,4%)  e un'altra toscana come Biserno (51,3%) che fanno capo entrambe alla Marchesi Antinori, la quale (autonomamente dalle altre due) occupa il quarto posto della classifica (50,2%), precedendo Marchesi Frescobaldi (39 per cento). Tra le altre aziende del vino che primeggiano per redditività ci sono anche Santa Margherita Gruppo vinicolo (33,2%), la siciliana Cusumano (30,8%), Cantina Pizzolato (29,3%) e Casa Paladin (24,8%). Decimo posto per Argiolas, realtà sarda che totalizza un indice del 23,8%. La classifica è redatta dalla giornalista Anna Di Martino. In tutto il 2023, secondo lo studio, sono 28 le aziende del vino che hanno registrato un indice di redditività superiore al 15 per cento.

Dimensioni aziendali e investimenti

Considerando le dimensioni aziendali, con 3.350 ettari in produzione (compresi quelli in Cile e Stati Uniti) la Marchesi Antinori guida la classifica, precedendo Marchesi Frescobaldi (1.660 ettari) che ha superato la Zonin 1821 (1.600 ettari). A seguire, Banfi (1.034 ettari) e Tenute del Leone Alato (Gruppo Generali) con 1.018 ettari. Alla voce investimenti, con oltre 26 milioni di euro guida la classifica la Marchesi Antinori, poco distante Santa Margherita Gruppo Vinicolo (25,5) e il Gruppo Caviro (24,7 mln), cooperativa romagnola che rappresenta ciò che la Di Martino chiama fattore cooperativo. Nel vino, infatti, la quota delle coop sul giro d'affari totale pesa per il 43,2% nel complesso, il 35,8% sulle esportazioni e il 53,1% sul fatturato Italia. Infatti, è una cooperativa la società che fattura più di tutte: Riunite & Civ (con il gruppo Giv) con 670 mln di ricavi nel 2023 è in testa, seguita da Argea (prima tra le private) con 449,5 mln, poi Italian wine brands (429,1 mln), Gruppo Caviro (423,1 mln di euro), Cavit (267,1 mln), Santa Margherita Gruppo vinicolo (255,1).

I primi 118 brand chiudono il 2023 in positivo

La classifica del Corriere della sera include 75 realtà private e 43 cooperative (118 imprese sopra i 10 mln di ricavi) che, insieme, fatturano 9,1 miliardi di euro (di cui 5,2 miliardi all'export) in aumento del 2,7% complessivo (+3,6% export e +1,1% Italia). Come rileva la Di Martino, il campione incluso nella graduatoria ha chiuso il 2023 in positivo, rispetto a un mercato che nel complesso ha registrato il segno meno. Altro elemento è il rafforzamento del mercato, nel senso che 27 aziende vinicole hanno superato i 100 milioni di fatturato, una dimensione che consentirà loro di potenziare ulteriormente il proprio perimetro operativo anche attraverso acquisizioni importanti in Italia e all’estero, approfittando anche di un debole ricambio generazionale che favorisce la cessione, in tutto o in parte, delle attività. Di fatto, «si allungano le distanze tra aziende ben attrezzate e non». E questo, in un periodo difficile, favorisce le compravendite.

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