Le concitate proteste dei viticoltori di Bordeaux hanno sortito una risposta importante. L'8 aprile si è svolta una tavola rotonda attorno cui si sono riuniti produttori, grande distribuzione, sindacati e commercianti del vino. Al centro del dibattito, riportato dalla testata online Vitisphere, c'è il prezzo, troppo basso, dei vini che non permetterebbe ai viticoltori di ottenere una giusta retribuzione. Il confronto che ha dato vita a una comune dichiarazione di intenti e che rappresenta un primo passo per «indagare cosa si può fare e quali modifiche alla legge sono necessarie per determinare una modalità di calcolo di un prezzo che sia riconosciuto come un indicatore accettabile per l'intero settore» ha detto Allan Sichel, presidente del Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (Civb).
"L’affaire" Carrefour
Pochi giorni fa i viticoltori francesi di Bordeaux si sono resi protagonisti di un atto dimostrativo nei supermercati della nota catena Carrefour, sostituendo le bottiglie sugli scaffali con viti sradicate in risposta ai prezzi a cui erano stati messi in vendita alcune bottiglie di vino: 1,66 euro a bottiglia. Un costo che ha sollevato un’ondata di protesta e indignazione. A seguito di questo ed altri eventi analoghi, Étienne Guyot, prefetto della Gironda e della Nuova Aquitania, e Allan Sichel, hanno riunito tutte le parti interessate: operatori della distribuzione, della viticoltura, del commercio e dell'intermediazione, i sindacati agricoli (Fdsea, Jeunes Agriculteurs de la Gironde, Confédération Paysanne, Coordination rurale) e il Collectif Viti33.
Reddito dignitoso per tutti
«Tutti i presenti concordano sul fatto che è inaccettabile che il proprietario di un’azienda non possa vivere del proprio lavoro. Questo è già un buon punto di partenza. Ora dobbiamo capire come garantire un reddito dignitoso ai viticoltori» ha sintetizzato Allan Sichel, al termine dell’incontro. L’obiettivo è quello di «mettere in atto un sistema sostenuto dalla legge che permetta ai viticoltori di assicurarsi un reddito sufficiente. Oggi non abbiamo una risposta definitiva, ma sarebbe parte di un contratto di settore: tutti gli operatori intorno al tavolo hanno accettato di lavorarci» ha detto Sichel. In campo c’è un progetto di promozione dei vini di Bordeaux, che si concluderà in primavera, e che prevede ulteriori incontri. «Dove c'è una volontà, c'è un modo», afferma Étienne Guyot, che ha supervisionato la tavola rotonda. «Ho chiesto a tutti i partecipanti di creare un gruppo di lavoro, con una composizione equilibrata, che riprenda i punti sollevati: la questione dei contratti di settore, i comitati di collegamento, gli indicatori, in modo da poter presentare proposte al governo nell'ambito della preparazione della nuova legge Egalim». Renaud Jean, membro del collettivo Viti 33, si è detto "ottimista", sottolineando che vorrebbe vedere realizzarsi aggiunta un'Organizzazione dei Produttori, in modo da poter discutere i prezzi e indirizzare la gestione dei volumi disponibili. Non rimane che osservare se questo primo passo, porti a un’ulteriore evoluzione in positivo nel contesto vitivinicolo di Bordeaux.
Giacenze e tagli dei prezzi
La discussione si sta allargando anche al classico sistema di vendite en primeur di Bordeaux, ovvero l'acquisto "sulla carta" del vino non ancora imbottigliato. La campagna 2023 si trova ad affrontare una serie di sfide a dir poco in salita. La situazione è notevolmente complessa rispetto all'annata 2022, che nonostante il successo della critica non è riuscita a fissare un prezzo stabile e duraturo sul mercato secondario. Alcuni négociant, i negozianti, si trovano già in gravi difficoltà finanziarie, incapaci di far fronte al debito accumulato a causa dell'aumento dei costi di prestito e di stoccaggio, da un lato, e della riduzione del volume delle transazioni. Hanno assorbito il rischio finanziario dell'en primeur garantendo le loro assegnazioni di vini di culto anche quando non sono riusciti a venderli. Molti di loro non possono più permettersi di continuare a farlo; altri, che pur hanno tutti i mezzi, ci stanno ripensando. Da considerare, anche l'aspetto dei volumi di scorte in magazzino senza precedenti: si parla di giacenze capaci di soddisfare la domanda anche per due anni interi. Il mercato è attualmente in fase di stallo, in attesa dell'en primeur 2023, la sensazione è che siamo davanti a una profonda fase di ridefinizione del mercato. I rumors parlano già di una possibile riduzione dei prezzi di uscita, almeno per le prime tranche, di almeno il 30% rispetto a quelli dell'annata 2022. Si tratterebbe di tagli mai visti prima. Basteranno per riequilibrare il mercato?